Ho molte altre passioni al di fuori del mondo dei videogiochi, una di queste sono i motori.
Da piccolo la prima cosa che imparai a leggere fu Quattroruote di cui fui un accanito lettore per molto tempo.
Crescendo, i giornali furono sostituiti da internet, mentre la mia voglia di vetture colmata da un sono ed unico programma: Top Gear.
Ho amato ed amo alla follia tutte le puntate storiche della serie, non nego di conoscerle a memoria. Trovo che trasmettano tutto ciò che un appassionato di auto voglia vedere senza rinunciare all’intrattenimento e all’immediatezza.
Quando Clarkson fu licenziato, per un fan come me fu un vero e proprio colpo, pari a quello che ricevetti quando Irrational Games fu smantellata.
E’ vero il corpulento giornalista ha esagerato più di una volta scatenando non poche gatte da pelare per il network Inglese più politicamente corretto in circolazione, ma il suo licenziamento a seguito di una aggressione fisica ancora molto poco chiara ha fatto infuriare i fan del programma con conseguente boicottamento, ed una shitstorm ai danni della BBC che a distanza di un anno e mezzo continua.
Passò poco tempo prima che gli altri due conduttori ed il resto della produzione decisero di dare le dimissioni, e dopo un susseguirsi incessante di rumors e presunti leak molti dei quali strampalati, fu resa ufficiale la notizia che il trio aveva trovato un impiego milionario presso Amazon.
Il loro nuovo lavoro si chiama The Grand Tour sarà composto da 12 puntate ed arriverà in Italia a Dicembre, questa è la nostra anteprima sul pilota uscito sette giorni fa.
ORA LAVORIAMO PER INTERNET
I primi tre minuti rimarranno nella storia.
Mi sento solo di dire questo per evitare spoiler e allo stesso tempo confermarvi la bontà di quello che vi è a schermo.
L’introduzione è una metafora degli ultimi mesi di Clarkson, un crescendo caratterizzato da una regia magnifica che riesce perfettamente a catturare l’essenza di quello che il programma vuole essere; si il rivale di un Top Gear che senza il trio è naufragato al primo scalo. Ma soprattutto trasmettere la bellezza di un road trip, di un viaggio in posti sempre diversi, accompagnati da una regia imponente (la stessa che nel 2002 decretò il successo alla BBC ritornata al completo) e tanto ma tanto humor senza filtri.
Jeremy, James e Richard citando le loro stesse parole ora possono dire tutto quello che vogliono d’altra parte lavorano per Internet.
FORMAT NUOVO STESSA CHIMICA
La mia più grossa paura prima di premere il tasto “play” era di limitarmi a vedere un Top Gear 2.0.
Fortunatamente la produzione è stata intelligente, optando per la creazione di un qualcosa che si distaccasse almeno parzialmente dal passato.
Non fraintendetemi, richiami e citazioni saranno presenti, così come diversi deja vu tra cui la presenza di un nebbioso e scivoloso tracciato Inglese per provare le auto ed i tanti e svariati servizi sparsi per il mondo.
Fin qui nulla di nuovo all’orizzonte allora dove e quando The Grand Tour si distacca dal passato, quali cambiamenti porta?.
Il primo che noterete è proprio il taglio registico, le inquadrature sono meno “grezze” e molto più ricercate, i bruschi cambi di camera ed i veloci pan e zoom, tipici dell’era BBC sono stati abbandonati in favore di primi piani e campi molto larghi.
Il cambiamento maggiore però, va ricercato all’interno del nuovo studio.
Top Gear ci aveva abituato ad un capannone in penombra, un logo tipico per assidui frequentatori di raduni e track day.
The Grand Tour si presenta con uno studio sempre si a contatto con il pubblico (anche se non più a 360° gradi) ma con uno stile che somiglia ad un vero e proprio palcoscenico.
A mio parere il tutto è stato fatto per venire incontro ad uno spettacolo che abbraccia totalmente un format comico tipicamente Americano come i Late Show e le Stand Up comedy.
L’idea iniziale del trio durante la stesura del programma a mio parere era quella di fondere Top Gear con i loro spettacoli in Live.
Riusciranno anche questa volta a spuntarla fino ad essere consacrati nell’Olimpo degli infallibili?.
Ovviamente, un fan del programma BBC come il sottoscritto inizialmente potrebbe storcere il naso di fronte ad una struttura meno improvvisata e molto più marcatamente recitata. Ma col senno di poi si renderà conto che il tutto funziona a meraviglia.
La chimica del trio rimane immacolata, mentre vi sono interessanti aggiunte come piccoli monologhi comici e svariate interazioni attive con il pubblico che sicuramente daranno nel prossimo futuro sketch destinati a diventare virali oltre che famosi in rete.
Se come accennato precedentemente le parti in studio dimostrano di possedere una scaletta più organizzata che in passato, i servizi si dimostrano molto più naturali, rivelando quella vena pasticciona tanto apprezzata in 16 stagioni di Top Gear.
La portata principale della prima puntata, punta tutto su una vera e propria sfida tra colossi dell’automobilismo.
LaFerrari (la macchina uscita dai sogni di un me all’età di 9 anni) la Porsche 918 e La McLaren P1 pronte a darsi battaglia.
Sebbene per molti si tratta di una sfida vista e stra rivista soprattutto su YouTube, il servizio scorre piacevole , quello che si respira è l’amore che il trio dimostra per queste supercar.
La puntata infine giunge al termine con un risultato decisamente non scontato, lasciandoci addosso la sensazione di aver solo scalfito la superficie della nuova produzione Amazon.
The Grand Tour è un mix di vecchio e nuovo, una struttura che decide di rinforzare delle radici molto solide senza però disdegnarsi di costruire sopra qualcosa destinato a divenire di culto.
Se si dovessero far paragoni, questa prima puntata equivale ad una buona partenza, non rimane che vedere come verrà presa la prima curva dopo il rettilineo.