The Punisher era una delle serie più attese in casa Netflix, dopo il fantastico esordio del personaggio di Frank Castle nella seconda stagione di Daredevil, che ha segnato per sempre l’icona di questo personaggio cult. Durante gli scorsi mesi abbiamo avuto modo di “assaggiare” ed ammirare le varie foto e clip rilasciate per The Punisher, che ha tenuto sulle spine il pubblico fino alla fine, rilasciando data e poster senza nessun preavviso e pietà per chi attendeva la serie.
Le luci si abbassano, la freddezza è tangibile nell’aria circostante: Frank Castle è tornato. Più agguerrito e violento di prima.
Ormai frutto di quello che la vita gli ha riservato, è alla deriva e cerca solo vendetta di fronte agli assassini della sua famiglia. Ma durante questa osannata ricerca solitaria, fredda e lontando da tutto, scoprirà qualcosa di più grande contro cui dovrà combattere; qualcosa che si avvicina sopratutto alla sua ex vita da militare.
Pocher righe, un bricolo di trama per catapultarvi nel mondo di The Punisher, che si appresa a diventare uno dei progetti più amiziosi e seguiti di casa Netflix, insieme a Daredevil che è stato il punto di partenza di questo universo creato sui personaggi “minori” della Marvel, che da qualche anno a questa parte si stanno confermando dello stesso livello di quelli mostrati al cinema, con la sola differenza che questi descritti affrontano temi molto più maturi e complessi.
Netflix si catapulta e ci travolge nel mondo che avvolge The Punisher, un mondo costruito sulla violenza, sulle menzogne e sull’egoismo, un mondo non adatto a tutti. Un quadro realista e potente sulle vita che affrontano i reduci militari, che vivono una vita misera e disadattata che non gli si addice alla situazione attuale, che prevede altri criteri ed altre “pressioni sociali” a cui questi ultimi non sono stati abituati, e mai lo saranno.
Frank Castle non è soltanto il solito personaggio distrutto e travagliato dalla guerra, ma è qualcosa di molto complesso ed analitico per essere affrontato in soli tredici episodi. Una figura singolare che fin dalle sue origini ha regalato storie, scritture e situazioni uniche ed inimitabili, che hanno lasciato il segno nella storia dei comics, ed a quanto pare ha colpito duro anche per quanto riguarda il campo delle serie televisive.
Personaggi iconici e distinti nei loro ruoli creano una vicenda intricata e strategica, che scoprono un volto ferito e martoriato dalle vicende che lo hanno scosso in precedenza, a volte per motivi futili. Un dipinto crudo, violento e drammatico che racchiude tutta l’essenza del mondo rappresentato, senza lasciare scampo ad alcuna personalità che brancola nel buio insieme a Frank, senza trovare mai un vero ed essenziale spiraglio di luce.
Essenza e personalità spicca in prima piano nella prima stagione dedicata a The Punisher, che colpisce duro e regala al pubblico un prodotto davvero essenziale e costruttivo per quanto riguarda il progetto in questione. Una qualità tecnica non indifferente, che regala dialoghi, piani sequenza e movimenti di camera all’estremo del professionismo, regalando anche qualche chicca particolare e singolare che caratterizza la serie in questione.
Ritmo alto che progredisce insieme all’evoluzione dei personaggi di The Punisher, che offrono perfomance raffinare e di alto livello, che riescono a tenere incollati lo spettatore che è sempre tentato da affrontare una maratona che chiude il cerchio offerto da Netflix. Un applauso ed un inchino va a Jon Bernthal che ci regala il Punisher più riuscito e violento di sempre, che trascina tutte le opere che hanno caratterizzato Frank Castle in campo fumettistico sul piccolo schermo, che negli ultimi anni sta sempre di più camminando pari passo con le opere trasemesse in sala.
Riassunto
Marvel’s The Punisher è uno dei prodotti Netflix più validi e potenti degli ultimi anni, complice la grandissima qualità tecnica che si estende sotto tutti i fronti che vedono la regia, la recitazione, la scritture e le musiche che si amalgamano in maniera corale alla situazione rappresentata, che mostra tutto la crideltà, il dramma e l’essenza che trapela anche dalla sua controparte fumettistica a cui quest’ultima fa riferimento.