Analisi ‘Oceania’ – La storia, i personaggi, le canzoni!

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E’ ormai passata quasi una settimana dall’uscita nelle sale italiane di Oceania, il nuovissimo classico Disney che sta attirando grandi e piccini al cinema e riscontrando parecchi pareri positivi.
Nel primo weekend ha totalizzato la bellezza di oltre 1 milione e mezzo di euro di incassi, battendo quello di ‘Rogue One’.

Come già detto nella recensione di qualche settimana fa, per me è un assoluto capolavoro, probabilmente uno dei migliori film della famosa casa d’animazione.
Quest’oggi voglio concentrarmi sul fare un’analisi approfondita della storia e dei personaggi, nonché delle canzoni, elemento fondamentale e distintivo dei classici e di questo in particolare.

Rivediamo la storia insieme che, come sappiamo, parte con un racconto di Nonna Tala ai bambini del villaggio, dove spiega l’origine delle terre e della vita per mano del cuore di Te Fiti, Dea e isola madre. Il potere di creare la vita era bramato da tanti, e mille anni fa il suo cuore venne rubato dal semidio Maui. In quel momento apparve una divinità malvagia, Te Ka, che si mise a guardia dell’isola madre e si scontrò con Maui. Da quel momento nessuno lo vide più, e una maledizione ora incombe sul mondo, un’oscurità che lo avvolge isola dopo isola e fa morire ogni forma di vita esistente.
Questa parte viene narrata con degli affascinanti disegni in 2D, che ci riportano un po’ ai tempi d’oro dell’animazione Disneyana e si ispirano alle rappresentazioni delle isole del Pacifico. Lo stesso lo ritroviamo nei tatuaggi animati di Maui!
Già dai primi minuti emerge una parte importante delle tradizioni della Polinesia: la mitologia. Su di essa si regge la storia narrata nel film.
Nonna Tala parla di un prescelto, qualcuno che un giorno riporterà il cuore a Te Fiti e ripristinerà l’equilibrio delle cose. Tutti i bambini del villaggio vengono spaventati da questi racconti, ma non la piccola Vaiana, che si dimostra affascinata e interessata. In quel momento la vediamo attirata dall’orizzonte, e una volta giunta in spiaggia aiuta un cucciolo di tartaruga marina ad attraversarla e ricongiungersi con il mare. Già qui possiamo vedere due aspetti importanti del film: il senso di protezione verso la natura e le sue creature, e l’accompagnamento di un piccolo smarrito che ha bisogno di aiuto per arrivare alla sua meta. Il primo, è un punto fondamentale della cultura Polinesiana; come emerge anche dai racconti tramandati per generazioni, uno stile di vita essenziale e nel rispetto di ciò che ci circonda è quello che viene adottato da queste popolazioni. Non sono padroni della terra e di ciò che offre, ma ne usufruiscono contribuendo a loro volta a mantenerne l’equilibrio naturale. Un primo accenno di un’insegnamento che verrà poi esplicitato con la prima canzone “Where you are”.
In più vediamo una piccola Vaiana che inconsciamente si pone verso la tartarughina come guida e protezione, ma è lei che deve raggiungere la sua meta; un po’ quello che Nonna Tala fa con lei, se ci pensate. Le indica la strada e le sta accanto, ma è lei a dover crescere nel viaggio e capire qual è il suo scopo.
Il suo gesto, all’apparenza molto semplice ma che ha un grande valore, le apre un sentiero di conchiglie nel mare: L’oceano l’ha scelta, e le ha mostrato il cuore di Te Fiti (che dopo lo scontro tra Maui e Te Ka si perse nel mare).
L’idea geniale di rendere l’oceano un personaggio contraddistingue questo film; non è solo acqua che collega le terre, ma è una personificazione e ha una propria volontà. Ci avete pensato? Perché l’oceano avrebbe bisogno di una prescelta? Perché per lui è così importante che si riporti il cuore a Te Fiti? La risposta è semplice: L’oceano collega tutte le isole, e senza nessuno che ne usufruisca non può onorare il suo ruolo. Per questo Vaiana! Perché lei è forte ed è coraggiosa, non si fa problemi a imbarcarsi verso l’ignoto pur di salvare il suo popolo e la sua terra, ma in più ha dentro di sè un sogno più grande che scoprirà proprio grazie a questo viaggio: onorare la tradizione dei suoi antenati e far riscoprire alla sua gente la gioia di essere dei navigatori. In questo senso l’oceano si pone per Vaiana come guida e amico.

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Prima di arrivare a capirlo però, deve scontrarsi con quelle che sono le paure e le incertezze di una ragazzina di 16 anni, che nel suo caso ha una grande responsabilità, quella di guidare il suo popolo. Il padre di Vaiana, capo del villaggio di Motu Nui, è forte e capace, ma anche lui nasconde una grande paura: l’oceano. Da giovane ha avuto un tragico incidente che lo ha segnato, e ha quindi deciso di tenere la sua famiglia e la sua gente al sicuro sull’isola, negando ogni possibilità di navigare oltre il reef. Vediamo quindi un uomo grande e forte, apparentemente sicuro di sè, che nasconde dentro un grande dolore e non riesce a superarlo.
Con “Where you are”, spiega a Vaiana che il villaggio è tutto ciò di cui lei ha bisogno, che è una terra fertile che offre tutto ciò che serve per vivere bene, che lì la gente è al sicuro e ha bisogno di una guida per far funzionare quel sistema, e quella guida è lei. Nel frattempo Nonna Tala le dice che è giusto adempiere ai propri compiti, ma che è anche giusto ascoltare il proprio cuore, e che non per forza le due cose non possano coincidere.
Lei cresce, impara, matura, e capisce di potercela fare. Si dimostra infatti molto abile nel risolvere i problemi che si presentano, ma non tutto si può risolvere stando solo al comando dell’Isola. Infatti, l’oscurità ha ormai raggiunto anche Motu Nui, non c’è più pesce e il cibo marcisce. Le parole della nonna continuano a risuonarle in testa, quella voce si fa sempre più forte, e Vaiana nel cercare soluzioni propone la pesca oltre il reef, ma ottiene un severo “no” da parte del padre.
Le certezze che aveva costruito per tutta la sua adolescenza crollano. E’ una parte molto importante, perché a quell’età tutti ci siamo sentiti così, e tutti possono riconoscersi in lei.
Capisce che non può più negare ciò che sente dentro di sè, che anche se non sa dove il mare la porterà, sente di dover rischiare. “How far I’ll go” parla di questo, di una ragazza che ama il suo popolo, ama la sua terra e vuole prendersene cura, ma ama anche il mare e sente che l’unica strada possibile per salvare il suo popolo, è quella di intraprendere il viaggio a cui sente di essere destinata. Così un po’ inconsciamente, sale su una barca e va oltre il reef con il suo fedele amico Pua, il maialino vietnamita che tutti avremmo voluto vedere più presente nel film, ma che in questo caso ha un ruolo fondamentale. Incontrano infatti delle onde molto alte, ed entrambi rischiano la vita. In quel momento Vaiana si preoccupa di perdere qualcuno a lei molto caro, e ricollega quest’esperienza alle parole del padre, che vuole proteggere la sua famiglia dai pericoli del mare. Pua in questo senso si pone come campanello d’allarme per Vaiana, la costringe a mettere in discussione sè stessa e le sue capacità, e questo è importante perché la porta anche ad affrontare le proprie paure. Pua d’altronde, l’ha sempre spinta verso il mare e sostenuta.
Le onde li riportano in spiaggia, e Nonna Tala che ha visto l’accaduto, cerca di far emergere quella parte che la nipotina cerca di seppellire nel profondo per le sue paure. In questo dialogo, la nonna afferma che quando lei morirà, si reincarnerà in una manta, altro elemento fondamentale della cultura omaggiata nel film. Vaiana è combattuta, ma la sua curiosità è più forte. In quel momento, Nonna Tala capisce che è il momento giusto per far scoprire una verità a Vaiana, cioè che i loro antenati erano grandi navigatori. Non lo dice, ma lascia che sia lei stessa a scoprirlo, portandola dentro una caverna dove sono nascoste delle grandi imbarcazioni che venivano un tempo usate dal suo popolo.
Qui si ascolta “We know the way”, canzone degli antenati amanti del mare e dell’esplorazione di nuove terre, che come dice il testo “tengono sempre in mente la propria casa e quando è tempo di ritrovarla sanno qual è la strada”.
Già qui viene spiegato qual è il destino di Vaiana: andare per mare, ma tornare sempre a casa. Non è necessario scegliere il mare, o scegliere il proprio popolo, perché nel suo caso le due cose coincidono.

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Vaiana è sovraeccitata dall’apprendimento di tale notizia, non contiene l’emozione e capisce qual è la soluzione a tutti i problemi, cioè prendersi cura del proprio popolo riportando il cuore a Te Fiti. L’oceano si mostra a Vaiana per la prima volta da quando era piccola, e lei capisce che è tutto reale, che è davvero la prescelta. Ma il padre non è d’accordo, non crede a queste storie, ha rinchiuso una parte importante delle sue origini, ed è troppo spaventato per lasciare che la sua piccola si prenda una responsabilità così grande e navighi il mare da sola e inesperta, e decide quindi di bruciare tutte le imbarcazioni, ma prima che lui possa farlo Vaiana trova il bastone della nonna per terra, e un abitante del villaggio li chiama.. il suo tempo è giunto. Ma non è la fine. La nonna la incoraggia per l’ultima volta ad ascoltare la voce che lei sente dentro, ed è l’unica che conosce il segreto sull’oceano e che crede al vero destino di Vaiana. Così le dice di trovare Maui seguendo “l’amo nel cielo” (cioè la costellazione dello Scorpione, che nella cultura Polinesiana è chiamata dai nativi ‘l’amo di Maui’), e di costringerlo a riconsegnare il cuore a Te Fiti. Le mette in mano la collana con all’interno il cuore, e le dice di andare. Vaiana non vuole lasciarla, ma sà che deve farlo, per il suo popolo e per sé stessa. Con il reprise di “How far I’ll go”, vediamo la mamma di Vaiana, che fino ad allora sembrava essere d’accordo con il testardo marito, aiutarla nel prendere le provviste per il viaggio; è preoccupata per la figlia, ma apprezza il suo legame con l’oceano e sà che farà le scelte giuste.
Nella canzone Vaiana acquista un po’ di fiducia, adesso non può più negare quella voce, e si guarda indietro per l’ultima volta, quando una grande manta brilla nella notte e le segna la strada in acqua per accompagnarla. Nonna Tala è lì con lei ad indicarle la via. Adesso sà di poter partire.
Da qui inizia il vero e proprio viaggio della nostra coraggiosa protagonista, che dovrà scontrarsi con la sua inesperienza nella navigazione e la sua poca conoscenza del mare. Nei momenti di panico chiede all’oceano aiuto, ma non ne riceve alcuno. Come fa Nonna Tala, l’oceano non vuole coccolarla e spiegarle tutto, ma è lei che deve affrontare paure e problemi e capire da sola come superarle e risolverli. Nonostante ciò, riesce a raggiungere l’isola dove si trova Maui, seimidio del vento e del mare, e fa la sua conoscenza con la canzone “You’re welcome”, dove Maui si dimostra un pò sbruffone ma fiero di tutte le cose che ha fatto per gli uomini, e riesce a incantarla con i suoi racconti rinchiudendola in una caverna e rubandole la barca. Maui infatti, vuole prendere il mare per ritrovare la fonte dei suoi poteri: il suo magico amo da pesca che gli permette di trasformarsi in qualsiasi creatura e che ha perduto nello scontro con Te Ka.

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Nella canzone vengono omaggiate tutte le imprese che nella mitologia Polinesiana sono attribuite a Maui, e che vengono raccontate tramite una bellissima animazione in 2D dei suoi tatuaggi ispirati a quelli degli abitanti delle Isole Marchesi. Tra i tanti, facciamo la conoscenza di un personaggio poco considerato da tutti: Mini-Maui! Questi prende il ruolo della “coscienza” di Maui, che lo porta continuamente a dubitare delle sue azioni egoistiche e ad agire per il meglio.
Vaiana riesce a liberarsi e a raggiungere la barca anche con l’aiuto dell’oceano, e cerca di convincere Maui a rimediare ai problemi che ha creato, ma lui non ne vuole sapere poichè ha anche lui paura.
Maui, da quando ha rubato il cuore, ha perso il suo amo ed è caduto “in disgrazia”. Era amato dagli uomini per tutti i grandi doni che gli aveva concesso, e tutti gli apprezzamenti che riceveva lo spingevano sempre a superare sé stesso. Per questo rubò il cuore, pensando che il dono di creare la vita potesse portare molti vantaggi agli uomini, ma non sapeva che quell’azione avrebbe portato a disastrose conseguenze. In questo senso, Maui ha dovuto scontrarsi con un limite che lo ha messo in discussione, e da quel momento pensa di non essere nessuno senza il suo amo da pesca, e di non essere abbastanza forte per sconfiggere Te Ka e salvare il mondo.
Il film infatti, gira tutto intorno alle paure che ognuno di noi ha, e che prima o poi deve imparare ad affrontare.
Grazie a Vaiana, Maui avrà l’opportunità di rimediare ai propri errori e di ritrovare sé stesso.
Mentre affrontano insieme un lungo viaggio e delle strane noci di cocco assassine, si aiutano l’un l’altro e imparano a sostenersi a vicenda, nonostante Maui all’apparenza si dimostri duro. Nel recuperare l’amo che risiede sul guscio di Tamatoa, un enorme crostaceo egocentrico che ama le cose luccicanti, durante la sua canzone “Shiny” vediamo un Maui che riprende in mano il suo amo ma non ricorda come si usa, e viene così sbeffeggiato per il suo passato, ma non solo. Il gigantesco granchio gli dice che non sono poi così diversi: lui si ricopre di oggetti scintillanti per darsi un tono, Maui si ricopre di tatuaggi delle sue imprese per convincersi di essere importante.
Le azioni di entrambi sono volte a nascondere le proprie insicurezze. Ma mentre Tamatoa si ritrova rinchiuso a Lalotai, il regno dei mostri, e non trova mai il coraggio di affrontare sé stesso, Maui ha accanto una nuova amica che sta compiendo quel viaggio interiore e lo aiuterà ad aprirsi e confrontarsi.

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Maui le racconta quindi che è stato gettato dall’oceano dai suoi genitori umani quand’era appena nato, e che gli Dei lo hanno trovato e gli hanno consegnato l’amo. Emerge quindi la vera anima del personaggio. Lui crede di non valere nulla senza quell’amo, ma Vaiana gli dice che quello che lui è lo deve solo a sé stesso, e che se gli Dei lo hanno scelto e reso un semidio è perché hanno visto qualcosa in lui, proprio come l’oceano ha visto qualcosa in lei. Un messaggio importante, quello di essere fautori del proprio destino. Puoi avere degli aiuti durante il tuo viaggio, ma alla fine se raggiungi la meta è sempre grazie a te stesso.
Il rapporto fra i due si intensifica, e Maui le insegna tutte le tecniche di navigazione, mentre lei lo aiuta nel ricordare come usare l’amo, finché non arrivano finalmente all’isola madre, e Maui si scontra nuovamente con Te Ka.
In quel momento Vaiana, presa dalla troppa sicurezza e dalla consapevolezza di essere ormai giunta alla meta, fa di testa sua rischiando di essere colpita da Te Ka, e Maui per proteggerla incrina il suo amo.
Le certezze del semidio crollano, non ha ancora compreso sé stesso e le sue capacità, e facendosi prendere dallo sconforto, abbandona Vaiana sulla barca e vola via. Così crollano nuovamente le certezze della giovane, che parlando con l’oceano dice di non essere la prescelta, e gli riconsegna il cuore.
Questa è una parte molto importante; nel proprio viaggio ci saranno sempre dei momenti di sconforto, dei momenti in cui si penserà di “non essere abbastanza” e di non potercela fare, ma si deve avere la forza di reagire e tornare più forti di prima, superando anche gli ostacoli che ci sembrano invalicabili. Nel nostro viaggio non saremo mai soli, avremo sempre qualcuno che ci aiuterà a credere in noi stessi. Nel caso di Maui, si tratta proprio di Vaiana, che lo ha spinto sempre ad ascoltare il suo cuore, e nel caso di Vaiana si tratta di Nonna Tala. Lei infatti, è sempre lì, non l’ha mai abbandonata. Ha affrontato tante difficoltà da sola, ed è cresciuta molto, quindi è il momento di mostrarsi a lei e farla riflettere nuovamente sul suo futuro. “I am Moana” è il duetto fra le due, dove la nonna la porta a chiedersi “Chi sono io?”, e lei comprende finalmente ciò che in fondo aveva sempre saputo, che è la ragazza che ama la sua terra ed è anche la ragazza che ama il mare, che è destinata a guidare il suo popolo ma che discende anche da una stirpe di navigatori, e non può ignorare nessuna delle due parti, perché sono ciò che la completano e che danno forma alla sua identità.
Ha ormai capito chi lei è e non ha più dubbi. Si tuffa in acqua, recupera il cuore, e ritorna da Te Ka, affrontandolo da sola… o quasi. Arriva infatti Maui ad aiutarla, che ha riflettuto e ha capito di doversi confrontare con il suo passato guardando al suo futuro, mentre lei corre verso Te Fiti per rimettere il cuore al suo posto. In quel momento vediamo anche il sostegno dell’oceano, che una volta che è arrivata alla meta può fisicamente contribuire ad aiutarla. Ma una volta arrivata in cima non vede Te Fiti, e guardando Te Ka con occhi diversi capisce che non è un mostro, ma solo qualcuno “a cui è stato rubato il cuore” e che adesso “non ricorda più chi è”. Chiede quindi all’oceano di dividersi per lasciare che questi vada verso di lei, affrontando con sicurezza e coraggio un pericolo che potrebbe rivelarsi fatale, e in quel momento canta la canzone “Know who you are” che porta Te Ka a guardarsi dentro e riscoprire il suo vero io; Vaiana mette quindi il cuore nel suo petto, e si scopre che Te Ka è in realtà Te Fiti.
L’isola madre rinasce, tutta l’oscurità si dirada e lascia spazio al verde. Maui chiede scusa alla divinità, e lei lo ringrazia per aver rimediato al suo errore donandogli un nuovo amo. A volte i nostri errori ci sembrano così gravi che ci è impossibile pensare che vi sia rimedio, ma troveremo sempre qualcuno disposto a perdonarci.

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Vaiana riceve una barca per tornare a casa. I due amici adesso devono separarsi, perché ognuno deve seguire la propria strada, ma nessuno dei due dimenticherà mai quanto l’altro sia stato importante.
Una volta tornata a casa, i genitori la accolgono con un caldo abbraccio e festeggiano. Il film si chiude con il popolo di Motu Nui che ritorna a navigare sulle note di “We know the way”, con Vaiana alla loro guida e Maui e Nonna Tala ad accompagnarli, tutti felici di aver riscoperto una parte importante della loro cultura.

La ricerca del proprio ‘io’ e il coraggio di seguire le proprie passioni e di affrontare le proprie paure sono le colonne portanti di questo nuovo classico d’animazione, che unisce temi attuali e personaggi moderni in cui ogni spettatore può rispecchiarsi, con le antiche tradizioni delle isole del Pacifico. Come già spiegato nella recensione, c’è stata una grande ricerca per quanto riguarda le ambientazioni, i materiali, ma soprattutto i modi di vivere e la cultura di queste popolazioni, dove la musica è parte integrante e fondamentale. Per questo vediamo anche la collaborazione di un noto gruppo Polinesiano per quanto riguarda la stesura dei testi delle parti cantate nella lingua locale.
Le canzoni sono quindi parte integrante della storia, non l’accompagnano e basta, ma l’arricchiscono. Per questo consiglio l’ascolto in inglese, poiché con l’adattamento italiano si sono persi molti significati intrinsechi.
“How far I’ll go”, la canzone principale della protagonista, il reprise di questa e il richiamo nella canzone “I am Moana”, segnano i tre passaggi chiave che portano Vaiana a scoprire la sua identità.
Da una ragazza insicura e spaventata, a una ragazza che si prende di coraggio per affrontare le sue paure, fino ad arrivare a capire sé stessa e il suo futuro. Il suo viaggio è reale ma è anche e soprattutto interiore.
Troviamo poi la canzone degli antenati, che porta a riflettere sul “sapere chi si è e sapere da dove si viene”. Non si devono quindi mai negare le proprie origini, perché fanno parte di noi, ma è importante intraprendere il proprio viaggio; solo così, potrai sapere chi sei.
Guardare al passato, pensando al proprio futuro, ma essendo consapevoli di appartenere sempre a qualcosa, che sia un luogo o una famiglia.
Il tema dell’affrontare le proprie paure è la chiave di tutto. Tutti, infatti, hanno paura. Dal grande e fiero capo di un villaggio alla sua figlia adolescente, da una semidivinità a un granchio gigante. Nessuno escluso. E’ il modo in cui decidiamo di affrontarle che ci definisce, e il film ci fa vedere ogni tipologia di approccio: la ragazzina coraggiosa che affronta tutto da sola, lo sbruffone che pensa di non aver nulla da affrontare, il vanitoso che ha deciso di nascondersi rimanendo solo, e la divinità che si sente così tradita da non riuscire nemmeno più a ricordarsi chi è.
Infine, ci viene mostrata l’altra faccia della medaglia: se “ti rubano il cuore” (inteso come negazione del proprio io), puoi scordare chi sei e trasformarti in qualcosa che non ti appartiene.
Non bisogna mai permettere che nessuno ci privi di qualcosa che definisce la nostra identità, perché in futuro potremmo non riconoscere più noi stessi.
Tante tematiche importanti perfettamente inserite in un contesto affascinante ed esotico, che coinvolge i più piccoli grazie ai colori vivaci, ai personaggi simpatici e alla storia accattivante, ma che conquista i cuori di tutti i grandi che possono riconoscersi in qualcuno dei contesti rappresentati, e magari trarre spunto dai protagonisti per riprendere in mano la propria vita.