diversità a hollywood

La diversità a Hollywood è sempre la stessa dopo scandali, lotte, distruzioni di artisti e movimenti. Il 2017 ha causato il capovolgimento dell'intrattenimento audiovisivo, ma la diversità a Hollywood persevera nonostante tutto.

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Le rivoluzioni per finta: la diversità a Hollywood è sempre la stessa

Scandalo Weinstein, caso Spacey, Time’s Up, #MeToo, #OscarSoWhite e chi più ne ha più ne metta. La diversità a Hollywood negli ultimi anni ha portato alla luce cause iniziate per dei motivi etici combattuti emancipati civilmente, come il bilanciamento tra artisti bianchi e di colore e la tutela dei temi omosessuali, per finire coi recenti bracconaggi capeggiati dai movimenti femministi, che seppur tenendo alto il valore dell’equità di genere, hanno causato squilibri e ingiustizie fomentate dai media, cercando di farli passare per una rivoluzione, che tra l’altro, inizia ad implodere.

In particolare, la diversità che tanto si cerca di appianare nell’ultimo periodo, ossia il riconoscimento dei meriti femminili al pari di quelli maschili, in tutti gli ambiti lavorativi e la tutela stessa delle donne, è ancora all’impasse: le minoranze e le donne hanno registrato guadagni e impieghi importanti in diversi settori chiave dello spettacolo, ma sono decisamente sproporzionati nella maggior parte dei settori dell’intrattenimento, secondo un rapporto pubblicato dall’UCLA.

Sia nel cinema che nella televisione, donne e minoranze sono rimaste notevolmente sottorappresentate in ogni arena dal 2016, nonostante il pubblico americano, sempre più diversificato, richieda contenuti cinematografici e televisivi popolati da personaggi le cui esperienze sono in sintonia con le loro, che assomigliano a loro e con cui possono relazionarsi, e quindi alle prese con le differenze di genere.

C’è ancora molta strada da fare prima che le donne o le persone di colore raggiungano una rappresentazione proporzionata tra gli attori del cinema e della televisione, ma almeno, pare, entrambe le fazioni puntano allo stesso scopo.

La diversità a Hollywood è estesa sopratutto perché il settore è stato molto più lento ad accettare la verità relativa al fatto che il successo dei prodotti, presente e futuro, dipende specialmente dal fornire al pubblico qualcosa dietro al quale vi siano addetti ai lavori ben distribuiti tra i generi, specialmente nei ruoli più di spicco del processo creativo, come i registi, gli sceneggiatori e anche gli attori. Le opportunità mancate in questo senso rischiano seriamente di non portare ad un buon risultato di successo.

Il rapporto è stato scritto prima del lancio di Black Panther che, con un cast e un regista di colore, è diventato un grande successo con oltre 700 milioni di dollari incassati in tutto il mondo in meno di due settimane, a dimostrazione di quanto sostenuto in precedenza, contrariamente al mito sostenuto dai grandi capi di Hollywood, secondo i quali il mondo bolla come automatici flop i prodotti di colore. Questo la dice veramente lunga su dove sia realmente quest’industria, nonostante le sommosse mediatiche promosse dai grandi movimenti contemporanei.

Parlando in cifre, la diversità a Hollywood è così ben definita dal rapporto dell’UCLA.

Le minoranze restano sottorappresentate nei film più importanti (13,9%), tra i registi (12,6%), gli sceneggiatori (8,1%), progetti trasmetti via cavo (20,2%), trasmessi in broadcast e altri mezzi (26,6%), mentre le donne hanno registrato guadagni in tutte le principali arene occupazionali dal precedente rapporto, ma restano sottorappresentate tra i grandi progetti del cinema (31,2%), i registi (6,9%), gli sceneggiatori (13,8%), i progetti trasmessi via cavo (44,8%) e trasmessi in broadcast e altri mezzi (18,8%) .

Insomma, anziché far danni, iniziate a fare quello per cui avete rovinato carriere e indotto degli innocenti a suicidarsi.

Fonte: Variety

Francesco Paolo Lepore

Redattore presso PJN e CinemaTown, laureato in Nuove Tecnologie dell'Arte, studente di Social Media Marketing. Il cinema è una costante della sua vita. Ha scritto e diretto diversi progetti per le università e il territorio. Amante dei mass media, ne studia minuziosamente i meccanismi utili alla comunicazione emozionale. Scrive da sempre, osserva da sempre, ricorda tutto da sempre.