Terzo episodio della storia dei videogiochi. In questa speciale puntata le console lasciano spazio a uno dei primi personal computer: il Commodore 64. Siamo nei primissimi Anni 80 e sicuri di poter dire che da questo momento in poi “si fa sul serio”. Cosa significa?
Dopo la prima console war, dominata da Atari, molte cose sono cambiate. La crisi del 1983 della stessa compagnia e insieme di tutta la nascente industria videoludica ha ridimensionato il mercato. Quello dei videogames è ormai un mondo dove ci sono sempre più competitor, dove contano creatività e innovazione, dove il pubblico inizia a scegliere consapevolmente. Un mercato per così dire “normale”, certamente non la miniera d’oro a cielo aperto inizialmente immaginata da Atari. E se il gioco si fa duro, ecco Nintendo e Sega affrontarsi per la prima volta sul mercato globale. Ma oltre alla Terza generazione di console, si presenta in corsa un elemento “alieno”, proveniente dal mondo dei primi personal computer. Sullo sfondo di “Nintendo Entertainment System vs Sega Master System” troviamo lui: il Commodore 64.
Il biscotto più desiderato al mondo: Commodore 64
Non si tratta del primo pc mai commercializzato, né del primo tentativo di Commodore Business Machines di sfondare nel mercato degli home computer. L’azienda ci aveva già provato con il VIC 20 e al momento del lancio del C64, nel 1982, la concorrenza è agguerrita. TI-99 di Texas Instruments, ZX Spectrum di Sinclair e CPC 464 di Amstrad sono importanti esempi dei rivali di Commodore. A questi si aggiunge il “leviatano” Atari con i modelli Atari 400 e Atari 800.
Quali sono gli ingredienti del successo del Commodore 64?
Anzitutto, l’innovazione. Sulla scia del VIC 20, il Commodore 64 è un computer utilizzabile anche dai non esperti di informatica. Semplicissima (quanto indimenticabile) è la sequenza di comandi per avviare qualunque tipo di programma attraverso il datassette.
Secondo, una strategia di distribuzione aggressiva. Il Commodore 64 è il pc per tutti: come tale può essere acquistato ovunque, dai supermercati alle cartolerie. Terzo, ma non meno importante, il case praticamente identico al modello precedente permette di mantenere un senso di continuità nel pubblico contenendo i costi di produzione.
C64 experience
Il C64 possiede un processore a 8 bit, che nella versione PAL sfiora il megahertz di frequenza di clock, 64 kb di RAM e 20 di ROM. Un riferimento è doveroso, inoltre, per il chip grafico VIC-II, che visualizza un massimo di 16 colori per una risoluzione di 320 x 200 o 160 x 200. Questa varia seconda del numero di colori visualizzati per ogni cella (rispettivamente 2 o 4). Ciò per cui lo ricorderemo, tuttavia, sono il linguaggio di programmazione, BASIC, e il chip sonoro, SID-6581.
Il primo, dall’inconfondibile sfondo blu, fa da sistema operativo per la console. È lui l’oracolo che predice il caricamento di un gioco e, al tempo stesso, messaggero dei troppo frequenti errori che ci costringeranno a ritentare. In mancanza del floppy drive da 5,25” pollici, con velocità di caricamento doppia rispetto al famoso Datassette, caricare un gioco per Commodore 64 è un viaggio dall’approdo non scontato.
A partire dal comando da cui tutto inizia, “PRESS PLAY ON TAPE”, siamo incoraggiati dopo pochi istanti dal messaggio “FOUND”, che indica per l’appunto che qualcosa è stato trovato. Da questo momento, ha inizio un’odissea di strisce colorate e puntini in continua evoluzione intervallata, nel migliore dei casi, da una schermata di presentazione del gioco. Il processo di caricamento è quasi sempre lungo e, come anticipato, non sempre termina con esito positivo.
L’occhio esperto impara a decifrarlo: se la sequenza di strisce diventa ripetitiva e troppo fluida, probabilmente qualcosa sta andando storto. Soprattutto se il datassette non è ben tarato, troppo spesso dobbiamo quindi fare i conti con il brutale ritorno al BASIC che si ripresenta con il messaggio “READY, RUN, READY”. Pronti per una nuova avventura, ancor prima di aver vissuto la precedente.
Il colorato processo di caricamento ci riporta a un tema oggi dimenticato: l’attesa. Probabilmente, immersi nell’odierna frenesia non saremmo disposti ad aspettare oltre cinque minuti senza la certezza che potremo giocare una (e una sola!) partita. Ma ai tempi del Commodore 64 l’attesa è parte di un rito, quasi iniziatico, che ricordiamo con nostalgia.
SID-6581: l’innovazione che si sente
Con l’introduzione del SID-6581, l’universo sonoro dei pc non sarà più lo stesso. Il suo sviluppatore, Robert Yannes, lavora non ispirandosi all’attuale livello tecnico raggiunto. Punta infatti tutto sulla qualità e si ispira all’industria dei sintetizzatori. Il risultato è un chip che può essere considerato un vero strumento musicale, con otto ottave e quattro forme d’onda. SID-6581, comunque, non è solo musica: a questo link potete ascoltare le caratteristiche voci del gioco Impossible Mission.
Tra i principali compositori di colonne sonore per Commodore 64 troviamo Martin Galway, che ha lavorato per titoli come Microprose Soccer e Rambo II. Va ricordato, inoltre, Rob Hubbard che ha messo in musica, fra i tantissimi, International Karate e Commando.
L’importanza del SID-6581 è tale da varcare i confini della storia dei videogiochi. I caratteristici suoni sono infatti entrati a far parte anche di arrangiamenti musicali non legati al mondo del pc. Tra questi, alcuni brandi di Timbaland; ricordiamo, inoltre, la band Machinae Supremacy che si autodefinisce appartenente al genere “SID metal”. A questo link un brano della band che coniuga metal e suoni SID.
I Top games per Commodore 64: Bubble Bobble
Il Commodore 64, con 17 milioni di unità vendute, è il best seller della storia dell’informatica. Sarà infatti commercializzato fino al 1993, per oltre un decennio, accompagnando Commodore fino alla fine. Anche per questo motivo la selezione dei principali titoli sarà più che mai parziale e imperfetta.
Con 9 milioni di copie, Bubble Bobble (1986, Taito) è il gioco più venduto. Bub e Bob sono due fratelli trasformati in draghetti dal cattivo Baron Von Blubba, che ha rapito le rispettive fidanzate. Il loro compito è affrontare diversi nemici nell’arco di 100 livelli prima di affrontare il “mostro finale”.
International Karate
Un titolo fondamentale per la storia dei videogiochi oltre che per quella del Commodore 64 è International Karate (System 3). Si tratta di un versus game bidimensionale in cui i contendenti si affrontano nel kumite, una delle tre sezioni di allenamento previste dal karate. Lo scopo, infatti, non è neutralizzare l’avversario ma colpirlo battendolo ai punti. Con le sue ambientazioni in diversi scenari del globo, da Atene, a Tokyo, a New York, International Karate anticipa di un anno (1986) un certo Street Fighter.
A differenza del titolo di Capcom, però, utilizza un solo bottone per l’attacco e richiede una specifica combinazione per far girare il personaggio (in Street Fighter, questa operazione è automatica).
Gauntlet
Terzo titolo tra quelli da ricordare è Gauntlet (Atari, 1985). Ispirato a giochi di ruolo stile Dungeons & Dragons, possiede un gameplay con visuale dall’alto e scorrimento multidirezionale libero, il cui scopo è fuggire dalle ambientazioni dungeon.
È possibile scegliere fino a quattro personaggi (guerriero, mago, valchiria, elfo) che possono giocare simultaneamente e vantano diverse caratteristiche. In particolare, le variabili che li contraddistinguono in diversa misura sono il combattimento corpo a corpo, la potenza degli incantesimi, la velocità e la resistenza dell’armatura. Non esiste un vero e proprio scopo del gioco, se non quello di terminare il maggior numero di livelli. Gauntlet è importante anche per aver avviato una sorta di genere, fatto dei suoi “cloni”. Tra questi ritroviamo Avenger, Dandy e Druid.
Il successo del Commodore 64 ha imposto un severo ripensamento dell’industria videoludica. Con il crollo di Atari, infatti, si arriva a ipotizzare che il mercato delle console non sia così promettente. Se una sola azienda è stata in grado di creare l’industria dei videogiochi, una sola sarà in grado di risollevarla. Il suo nome è Nintendo. Nella prossima puntata 😉