Nintendo è sempre spacciata per morta. Nintendo è sempre criticata per proporre al pubblico gli stessi brand da orma eoni. Nintendo..quella roba lì che crea console che non acquista nessuno. Sono in molti a pensare che l’azienda di Kyoto sia un fallimentare groviglio di ferraglie, ma la realtà è ben diversa. Con 50 milioni di Nintendo 3DS venduti e circa 15 milioni di Wii U, non si può dire che navighi effettivamente in cattive acque.
Contando inoltre che quasi tutti i possessori di Wii U e 3DS acquistano le esclusive Nintendo, possiamo con certezza affermare di essere davanti a una azienda comunque sana nel suo business. Sono però altrettanti coloro che si ricordano l’incredibile successo di Nintendo nel promuovere Nintendi Wii, presto diventata simbolo dell’azienda la quale, per altro, prolungava verso nuovi lidi la filosofia della “Touch generation“. Alla fine la diffuzione del Touch e dei sensori di movimento la dobbiamo alla grande N.
Con DS e Wii, Nintendo scoprì quella fascia di videogiocatori dormienti che non aspettava altro che un prodotto semplice da utilizzare e che soprattutto potesse incarnare alla perfezione l’idea di “futuro videoludico“: i Casual Gamer. Costoro effettivamente pensarono che fosse cosa nuova il “motion tracking” in un videogioco, ma soprattutto pensarono che Nintendo Wii fosse a tutti gli effetti l’unica console acquistabile, con la conseguenza di altissime vendite e incredibili profitti.
Poi tutto è decaduto, Steam ha divulgato la malsana idea dei “Pc Masterrace“, i giocatori console trattano i loro prodotti come Pc da upgradare e soprattutto tutti si lamentano di potenza insufficiente e di frame-rate instabili. Lo ripeterò sempre: nessuno dei videogiochi presenti nel parco titoli Ps2, riesce a rimanere stabile a 30fps, nemmeno Jak o God of War. Eppure nessuno se ne lamenta.
Con un pubblico diventato così ossessionato dalla potenza Hardware, Nintendo è stata per forza di cose tagliata fuori anche perché l’idea di una console tablet per hardcore gamer, tanto entusiasmante quanto poco di interesse, non è riuscita a ottenere i favori del pubblico. La necessità è stata quella di trovare nuove fette di pubblico in un settore ormai saturo. La domanda sorge quindi spontanea: dove trovare nuovo pubblico se tutto il pubblico interessato ai videogames è ormai già stato sfruttato?
Semplice: si cerca di far videogiocare anche chi un videogioco non lo ha mai preso in mano. A tal proposito, calza a pennello Pokémon Go!.
Penso che la divulgazione dell’APK che ha permesso a tutta l’Europa di connettersi ai server di Pokèmon Go!, sia stata conseguenza di una sorta di esperimento condotto da Nintendo stessa, la quale ha potuto tastare direttamente i consensi del pubblico. Intuizioni a parte, Pokémon Go! è andato effettivamente a colpire fasce di mercato completamente esterne al mondo dei videogiochi, con la semplice intuizione di permettere la fruizione del gioco a chi semplicemente possiede un telefono.
E un po’ come coloro che si definiscono gamers perché giocano a Clash Royale, anche nel caso di Pokèmon Go! vi è la dimostrazione di un pubblico mobile ormai maturato (nel senso che ormai tutti giocano videogiochi mobile), vastissimo e soprattutto incredibilmente lucrativo e soggetto per altro alle forti influenze dei social network. E’ proprio grazie a questi ultimi che Pokémon Go!: la potenza dei Social unita all’effetto “gruppo” e a una accessibilità senza pari, è riuscita nell’intento di colpire coloro che coi videogames non c’entrano affatto: i gamer Super-Casual. Non è difficile trovare padri e madri di famiglia, super-palestrati, piloti di formula 1, rallysti, sociopatici, politici giocare al nuovo titolo Nintendo.
Pertanto si: Nintendo con Pokèmon Go! ha l’opportunità di proporre un suo gioco a oltre un miliardo di persone con pochissimi costi di gestione, tra le altre cose basandosi su una campagna di marketing avanzata da tutti noi che utilizziamo i Social e che abbiamo scaricato Pokémon Go! di oltre 500 milioni di persone. Uno studio di mercato geniale per una azienda che è incapace di rimanere ferma.
DEFINIZIONE DI SUPER-CASUAL GAMER
Persona totalmente esterna ai videogiochi, che utilizza software videoludico per il semplice motivo di possedere un telefono e per non rimanere escluso dalle mode dei social network.