Blizzard ha deciso di uccidere il marchio Battle.net
Nell’epoca digitale e dei forti cambi di rotta delle grandi multinazionali, non sono pochi coloro che tentano di interpretare il mercato alla ricerca di una attività di guadagno a lungo termine e con costi irrisori. Le vicende che vedono protagoniste aziende come Riot Games, Valve e anche Blizzard stessa insegnano che basta creare un titolo mediocre, creare gli strumenti per una comunità molto grande e produttiva e fare in modo che tale prodotto sia riconosciuto come qualcosa di importante organizzando tornei milionari.
Nel caso di Blizzard sembra sempre più evidente il suo impegno in tal direzione, sebbene i modelli di business utilizzati mi hanno fatto storcere il naso più volte. Overwatch è alla fine un titolo piuttosto normale e che non eccelle in nulla, qualcosa che di qualità Blizzard ha forse troppo poco. L’enorme campagna di marketing unita a quanto spiegato prima (cercare di far capire che il gioco è importante), ha però convinto milioni di giocatori (me compreso), all’acquisto a prezzo pieno di un free to play mancato.
Una strategia economicamente vincente che ha convinto Blizzard a “uccidere” uno dei suoi marchi storici: Battle.net
Con la recente introduzione di Blizzard Streaming e Blizzard Voice si era già capito che l’azienda statunitense avesse in mente di creare una piattaforma che non fosse soltanto utile ad accedere velocemente e facilmente ai titoli blizzard installati nel proprio Pc, bensì qualcosa che andasse ad aumentare le possibilità offerte dai propri videogiochi con servizi aggiuntivi, tendenza tra le altre cose perseguita da praticamente ogni società operante nel settore videoludico.
A tal proposito Blizzard ha deciso di uccidere il marchio Battle.net, proponendo il tutto come “Blizzard” quasi a significare come l’azienda si stia sempre più dedicando e specializzando al supporto del videogaming digitale piuttosto che allo sviluppo di nuovi titoli. Un modo per dire: “Hei, ora avete fantastici videogiochi e un servizio potente che vi permette di condividere contenuti, chattare con altri giocatori con la vostra voce e fare streaming per provare a tutto il mondo la vostra abilità: che cosa volete di più?”
Il primo videogioco a godere delle funzionalità di Battle.net fu il primo Diablo nel 1996. Di fatti il 31 dicembre 2016 l’intera infrastruttura online che sostiene tra le altre cose anche l’intero universo di World of Warcraft compierà 20 anni. Essenzialmente l’intuizione di Blizzard fu una vera rivoluzione poiché permise a milioni di giocatori di giocare online in modo semplice e veloce, senza strani inghippi tipici dell’epoca.
Una intuizione che precedette qualsiasi altra azienda del settore come è tipico fare di Blizzard e non mi meraviglio se l’operativo di Irvine abbia deciso di “uccidere” il marchio “Battle.net” per lasciar spazio all’idea che i prodotti Blizzard siano tutti collegati tra di loro e soprattutto sorretti da una infrastruttura potente piena di preziosi servizi di qualità.
Basta che però mi tirino fuori Warcraft 4 e magari una modalità single-player di Overwatch con la possibilità di giocare in prima persona la storia di ognuno dei personaggi.