Game of the Year

Gli Open World Non Fanno Per Me

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Il mio rapporto con i giochi open world è piuttosto problematico.

So che a molti giocatori l’opportunità di un mondo aperto piace. Per il sottoscritto invece, è una grande fonte di problemi.

Approcciandomi ad un gioco dotato di una mappa molto vasta, non riesco a non notare sottigliezze come alcuni modelli 3d riproposti o alcune missioni secondarie banali e ripetitive.

Mi ritrovo in questa mappa enorme, ma perché devo necessariamente scalare palazzi, montagne o fare missioni uguali, per poter togliere la “nebbia di guerra” e sbloccare altrettante missioni secondarie uguali che mi porteranno a scalare altre torri?.

Schema particolarmente apprezzato da Ubisoft tanto da farlo inserisce a forza in praticamente tutti i suoi titoli.

È una cosa che fa davvero innervosire, non ci vuole di certo un genio per intuire che il tutto sia stato fatto allungare il brodo.

Esplorare un mondo virtuale è fantastico, ma  se l’unico modo è scalare il palazzo di turno, diventa frustrante.

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Quando mi approccio ad un videogioco, cerco di esplorarne le potenzialità fino alla fine, ma questo mi è difficile in un free roaming.

Tendo purtroppo sempre per perfezionismo a svolgere tutte le missioni secondarie che mi si parano davanti.  Come ogni gioco che si rispetti viene generato del loot; che si tratti di: armi, soldi o abilità poco importa. Si finisce per avere abilità ed armi non previste per le missioni principali con un inevitabile quanto drastico calo di difficoltà quando si approcciano queste ultime.

Un esempio lampante per me è stato Shadow Of Mordor, buttandomi sulle missioni secondarie ho facilmente raggiunto il livello 20 in poche ore, e quando mi sono deciso a giocare la storia principale, beh…mi sono trovato di fronte ad antagonisti o mini-boss con un livello molto inferiore al mio, e la noia sopraggiungeva.

Con il proseguire delle vicende la cosa si è fatta meno marcata, per merito più che altro del sistema Nemesi in grado di alzare non poco la giocabilità e il livello di sfida, ma è stato a causa di questo sbilanciamento di fondo dovuto proprio al genere stesso che non sono mai riuscito a portare a termine la storia principale di giochi come Saints row 4, GTA 5, o Oblivion.

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Il problema di questa tipologia di videogiochi è l’assoluta libertà. Grossa arma a doppio taglio, se da una parte è sempre piacevole esplorare un mondo virtuale affascinante dall’altra lo sbilanciamento nelle primarie e l’ossessivo ripetersi delle secondarie; mi convince sempre di più che forse un avventura ben inscatolata e limitata nella sua trama sia un opzione migliore.

Vi sono delle eccezioni a volte. Sono rimasto incantato da The Witcher 3.

Ammetto di essere un grande fan delle opere cartacee di Andrzej Sapkowski da cui il gioco è stato liberamente ispirato, ma i ragazzi di CD Project Red, sono riusciti a limare quei difetti che mi hanno a volte fatto abbandonare un titolo open world, seppur con qualche errore.

Il grosso difetto delle missioni secondarie di The Witcher 3 è una struttura che tende fin troppo a ripetersi. Ci si reca sul luogo, si utilizzano i sensi da Witcher per scovare tracce ed indizi, ed il tutto il più delle volte finisce con una piccola boss fight.

Per quale motivo allora per me The Witcher 3 a mio parere ha limitato i difetti di un intero genere?.

Utilizzando scelte davvero intelligenti, il loot ad esempio viene generato tenendo presente si il nostro livello, ma anche un algoritmo randomico in grado di di non far trovare gli oggetti più forti in un luogo statico, come accade con i Souls.

La genialità di The witcher 3 nelle secondarie sta tutta nella cosa più banale del mondo: la trama. Solitamente le missioni di minor conto in questo genere hanno obiettivi statici: uccidi tot. nemici, libera l’avanposto ecc…

In The Wicher questo non succede perchè seppur le meccaniche tendano a ripetersi, ogni missione secondaria possiede una trama ben scritta  caratterizzata da scelte difficili, che molte volte vi porteranno a dubbi sul vostro operato.

Non sarà raro che trame come quella del mago che conduceva esperimenti al limite dell’umana coscienza o la tragica fine di una paesana uccisa per gelosia vi rimarranno impresse per molto tempo.

La cosa però che mi ha davvero sorpreso del titolo di CD Project Red è l’equilibrio che riesce a mantenere in ogni situazione, potrete fare 50 ore di missioni secondarie come il sottoscritto avanzare di livello e forgiare nuove lame. Ma quando vi deciderete di degnare anche le missioni primarie, il gioco vi sorprenderà sempre con una difficoltà giusta.

Non smetterò mai di consigliare questo titolo.

Bethesda prendi appunti.

 

valecant

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