Un tempio Shintoista nel cuore di San Marino

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Il Giappone arriva a San Marino

san marino jinjyaNoi di project nerd ci siamo stati in occasione della festa del tempio. Difficile spiegare con parole migliori di quelle della Japan – San Marino Friendship Society di che cosa si tratta. Abbiamo quindi deciso di riportare qui alcuni estratti del loro sito internet ufficiale.

“Difficile immaginare il tipico paesaggio naturale del Sol levante tra le colline del Titano. E invece i dubbiosi dovranno ricredersi.

Serravalle: Podere Lesignano. Si può parcheggiare l’automobile ai piedi della stradina sterrata e cominciare a salire verso la cima della collina. Dopo alcuni metri ci si trova davanti al primo segno tangibile dell’area sacra: il Torii, il portale tradizionale giapponese di accesso al Jinja. Due pali verticali e due orizzontali, paralleli, che rappresentano gli antichi tronchi d’albero che venivano utilizzati per realizzare questa struttura.
[…] Il vento che stormisce tra le foglie, il suono degli insetti, il rumore dei propri passi ci accompagnano fino ad arrivare al Timizu (la fonte per le abluzioni). Lo schiocco del bambù che batte ritmicamente ogni volta che si riempie d’acqua e si svuota rompe il silenzio del luogo. Con il mestolo si raccoglie l’acqua per bagnarsi le mani e la bocca, poi lo si poggia nuovamente sul bordo della vasca, dove la canna di bambù riversa l’acqua, pronta per il prossimo visitatore.

san marino jinjya

Il santuario è in realtà una piccola costruzione, preceduta da due Toro (basse colonne d’ingresso).
[…] Il santuario è sempre aperto, non ci sono orari, si può visitare liberamente quando si vuole.

Non ci sono limiti religiosi. Lo shintoismo non è una religione nel senso classico del termine, quindi non entra in conflitto con le altre fedi. Nella sua apertura con la natura e l’umanità c’è spazio per tutte le manifestazioni religiose.

Ci si avvicina al santuario in atteggiamento rispettoso, senza una specifica ritualità. Chi lo desidera può seguire la tradizione: dopo esserci lavati le mani al Timizu fare due leggeri inchini di fronte al Jinja, battere due volte le mani e un fare inchino più profondo prima di fermarsi a meditare.”

Valeria Fantini

Classe ’89 con un passato da gamer incallita, ex-cosplayer, si laurea in Lingue, Culture e Istituzioni Giuridiche dell’Asia Orientale, curriculum Giappone. Dopo una esperienza di vita di alcuni mesi in terra nipponica, rientra in Italia e apre la sua scuola di lingue. A partire dal 2015 lavora e collabora con enti fieristici e associazioni come interprete o come organizzatrice di aree tematiche sul Giappone.