destiny 2 recensione

Destiny 2 – Recensione Il nuovo sparatutto di Bungie è ad un passo così dal ripetere gli stessi errori di un tempo

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Destiny 2 Recensione

Se c’è un motivo per cui son stato assente per queste settimane, era per recensire il nuovo sparatutto di Bungie, uscito prima su console due mesi fa e poi su PC soltanto a fine Ottobre, a detta di Bungie, per non intasare troppo i server al lancio.


Destiny 2 Recensione di un gioco che poteva far di meglio.

Destiny è sempre stato un gioco molto controverso per i miei gusti, perché se da un lato abbiamo un’ottima componente artistica ed un gunplay eccezionale, dall’altro abbiamo un gioco che per carburare ed andare avanti necessitava di una spesa a dir poco insostenibile, per le poche ore di gioco che ogni DLC offriva – perché 3 ore di storia in più al prezzo di €39.99 insomma, ditemi voi se è una cosa buona. Difatti il gioco base di Destiny finiva con un Raid sì incredibile, ma la durata della storia principale si attestava su poco più di 5 ore di gioco, dopodiché, ci si giocava il Crogiolo fino a che non ci si stancava. E la politica di DLC è andata avanti per ben quattro contenuti scaricabili, ottimi contenuti, certo, ma longevità metteva parecchia discussione portando ad una certa delusione ed una sensazione nell’essersi sentiti quasi derubati di quei soldi. Ma quindi, ci si divertiva a tal punto che non ci si rendeva conto di quanto le avventure di questi DLC durassero e che quindi giunti al termine ne volevamo ancora per quanto fosse di gran qualità, oppure davvero i DLC non duravano niente per quanto costavano? Entrambi le cose.

La cosa “particolare” di Destiny infatti, e lo metto virgolettato perché Destiny non è il primo a offrire modalità di gioco come i Raid, son proprio questi ultimi. La possibilità di affrontare, in gruppi obbligatori da 6 giocatori, un nemico notevolmente potente, rispettando sezioni puzzle con una certa precisione e determinate azioni da svolgere esattamente secondo la volontà del gioco.

Per chi Destiny non lo conoscesse, si tratta perlopiù di un FPS con una componente GDR molto marcata ma allo stesso tempo decisamente semplice: uccidere nemici comporta un loot come premio che questi rilasciano, puo’ essere una nuova arma o un nuovo pezzo di equipaggiamento. Abbiamo un’interfaccia molto semplice ed elegante dove vengono mostrati, mediante riquadri, i vari pezzi d’equipaggiamento. Il casco, spallacci, torso, gambali, arma primaria, secondaria e terziaria. In Destiny però per qualche ragione la terziaria la chiamano “arma pesante”, e la fanno differenziare dal fatto che le munizioni dell’arma pesante si trovino in quantità molto più limitate. Dopodiché c’è l’abilità che ogni tipo di personaggio possiede: in Destiny i tipi di personaggi giocabili sono tre; il Titano, un tipo di Soldato “pesante”; lo Stregone, che possiede abilità quasi soprannaturali che sfruttano l’energia del Viaggiatore; il Cacciatore, anche quest’ultimo direi che possiede poteri soprannaturali, di sicuro non è grazie a chissà quale dispositivi elettronici che tutto ad un tratto si infuoca tutto e tira fuori un potentissimo revolver che  è OneShot indipendentemente da dove punti, in alternativa ha l’abilità “ad arco” che è più un coltello  elettrico. Ogni “classe” di personaggi, ha due sottoclassi: quelle del Cacciatore ve le ho già descritte, poi c’è lo Stregone che possiede una sfera di energia da sferrare contro i nemici ed il Titano ha la possibilità di evocare uno scudo abbastanza largo da proteggere più di una persona. Ognuna di queste sottoclassi permette di sfoderare una Super Caricata utilizzabile solo dopo ogni tot di uccisioni – si ricarica anche nel tempo da sola senza far nulla, ma più uccisioni si fanno e più si ricarica in fretta.

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Era spuntata la notizia in questi giorni che la popolazione di Destiny 2 è andata calando, ma è la semplice conseguenza di un endgame disastroso – e con ogni probabilità, frutto di una progressione dei livelli nella campagna singleplayer troppo veloce e che Bungie non ha previsto che i giocatori completassero il gioco in così poco tempo, visto che adesso si ritrovano a lavorare su contenuti ancora da rilasciare per il gioco e di sicuro verrà rilasciato tutto accessibile solo tramite DLC. Ad ogni modo, il Raid del secondo Destiny contribuisce, poiché, grazie ad un aggiornamento è stato reso leggermente più difficile di quanto in precedenza non lo fosse e… non c’è più alcuna ragione di rigiocarlo. Sapete come funzionano i GDR, gli MMORPG, no? Ripeti la stessa missione più e più volte fino a che non ti becchi l’equipaggiamento giusto, quello che vuoi, soddisfazione immensa dopo innumerevoli tentativi contro l’RNG (Random Number Generated).

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Scordatevelo in Destiny 2. Battuta la versione più difficile del Raid, quel che otterrete sono pezzi d’equipaggiamento che non saranno affatto diversi dai normali pezzi acquisiti durante le normali attività. Armi ed equipaggiamento che non variano di nulla dal normale armamento che si ottiene durante normali attività, indi per cui non c’è alcun boost, di alcun tipo. Anzi, l’armatura che si va ad ottenere, a volte potrebbe persino essere meno valida di quella che già si ha attualmente! Non c’è motivazione nel rigiocare il Raid più volte – che poi, come se fosse chissà che gran Raid. Il Leviatano è di sicuro il Raid meno bello ed ispirato in assoluto di quanto dal primo Destiny abbia offerto fino ad adesso. Il che è un peccato, voglio dire, durante la campagna a me Destiny 2 è piaciuto. Certo, ci sono stati diversi deja vu durante le sessioni di gioco, un level design che si ripete spesso e volentieri in base alla tipologia di nemico che si affronta. Nemici e livelli che si erano già visti più che a sufficienza già nel primo capitolo. L’alveare è come andare all’interno di un nido d’api, organismi viventi che ricoprono le superfici od escono dalle fottute pareti, che rilasciano sostanze schifose, urli disumani, presenze sovrannaturali. Con i Vex abbiamo invece strutture appariscenti futuristiche le quali sanno quasi di una certa trascendenza in altre dimensioni mentre robot camminano inesorabilmente verso di noi sparando. I caduti sono la specie più simile agli umani visto come si trovano spesso in ambienti “ospitali” e hanno un’aspetto molto più familiare. Avrei voluto insomma come minimo almeno una, che fosse una nuova razza all’interno del mondo di gioco. E visto che i nemici sono sempre quelli, anche il level design si ripete, dato che una determinata razza influenza l’ambiente circostante, ed il tutto sa di già visto tantissimo nel primo Destiny.

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Qualcuno di voi ha avuto la sensazione di essere sul Giardino Nero? Non siete gli unici, tranquilli.

Destiny 2 è praticamente un Destiny 1.5, riutilizziamo gli assetti già ideati per creare qualcosa di più avanzato. Senza però osare troppo, giustamente. Difatti avremo una varietà di armi pressoché assente, dando un forte senso di ripetività che viene spezzato dall’azione di gioco. Perché se c’è una cosa che Bungie sa fare bene è quella di progettare missioni che bene o male intrattengono sempre, far fuori orde di nemici non verrà mai a noia a causa della varietà negli elementi che ci circondano, dalle piattaforme su cui saltare allo sparare a certi tipi di nemici che ricevono più danni se usata un certo tipo di arma elementale. In più se ci si mette una gran colonna sonora, mista tra musica d’orchestra ed elettronica, gli appassionati del genere ameranno la musica di sottofondo, personalmente l’ho apprezzata veramente tanto. Peccato per la storia, che non eccelle per nulla, il cattivone di turno, una specie di Boss Cabal, spunta fuori dal nulla perché vuole annientare la Luce dei Guardiani. Perlopiù fare in modo che la storia principale si concentrasse solo sui Cabal, che come razza non mi ha mai detto niente, nemici tutti uguali, non mi ha entusiasmato molto durante la storia, aumentando il senso di ripetività e la conseguente noia.

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L’impegno riposto nelle cutscene si nota, pare di assistere ad un film. Dominus Ghaul è un cattivone interessante.

E questo nonostante una sceneggiatura che è tutto sommato fantastica, infatti è sempre un piacere vedere i personaggi muoversi o parlare durante i filmati. Rigorosamente bloccati a 30 FPS quando il gameplay è a 60, va be’ questa scelta stilistica non la capirò mai. I personaggi in questo capitolo, nonostante i molti avvenimenti drammatici, non si fanno prendere troppo sul serio, segno di una Bungie che si è resa conto quanto il primo capitolo si prendesse fin troppo sul serio – anche se a me quella serietà non è mai dispiaciuta. Grazie ad una sapiente scrittura e ad un doppiaggio italiano eccellente, difatti, sentirli parlare è sempre uno spasso, specie Cayde-6, magari mentre parla insieme al nostro Spettro. Un aspetto che ho apprezzato tantissimo, una storia dove l’Avanguardia è più protagonista e partecipe nelle avventure del Guardiano. Destiny 2 intrattiene, ma non accontenta il giocatore a causa di un endgame deludente che o per mancanza di idee oppure in attesa dell’uscita dei DLC per colmare un vuoto avido di denaro. In entrambi i casi, la comunità è rimasta scottata da una cocente delusione. E nemmeno a me è piaciuto. C’è da lodare, almeno su computer, un’ottimizzazione divina che raramente si vede in un videogioco multipiattaforma. Giacché graficamente è fantastico, il motore grafico è così ottimizzato che non solo riesce a stare su una sola GTX960 da 2 gigabyte di memoria video, ma lo fa con le opzioni grafiche quasi tutte massimizzate, perlopiù restando a 60 FPS nella maggior parte delle situazioni e in Full HD. Il tutto sfruttando i driver NVIDIA 388.13, che non sono nemmeno quelli dedicati a Destiny 2.

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L’editor del personaggio al momento della creazione mostra opzioni IDENTICHE a quelle viste nel primo Destiny. Un po’ deludente se anche voi, come me, piace personalizzare il proprio personaggio in maniera sempre differente.

 

Ritornerei a giocare Destiny 2? Con ogni probabilità no, perché dopo aver speso 69,99 euro per un gioco mediocre, non ho tantissima voglia di investire altri soldi per un nuovo DLC.

Manuele Musso

Manuele Musso

Scrittore improvvisato tra romanzi, sceneggiature e testi brevi. Ama i videogiochi, sarebbe capace di scrivere qualsiasi cosa su questi. Tende a guardare di più all'interfaccia di un videogioco piuttosto che al gameplay in sé, senza contare che pensa solo a quanto è smussato un poligono.