Recensione: X-Men: Apocalisse – Enrico Ciccarelli

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Diciamoci la verità: X-men:Apocalisse non godeva dell’attesa degli altri cinecomic del periodo, film che hanno pagato – forse ingiustamente, e soprattutto Batman v Superman – proprio questa discrepanza tra alte aspettative e resa effettiva della pellicola.
Certo, si sa, da sempre sono le aspettative a fare gli incassi, d’altronde lo spettatore paga prima di visionare il film, sulla fiducia, sperando che ciò che vada a vedere sia un qualcosa di quanto meno soddisfacente. Ecco, dunque, il compito di noi “recensori” è quello di darvi indicazioni (giuste o sbagliate) su quello che andrete a vedere, soprattutto per quelle pellicole a cui non basta il titolo per trascinare il grande pubblico al cinema.

Oggi parliamo del nuovo capitolo degli X-Men
: in un periodo di overflow cinefumettistico – dove le possibilità di fallire sono aumentate esponenzialmente – fare film che impressionino non è più così semplice. La buona notizia è che questo capitolo viene dal suo predecessore, “Giorni di un futuro passato”, che a detta di molti è stato il migliore del franchise e quindi può sfruttarne appieno la sua onda positiva nonchè la sua base narrativa praticamente azzerata.
Ma iniziamo ad entrare nei dettagli: il marchio di Bryan Singer lo si vede ad occhio nudo, i suoi personalismi registici e il suo modo di fare cinecomic (piaccia o non piaccia) è inconfondibile. Quello che troviamo di diverso è l’ormai tumultuosa invasione del comedy “disney-marveliano” che si concretizza nei numerosi intermezzi esilaranti. Questo, difatti, è il capitolo degli X-Men dove si ride di più. E di gusto. Poi che piaccia o non piaccia questo nuovo mood dato ai cinecomic è assolutamente soggettivo.

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Per quanto riguarda la narrazione: il film inizia con un piccolo prologo sulle origini di Apocalisse (En Sabah Nur) e qui visivamente le scene sono uno spettacolo per gli occhi: l’antico Egitto ci viene presentato come ci aspetteremmo, con maestose piramidi, abiti e decorazioni ocra-dorate che rendono davvero giustizia al nostro modo di immaginare questa antica civiltà.
La caratterizzazione del personaggio di Apocalisse, fisicamente, è quanto più di diverso si possa pensare dal fumetto, mentre caratterialmente, sono riusciti a cucirgli addosso quella austera aura divina che fin dal fumetto lo contraddistingue.
Gli esordi di Cyclope e Jean sono sicuramente convincenti e ve lo dice uno che quando seppe il nome degli attori storse e non poco il naso (Tye Sheridan & Sophie Turner). Simpatica anche questa nuova versione di Nightcrawler (Kodi Smith-McPhee)

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La narrazione procede in maniera lineare, quasi scolastica, ma uno dei pochi problemi della pellicola è che l’azione viene concentrata TUTTA in una sola parte del film, questo per costruire in maniera certosina l’evento apocalittico finale ma che, ovviamente, può causare qualche sbadiglio a chi non è immerso totalmente all’interno delle vicende.
Due cose ho essenzialmente condannato: il cammeo di Wolverine che risulta davvero inutile ai fini delle vicende; inutile ai fini della trama (almeno di questo film) e che non giustifica il suo mancato coinvolgimento all’interno della storia. Sarebbe stato meglio non inserirlo, avrebbero fatto un favore a noi e a loro stessi.
La seconda, è il ruolo di Magneto: la sua introduzione è fuoriluogo e inappropriata, in quanto azzera tutto ciò che era stato fatto di buono per la crescita e l’evoluzione (malvagia) del personaggio. Sarebbero potuti partire da un point story diverso eliminando quei venti minuti di pellicola in più che non hanno aggiunto davvero niente alla trama (forse tolto). Anche il temperamento di Magneto (che ricordiamo ci aveva sorpreso davvero tanto in “Giorni di un futuro Passato”) cozza con le caratteristiche del personaggio “originale” dato che nella prima trilogia ci è stato presentato come un uomo determinato e autoritario mentre questa nuova versione è continuamente erosa dal dubbio con il risultato di non capire realmente quale siano i suoi veri ideali.

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Nota di merito per James McAvoy attore davvero talentuoso e, contro ogni pronostico, sempre più a suo agio nei panni del saggio e lungimirante Professor X.
Ah, e Psylocke (Olivia Munn) è una figa clamorosa.
In sintesi, X-Men: Apocalisse è un prodotto valido, convincente e che rilancia il guanto di sfida contro gli altri cinecomic di casa Marvel e DC. Si potrà soprassedere qualche piccola insensatezza in fase di sceneggiatura..

Enrico Ciccarelli

Sociologo, recensore e nerd! Caporedattore dalle sezione Spettacolo per ProjectNerd.it