NES Mini Vs Mega Drive 25th: l’eterna lotta continua

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Il mercato videoludico giapponese ha subito una vera crisi di identità negli ultimi dieci anni. Il fatto è che solo una decade fa, i titoli giapponesi dominavano il mercato internazionale, per poi lentamente e inesorabilmente circoscriversi nel solo territorio nipponico. Il motivo di questo declino deve essere ricercato nei canoni classici dei titoli giapponesi, molte volte concettualmente semplici a tal punto da essere percepiti come “antiquati” agli occhi dei nuovi utenti abituati a sparatutto americani pieni di cose da sbloccare, ma vuoti di arte, stile e passione.

E’ lecito pensare che i giocatori più “casual” prediligano titoli dal linguaggio visivo semplice e popolare come uno sparatutto bellico moderno e paradossalmente per questi individui è molto difficile comprendere la bellezza di un platform 2D a scorrimento. Sta di fatto che dopo un declino vi è sempre una risalita e forse la stiamo vivendo proprio in questi attimi.  Alla fine, Dark Souls ha ribadito come lo stile nipponico possa essere proposto anche a un mercato riluttante nei confronti dei titoli giapponesi, ma non tutti sono disposti a investire negli USA e soprattutto in Europa come From Software e Bandai-Namco.

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Un videogiocatore giovane difficilmente comprende la bellezza di un platform 2D a scorrimento

 

Non penso però che stiamo vivendo una nuova epoca d’oro per i prodotti nipponici, anzi: siamo ancora in netta recessione. Tuttavia è innegabile l’eredità culturale che il Paese del Sol Levante ha donato all’intero mondo e sembra naturale che milioni di persone conservano ancora un ricordo forte nei confronti dei prodotti giapponesi.

Più che Pokèmon GO! sono le iniziative di Nintendo e SEGA a sottolineare come il Giappone appartenga purtroppo al passato per noi occidentali. Sono passate alcune settimane da quando Nintendo ha presentato al mondo il NES Mini, una fedele e ufficiale riproduzione in scala del Nintendo Entertainment System con tanto di entrata HDMI e il supporto ai titoli migliori della leggendaria console, al momento più di trenta inclusi direttamente nella memoria della console.

Non fa specie pensare che quest’oggi SEGA ha fatto la medesima cosa con la sua console di maggior impatto e successo, il Sega Mega Drive, in una altrettanta riproduzione in scala con l’obiettivo di celebrare i 25 anni del porcospino blu: Sonic (anche in versione portatile con un design simile al Game Gear). Il Sega Mega Drive “Mini” conterrà oltre 80 titoli preinstallati.

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Le due riproduzioni sono state acclamate dal pubblico, tanto da divenire subito un fenomeno social. E‘ innegabile che le due aziende stiano facendo leva sull’effetto nostalgia che queste due console esercitano sul pubblico un po’ più maturo e sembra quasi ovvio che le due piccole console non risolleveranno i prodotti ludici giapponesi dalla loro profonda crisi di identità. Tuttavia è ironico pensare che a distanza di 25 anni e più, i due hardware tornano a sfidarsi in un testa a testa dal puro sapore “Retrogame” atteso per questo caldissimo autunno 2016, ove SEGA e Nintendo, proprio come ai vecchi tempi,ritorneranno a dettare legge nel mercato videoludico.

E’ vero: sarà breve. Passati i primi giorni dalla loro pubblicazione non se ne parlerà più, ma già i pre-order di NES Mini sono andati oltre alle aspettative e questo mi rende felice. Conoscere il passato vuol dire poter interpretare il futuro e l’opportunità offerta da Nintendo e SEGA è irripetibile per conoscere in prima persona le glorie del passato a chi non ha mai avuto la possibilità di approcciarsi ai capolavori dei tempi addietro.

Il solo fatto che SEGA e Nintendo se la battono ancora ha un non so che di romantico. Pura emozione che mi commuove e pur sapendo che tutto questo è una illusione, mi piace moltissimo.

Lasciatemi godere questo bellissimo momento di gloria.

 

Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.