E’ andata in onda la premiere della terza stagione di Gotham. Ecco le nostre impressioni..
La seconda stagione di Gotham si era chiusa in leggera flessione, seppur con tanti punti di domanda come quelli riguardanti i mostri di Indian Hill finalmente a piede libero e l’abbandono di Gotham da parte di un incurante Jim Gordon deciso – più che mai – a riconciliarsi con la sua amata Lee.
Ebbene la premiere della terza stagione parte proprio da quest’ultima situazione che si risolve in maniera sbrigativa (forse troppo) e non è dato sapere se la questione si ripresenterà più avanti .
Poi si entra nel vivo con un salto di sei mesi: Jim è tornato a Gotham, non come poliziotto, ma come cacciatore di taglie, e fa quasi tenerezza vedere un uomo così rigoroso e fiero perdere il suo senso del dovere in favore del vile denaro. Egli, infatti, è stranamente dipinto come un venale mercenario, senza scrupoli e senza onore, che sembra non avere più a cuore la sorte della città, e ciò che peggio, anche quella del suo caro amico Butch. Una trasformazione brutale, forse necessaria dato l’epilogo della scorsa stagione, ma troppo repentina – e per questo – mal costruita.
La visione prosegue, il primo mostro ad apparire è Killer Croc. La risata fragorosa qui è scappata. È una versione embrionale (ed esteticamente PESSIMA) del Croc del DC franchise . E’ una figura quasi totalmente antropomorfa, dall’epidermide negroide dal cui dorso, però, spuntano delle aguzze protuberanze che ricordano gli anchilosauri de “La ricerca della valle incantata”.
Archiviata la delusione Killer Croc il resto della puntata è una panoramica sugli ultimi sei mesi della Gotham che non abbiamo visto: Fish Mooney ha radunato tutti i mostri (vediamo Man-Bat, Mank e anche Solomon Grundy) e li ha sottomessi al suo controllo grazie alle sue innate abilità persuasive. Senza dimenticare la sua nuova capacità di controllo mentale che, in teoria, la configura come uno dei villain più pericolosi dell’intera serie. In teoria, appunto, perché questo immenso potere ha le sue controindicazioni dato che il suo corpo lo rigetta. L’unica possibilità di stabilizzare la nuova Mooney è rappresentata da Hugo Strange, peccato che sia l’unico ad aver fatto paradossalmente il percorso inverso, approdando in una cella.
Son tornati anche Pinguino e il suo scagnozzo Butch, il primo sembra ossessionato più che spaventato dalla nuova Mooney , mentre il secondo, è perso nella naftalina di un amore non corrisposto (Tigress, sempre più concubina del criminale di turno e non utile ai fini della trama). L’unico personaggio che desta una crescente curiosità è quello di Barbara Kean, sempre più creepy e squilibrata, che ricorda un po’ l’Harley Quinn che abbiamo visto al cinema con Suicide Squad.
Chi ha le mani in pasta nella Wayne Enterprises? Il giovane Batman, insieme al suo fumantino maggiordomo, sono ancora in cerca dell’agognata risposta. La Corte dei Gufi si è palesata e con esso anche il sicario mandato per uccidere Bruce Wayne, che presumiamo sia Talon. Ma non ci riuscirà, ovviamente.
Per Nygma solo una breve apparizione che non ci dice nulla sul suo futuro nella storyline principale. Speriamo gli trovino una collocazione a breve per non sprecare il potenziale del personaggio.
Introdotta anche Valery Vale, una cronista del Gazzette, personaggio – ad oggi – stereotipato e piatto, di scarso interesse nelle dinamiche corrotte e meschine della città. La Veronica Mars di Gotham.
Considerazioni finali: Mentiremmo se dicessimo che questa premiere ci ha esaltati. La puntata è stata uno stillicidio di situazioni già viste, una riproposizione di personaggi che sembrano bloccati in uno statu-quo difficile da rompere. Il tutto contribuisce a disinnescare il desiderio per la puntata che verrà. Ciò che si percepisce, è la carenza di personaggi carismatici come Theo Galavan o lo stesso Jerome, davvero imprescindibili nella prima parte della scorsa stagione. Gli stessi che hanno reso Gotham un prodotto di un livello ben più alto rispetto a quello che vediamo oggi. Ma c’è ancora tempo, e rimaniamo fiduciosi.