Benvenuti alla seconda puntata di “Un Caffè con ProjectNerd“!
L’ospite che vi presenteremo oggi è Antonio Solinas, che dal 2013 lavora come editor e traduttore per Panini Comics.
È co-autore di due libri di critica fumettistica: Lezioni di Fumetto: Dave Gibbons, in collaborazione con smoky man, uscito per la Coniglio Editore nel 2008, e Grant Morrison: All Star, scritto insieme a Giovanni Agozzino e Nicola Peruzzi, edito nel 2010 dalla Double Shot Edizioni.
Antonio Solinas è anche uno sceneggiatore di fumetti: tra i suoi ultimi lavori ritroviamo la sceneggiatura di un capitolo di “Amazzoni” della Passenger Press, e “Tupac Shakur: solo Dio può giudicarmi“, uscito a Settembre per Becco Giallo, in occasione del ventennale della morte del noto rapper e attivista statunitense.
Non a caso Antonio Solinas risulta essere un grande appassionato di musica hip-hop: ha scritto per la rivista Superfly, ha collaborato per blog, siti di settore e dulcis in fundo è stato il curatore, nonchè traduttore dell’edizione italiana di “Hip Hop Family Tree” di Ed Piskor, che racconta la nascita del movimento hip-hop.
A: Come e quando è nata la passione per il fumetto?
A.S.: Domanda da 100 milioni di dollari..! c’è sempre stata, fin da bambino ho sempre letto fumetti.
In particolare, a differenza di alcuni miei coetanei che sono cresciuti con Bonelli e Disney, io ero più sul versante supereroistico, e sono rimasto appassionato del fumetto americano.
A: I tuoi autori e personaggi preferiti?
A.S.: Per quanto riguarda gli autori sicuramente Grant Morrison, sul quale ho scritto anche un libro; fra i personaggi senza dubbio Batman. Il mio fumetto preferito è da sempre The Invisibles.
A: Mi ha particolarmente colpita la tua scelta di descrivere la biografia di Tupac Shakur, cosa ti ha spinto a volerla raccontare?
A.S.: In primis la voglia di mettermi in gioco e poi il fatto che ci fosse il ventennale della sua morte, dato che questo poteva costituire un elemento di maggior vendibilità, un “gancio” per una storia che secondo noi meritava di essere raccontata.
A: Leggendo a grandi linee la trama della biografia del rapper, abbiamo scoperto che esistono molte versioni circa la sua morte. Come avete raggiunto le conclusioni che emergono dal fumetto?
A.S.: In realtà noi non abbiamo dato nessun tipo di conclusione, nel senso che abbiamo raccontato soltanto i fatti.
A corredo, abbiamo anche fatto cenno a quelle che sono le teorie cospirazionistiche intorno alla sua morte… Nonostante infatti ci siano intorno al personaggio una serie di teorie cospirazioniste (alcuni addirittura dicono che Tupac sia ancora vivo), ci sembrava presuntuoso trarre una nostra conclusione.
Abbiamo quindi cercato di restare i più fedeli possibili ai fatti, cosa che ci ha fatto incontrare anche qualche difficoltà, perché quando siamo andati a vedere la sparatoria per cui poi è morto, l’abbiamo dovuta ricostruire noi!
Quello che c’è su internet è errato, o meglio speculare: per esempio, gli assalitori vengono riportati da destra invece che da sinistra… oggi come oggi, con Google Maps è possibile andare a vedere i luoghi fisici, e leggendo i resoconti ci siamo appunto accorti che quello che si trova su internet è sbagliato…
Z: Poco fa hai citato le solite teorie cospirazioniste americane..
A.S.: Esatto! In questo caso si fondano sul fatto che il personaggio fosse parecchio complesso: poeta e gangster, attivista e tamarro, artista e attaccabrighe…insomma molte sfaccettature che raccontano l’America nera odierna.
A: Il tutto si è quindi trasformato in una vera e propria ricerca!
A.S.: Forse al lettore arriverà circa il 10% di tutto questo lavoro, ma era importante farlo.
Z: Un lavoro quasi poliziesco!
A.S.: La vicenda inizia quando la madre era una ragazza, prima che lui nascesse: abbiamo raccontato una trentina d’anni di storia americana, e siamo dovuti andare a ricostruire elementi come il vestiario o le carceri del ’70; chiaro, c’è stata una stilizzazione, ma abbiamo dovuto lavorarci parecchio.
A: Per quanto riguarda “Amazzoni“, sappiamo che è una storia completa, autoconclusiva, con all’interno degli episodi che ciascun team ha creato singolarmente. Potresti descriverci la tua personale visione dell’Amazzone? Che cos’è per te un’Amazzone?
A.S.: Bella domanda! Un’amazzone è uno dei tanti ideali di femminilità, non necessariamente il mio, ma non vedo nulla di male nell’idea di una donna forte e liberata.
Nel caso dell’opera in questione, le Amazzoni fanno parte di una società in cui le donne si autogestiscono e determinano il loro destino da sole: non era esclusivamente una mia visione perché, come hai detto tu, ero parte di un team che andava a comporre un puzzle.
Mi piacciono i personaggi femminili forti, e quindi ho voluto raccontare insieme al disegnatore Lorenzo Palloni un altro esempio di femminilità “tridimensionale”!
Z: Non sai quanto stai rendendo felice Anna in questo momento! Con l’ospite precedente stavamo infatti parlando della parte Marvel che sta andando sempre più verso il femminile! Come un Thor al femminile, Ironman che dà l’armatura a una ragazza..
A.S.: Sì, a volte queste operazioni sono un po’ forzate, altre volte lo sono di meno.
Personalmente mi fà molto piacere che la base di lettura del fumetto vada ad allargarsi e abbandoni lo stereotipo (purtroppo abbastanza realistico) del nerd cinquantenne che non ha mai vissuto niente, con una scarsa igiene personale, sessista e che vive fantasie di potere sui personaggi femminili della fiction.
Z: Negli ultimi anni la figura del nerd si sta evolvendo, è meno emarginato?
A.S.: Sì, oggi come oggi fà figo essere nerd, ma credo che oggi chi dica di esserlo non lo sia più davvero, almeno nell’accezione originaria. Il nerd “originale” è una persona che ha problemi di socialità, mentre i nerd di oggi, per fortuna, non sembrano avere problemi di questo tipo.
Il termine odierno ha chiaramente un significato diverso, ma stiamo attenti alle confusioni. Ritengo che nella cultura nerd “originale” ci fossero degli elementi di sessismo e di non inclusività che trovo molto pericolosi.
Non so come sia ora nelle nuove comunità nerd, e non spetta a me discuterne.
A: Puoi darci qualche anticipazione sui progetti in cui ti vedremo prossimamente?
A.S.: il mio lavoro è quello di fare l’editor per la Panini, sto lavorando su alcune serie che usciranno presto che hanno come sempre a che fare con il versante americano.
Per quanto riguarda le opere fumettistiche sto pensando di fare qualcos’altro insieme a Paolo Gallina, il disegnatore di Tupac, con cui ho avuto un rapporto di lavoro splendido.
Inoltre vorrei fare un’autoproduzione un po’ punk, molto “cotta e mangiata”, che vedremo se riusciremo a far uscire per Treviso 2017.
Z: Consigli per chi si affaccia in questo mondo lavorativo?
A.S.: Per quanto riguarda l’aspetto creativo, se volete fare il disegnatore o lo sceneggiatore, consiglierei a tutti di farsi un’autoproduzione.
Gli editori tradizionali in questo momento soffrono per vari motivi, e si può riuscire a farsi notare con il proprio progetto personale.
Se siete dei disegnatori, quindi, cercate un amico che sappia scrivere, un amico che abbia capacità come grafico, investite qualche euro, fate il vostro fumetto, stampate 100 o 200 copie e vendetele a una fiera come questa. Fate girare le copie che non vendete a qualche editore e fatevi notare. Per quanto riguarda invece l’editing o le traduzioni, venite stasera al mio workshop alle 18.00 (al Giocomix, N.d.R.) e vi spiegherò tutto.
Annina e Zenon ringraziano Antonio Solinas per la sua disponibilità!
Un saluto a tutti i ragazzi di ProjectNerd!!