Non ho molto da dire nei riguardi di Mafia 3. Sono infatti arrabbiatissimo con Hangar 13 (gli sviluppatori), non tanto per quello che effettivamente è Mafia 3, bensì per come hanno deciso di gestire il terzo e importante capitolo di una saga epica.
Per capire perché sono davvero incazzato bisogna conoscere il passato di Mafia. Lo riassumerò in poche righe proprio qui sotto.
IL PASSATO TALVOLTA NON RITORNA
Mafia è stata davvero una Killer Application del suo tempo. Pubblicato nel 2003, ormai oltre tredici anni fa (mamma mia come passa il tempo), il gioco di Illusion Softworks (poi 2K Czeck), è riuscito a imporsi sul mercato con una narrativa senza pari e un livello tecnico da urlo. In poche parole Mafia poneva i giocatori nei panni di un uomo, Tommy, che per grandi coincidenze viene reclutato dalla mafia italiana di Lost Haven, una cittadina americana di fantasia e mix di diverse grandi metropoli.
Ciò che all’epoca impressionò fu la cura incredibile per i dettagli. Ancora oggi il primo Mafia fa davvero la sua figura su Personal Computer (le versioni console è meglio lasciarle alla storia). Texture molto definite, modelli poligonali incredibili, un sacco di vetture diverse e diversificate come dio comanda grazie a un modello di guida simulativo e un gunplay al limite del realismo. Il tutto diluito da una trama assai presente e dai toni incredibili, che tra le altre cose prendeva in considerazione un lasso di tempo piuttosto lungo. Incredibile fu constatare come con il passare del tempo, vestiti, usanze e automobili cambiavano in modo coerente per una contestualizzazione inarrivabile.
Mafia 2 fu invece pubblicato nel 2010 e possiede tutte le caratteristiche del primo capitolo. Gli sviluppatori in questo caso si concentrarono molto sulla ricercatezza tecnica, riuscendo a raggiungere vette di eccellenza tutt’oggi inattaccabili. Il gameplay e il modo in cui la trama veniva raccontata erano del tutto simili al primo capitolo, pertanto gli sviluppatori ebbero l’effettiva opportunità di concentrarsi sul secondo capitolo come mai fatto in passato.
Giusto per far capire quanto caspita era graficamente dettagliato descrivo solo uno dei tanti accorgimenti ricercati dagli sviluppatori: nel momento in cui con l’auto si prendeva ad alta velocità una curva, era possibile osservare gli pneumatici modellarsi in modo dinamico in base al peso dell’auto, alla velocità e al tipo di asfalto su cui l’auto correva.
E ho detto tutto.
UN GAMEPLAY CHE NON E’ TORNATO
Com’era il gameplay dei primi due Mafia? In realtà molto semplicistico. Escluso ovviamente il modello di guida simulativo e una balistica da far invidia ad Arma III. Data una città di sfondo, Lost Heaven per il primo ed Empire Bay per il secondo, il giocatore era portato ad affrontare circa venti missioni per ognuno, tutte molto dettagliate e varie, che portavano il player a guidare e sparare in tutti gli antri della mappa di gioco. In poche parole ogni missione era studiata in modo da visitare una determinata porzione di città in modo tale da percorrerla tutta per intero nel corso della modalità principale. A mettere pepe al sedere vi era sicuramente una intelligenza artificiale di medio livello e una polizia sempre agguerrita e vigilante. Per finire nei casini bastava infatti passare col rosso a un incrocio o superare i limiti di velocità.
Ora: immaginate che tutti i fan della serie, oltre 5 milioni di persone, siano entusiasti della struttura dei primi due Mafia. Immaginate una 2K Games comunque soddisfatta dei risultati e volenterosa di creare un terzo e nuovo capitolo e sicura di fare nuovamente centro. Se io fossi stato nei panni dei dirigenti 2K sarei andato naturalmente a saggiare le opinioni dei videogiocatori più accaniti di Mafia, dando ascolto a coloro che in passato hanno celebrato i due giochi creando forum, siti internet e wiki di ogni sorta. Ma dato che in questi ultimi tre anni 2K sembra esser passata da publisher d’elitè e publisher “non so nemmeno dove iniziare”, ha deciso di dare ascolto a coloro che da tempo affermano che la serie Mafia pecca di “Free Roaming”, tutti coloro che i primi due Mafia, a conti fatti, non li hanno mai giocati.
FAMMI FUMARE, QUI E’ UN CASINO
Siamo in pieno sessantotto. Il mondo è in subbuglio, tutti reclamano diritti e nessuno sta più al suo posto. Un gran casino insomma. Gli universitari di tutto il mondo minacciano di rovesciare qualsiasi tipo di governo tenti di promuovere ignoranza, mentre manifestazioni “pacifiche” iniziano a prender luogo in tutte le capitali mondiali. E’ in questo contesto che prende luogo la storia di Mafia 3, narrando le gesta di un ex-combattente del Vietnam di nome Lincoln Clay, intento a sbarazzarsi dell’intera mafia italiana nella città di New-Bordeaux, una interessante interpretazione di New Orleans dei tempi.
La contestualizzazione di Mafia 3 è davvero perfetta: gli stranieri sono malmenati, l’economia stenta a crescere mentre i cittadini di New Bordeaux sembrano aver perso la speranza di osservare un futuro radioso. Sarà perché il razzismo è dilagante, sarà anche perché la città della Louisiana è sempre più scossa da movimenti culturali sempre più violenti. Sta di fatto che tutto è ricreato alla perfezione in Mafia 3: dall’uso delle parole, ai vestiti, alle automobili finendo per New Bordeaux stessa: tutto è davvero come dovrebbe essere. Ho apprezzato moltissimo la localizzazione in italiano dell’intero gioco e ancor di più ho ascoltato con piacere i vari programmi radiofonici che in qualche modo vanno a riprendere delitti razzisti dell’epoca. Insomma: Mafia 3 rende davvero l’idea del perché una figura come Donald Trump è stata eletta al comando degli interi Stati Uniti d’America.
Ma cosa c’è che non va in questo Mafia 3? Praticamente tutto il resto. Ma non fraintendetemi. In realtà Mafia 3 è davvero particolare in quanto a tutti gli effetti sarebbe stato davvero un grande gioco, se non fosse stato per alcune scelte davvero…insensate.
RIPETIAMO: MAFIA NON E’ FREE ROAMING
Hangar 13 è partita concependo Mafia 3 come un Mafia classico. E si vede. I personaggi sono perfetti, la narrativa è qualcosa di incredibile ed è capace di mostrare più linee temporali contemporaneamente. Di fatti lo studios statunitense ha deciso di basare l’intera avventura sul taglio di un grande documentario ove il giocatore è chiamato a prender parte agli eventi citati dalle persone che raccontano la storia di Clay negli anni successivi alle sue scorribande.
Il tutto è sorretto da un livello tecnico di alto livello, con modelli poligonali davvero perfetti e texture così dettagliate da far venire i brividi alla stessa Crytek (quelli di Crysis insomma). La colonna sonora è di prim’ordine, formata dai brani più celebri del tempo, mentre i vari livelli da affrontare sono piuttosto interessanti e portano effettivamente il giocatore a visitare tutti gli angoli di New Bordeaux.
Sembra essere tutto regolare, giusto? Lo sarebbe stato se gli sviluppatori non avessero deciso di rovinare tutto forzando il giocatore a portare a termine attività che nulla c’entrano con la trama del titolo, soprattutto se queste attività sono tutte uguali fra loro, di gran lunga ripetitive e soprattutto noiose. Si vede lontano un miglio che tutto questo è stato creato postumo alla redazione della trama e alla creazione dei livelli principali perché le sezioni di intermezzo, sinceramente, sono fatte così male che mi meraviglio del fatto che 2K abbia davvero fatto passare questo tipo di progetto.
Immaginate che Clay debba uccidere dieci persone legate al boss dei boss della famiglia mafiosa di New Bordeaux. Clay deve ucciderli tutti per riuscire a sconfiggere la mafia. Chiamiamo queste persone “Boss”, perché “Boss” lo sono a tutti gli effetti.
Le missioni in cui Clay deve affrontare questi Boss sono davvero all’altezza delle aspettative: ben studiate e soprattutto divertenti. Peccato che per arrivare a un boss, a un qualsiasi boss, dobbiamo per forza di cose ripetere all’infinito le stesse azioni per un tempo così lungo che porta davvero all’esasperazione. Per accedere alla battaglia coi boss dobbiamo necessariamente distruggere i loro bar/magazzini, distruggere automobili, rapire il luogotenente per ucciderlo o farlo nostro amico e successivamente vedersela con un sacco di bruti. Da notare è il fatto che per l’intera durata del gioco è possibile utilizzare le stesse due armi disponibili sin dalle prime battute: una pistola e un fucile. Alla fine i nemici non diventano mai più forti di quello che sono e credetemi: le attività secondarie che obbligatoriamente si devono portare a termine sono sempre tutte uguali per qualsiasi diavolo di boss.
Immaginate di dover perdere un’ora buona a distruggere casse/bar/magazzini per accedere a un vero livello di gioco e di dover ripetere tutto questo per altre 9 volte all’interno del gioco. Vi do solo un dato: Mafia 3 si completa in circa 24 ore. 18 di esse le passerete annoiandovi a distruggere casse, rapinare bar e invadere magazzini. E le dovete obbligatoriamente spendere quelle 18 ore se volete arrivare alla fine del gioco. E farlo è davvero straziante soprattutto notando la grande qualità degli intermezzi, della narrativa e soprattutto dei “livelli boss”. Tutto questo perché? Perché a detta di 2K e di Hangar 13, una struttura di questo tipo avrebbe fatto diventare Mafia 3 un gioco Free Roaming, proprio quello che i giocatori che non avevano acquistato i primi due volevano.
Peccato che non acquisteranno nemmeno questo terzo capitolo.
COS’ALTRO?
Se Mafia 3 fosse stato composto dalle sole “Missioni Boss”, dalle missioni secondarie fornite dai vari personaggi non giocanti di New Bordeaux e dalla possibilità di intrattenersi in attività varie quali rapina e sabotaggio, sarebbe stato davvero un capitolo fantastico. Vi sono però altre stonature che mi hanno fatto pensare che lo sviluppo di Mafia 3 ad un certo punto sia stato fermato per un breve periodo con l’ordine di confezionare il prodotto in pochissimi mesi, lasciando quindi in sospeso un sacco di cose. Per esempio, non è possibile fare rifornimento con la propria auto (dettaglio storico della serie), la polizia non insegue il giocatore anche in caso di gravi violazioni del codice stradale mentre il modello di guida, sebbene vi sia l’opzione “simulazione”, è molto basilare così come la fisica in-game. C’è pochissimo traffico per le strade di New Bordeaux e soprattutto l’ambientazione risulta essere scarna e poco definita, complice anche una grafica sporca che non mette per nulla in risalto la vera qualità visiva del titolo.
Nonostante le textures di altissima qualità osservabili nelle varie cinematiche, tutto appare molto piatto e poco definito, mettendo paradossalmente il secondo capitolo in una posizione di vantaggio. Luci, ombre, riflessi e particellari sono infatti gestiti in modo sbagliato dal motore grafico, andando pertanto a rendere poco gradevole Mafia 3 a livello puramente visivo, nonostante in realtà modelli e animazioni siano fantastici.
Ultima e non meno importante questione vi è l’ottimizzazione Pc. Nonostante una prima patch che ha permesso lo sblocco dei frame, è evidente che Hangar 13 non abbia affatto tenuto in considerazione la versione per i nostri gaming Rig. Su pc Mafia 3 è molto pesante e difficile da gestire, inoltre su molti computer da un sacco di problemi, come stuttering o addirittura un forte lag input (cosa che accade sul mio Pc). Come se non bastasse non riesce a raggiungere i 60 frame al secondo nemmeno su hardware ben più potenti di Ps4 e Xbox One, ove il titolo gira invece piuttosto bene. La versione migliore sembra essere quella per l’hardware di Sony, il che è parecchio assurdo se consideriamo che Mafia è tradizionalmente una produzione principalmente per Personal Computer.
Nonostante i modelli poligonali e le textures siano in altissima qualità, nelle sezioni di gameplay tutto risulta essere molto sporco e poco ad impatto.
IN THE CONCLUSION
Mafia 3 sarebbe stato un ottimo progetto se Hangar 13 avesse avuto la possibilità di continuare per la sua strada senza ascoltare il pubblico comunque non pagante. Si vede che a un certo punto è arrivata 2K e ha fatto in modo di far uscire il titolo praticamente immaturo per poter fatturare in questo trimestre per rimettere a posto i conti, ma non è stata una mossa azzeccata. E’ vero: Mafia 2 è stato rimandato milioni di volte, ma almeno ne è uscito qualcosa di memorabile.
Mafia 3 è invece una contraddizione unica proprio come i tempi che rappresenta: è forte di una trama incredibile rovinata da attività di intermezzo inutili, possiede una veste grafica di prim’ordine rovinata da una scarsa pulizia visiva e un gameplay divertente che si perde in un scarso dettaglio ai particolari e a una gestione nulla delle armi e del modello di guida.
Non posso premiare Mafia 3. Non posso far finta di niente perché è vero: se Hangar 13 non avesse intrapreso quelle scelte insensate o se almeno tra una missione e l’altra non ci sarebbe stato un intermezzo lungo e noioso, Mafia 3 sarebbe stato un gioco di gran lunga godibile e degno di essere ricordato.
E’ pur vero che il modello narrativo è pazzesco, i personaggi sono fantastici e il finale a detta di molti lascia davvero a bocca aperta.
Tuttavia non è giusto che per finire un videogioco debba impegnarmi per combattere la noia Soprattutto se questo videogioco si chiama Mafia.
Consigliato solo a chi vuole una esperienza narrativa di prim’ordine e ha voglia di spendere 25 ore del suo tempo randellando persone in bar anonimi di periferia.
In Breve
Mafia 3 è un gioco che ha puntato a soddisfare coloro che con Mafia non ci hanno mai avuto a che fare. Se Hangar 13 avesse creato Mafia 3 esattamente come i primi due saremmo stati davanti a un nuovo capolavoro, chiudendo un occhio su grafica e fisica. Purtroppo non è così e Mafia 3 risulta essere molto noioso e lacunoso, nonostante la trama e il contesto siano fantastici.