Pulp Fiction – La recensione Per festeggiare il compleanno di John Travolta, torniamo a parlare di Pulp Fiction, dove l'attore ha lasciato una delle sue migliori performance

8683 0

Pulp Fiction | La trama

Descrivere la trama di Pulp Fiction non è semplice. O meglio: è semplice, ma il rischio di non rendere la giusta idea è alto – dopo vedremo il perché. Inoltre, il film si muove su diverse linee narrative scollegate tra loro, anche se è possibile intuire che avvengono praticamente in contemporanea. Altro punto in comune a tutte le vicende è poi il loro riguardare, in un modo o nell’altro, il mondo della malavita.

Pulp Fiction: Vincent Vega (John Travolta) e
Pulp Fiction: Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson)

In una delle linee, i gangstar Vincent Vega e Jules Winnfield (rispettivamente John Travolta e Samuel L. Jackson) sono in missione per il boss della mala Marcellus Wallace (interpretato da Ving Rhames), per il quale devono recuperare una valigetta. Lo stesso Marcellus Wallace è protagonista di un’altra vicenda, in cui lo vediamo intento a corrompere il pugile Butch Coolidge (interpretato da Bruce Willis). Infine, in una terza narrazione la camera segue Ringo e Yolanda (Tim Roth e Amanda Plummer), due ladri che decidono di rapinare la caffetteria dove stanno facendo colazione.

Pulp Fiction | Un lavoro di decostruzione

Se Quentin Tarantino è considerato uno dei più grandi registi postmoderni è grazie soprattutto al grande lavoro di decostruzione del genere e della narrazione cinematografica che ha contraddistinto l’inizio della sua carriera. Già il suo debutto Le iene conteneva molti degli elementi tipici di questa operazione, ma è con Pulp Fiction che il regista arriva all’esercizio perfetto.

Decostruzione del genere, abbiamo detto. Tarantino infatti prende il gangster movie e, innanzi tutto, lo riporta alle origini: lo riporta alla dimensione del pulp, che definiva il genere nei primi decenni del Novecento. Non si accontenta però di fare questo; Quentin Tarantino enfatizza tutti gli stereotipi, fa recitare i suoi personaggi sempre sopra le righe, creando di fatto una realtà allucinata, evidentemente falsa, in cui anche la violenza assume un significato diverso da quello che ha nella realtà. Realizza di fatto una summa del genere, capace di evidenziarne i cliché e i paletti senza esserne però la parodia.

Pulp Fiction: Ringo (Tim Roth) e Yolanda (Amanda Plummer)
Pulp Fiction: Ringo (Tim Roth) e Yolanda (Amanda Plummer)

Allo stesso tempo, Tarantino decostruisce la narrazione. Le vicende non si succedono in ordine cronologico e più di una volta si passa da una vicenda all’altra lasciando in sospeso lo svolgimento della prima. Il film, tramite questo espediente, si libera dalla prigione della narrazione orizzontale e riesce, tramite l’accostamento di immagini  apparentemente scollegata, a fare del montaggio un linguaggio tramite il quale parlare con lo spettatore.

Un esempio di quanto affermato nel paragrafo precedente è il personaggio di John Travolta, il sicario Vincent Vega. Assisitiamo infatti alla morte di Vega all’incirca a metà del film, per poi vederlo ricomparire di lì a un quarto d’ora. Vincent non è tornato dal mondo dei morti, semplicemente la narrazione ci ha riportato nel passato e, permettendoci di osservare sue le azioni e ascoltare le sue parole, ci porta a chiederci se la causa della sua morte non sia stata proprio la sua condotta. In particolare, la riflessione diventa semplice se si paragona il carattere di Travola a quello di Samuel L. Jackson, Jules Winnfield, che a differenza del suo compare è capace di riconoscere che il momento di fermarsi è arrivato.

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Interpretazione degli attori
4.7

Riassunto

Pulp Fiction di Quentin Tarantino è un capolavoro, nel vero senso del termine. La capacità di questa pellicola di giocare con il genere e la narrazione cinematografica è assolutamente incredibile.

Davide Ricci

Studente presso l'università di Firenze, dove frequenta il corso di laurea triennale in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo (D.A.M.S.). Cinefilo polemico e appassionato, ha iniziato a scrivere recensioni e approfondimenti riguardanti la settima arte su di un blog personale, che ancora oggi gestisce. Grande lettore di narrativa fantastica sin da piccolo, ha al suo attivo la pubblicazione di diversi racconti. Per alcuni di essi è stato anche premiato in concorsi letterari di livello nazionale.