Terry Gilliam in un doppio ritratto in bianco e nero, con diverse pose delle mani. Ha recentemente criticato il #MeToo

#MeToo, Terry Gilliam: “Weinstein era un benefattore, il movimento è come la mafia” Terry Gilliam, regista statunitense naturalizzato britannico, definisce Weinstein un benefattore e paragona il #MeToo ai sistemi mafiosi.

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Terry Gilliam fornisce la miglior dichiarazione anti #MeToo rilasciata fino ad oggi

Riguardo agli effetti che le dichiarazioni rilasciate dalle donne, a proposito delle loro esperienze di cattiva condotta sessuale a Hollywood, Terry Gilliam, regista naturalizzato britannico, padre di Monty Python prende posizione e non nega l’evidenza che oramai “Le persone hanno paura di dire e di pensare qualsiasi cosa a riguardo”. Il regista crede che il movimento #MeToo, che ha preso il sopravvento su Hollywood, sia diventato un sistema con tendenze semplicistiche e che rasentano la politica del terrore.

Parlando con AFP, il regista ha ammesso in un’intervista che molte donne hanno sofferto a causa delle molestie sessuali a Hollywood, ma che sono in maggioranza coloro che stanno usando la rovina di Harvey Weinstein come un modo per migliorare le loro carriere, compreso il #MeToo. Gilliam si riferisce comunque all’ex produttore come ad un uomo simile alla bestia, sebbene non sia l’unica persona dell’industria cinematografica colpevole di molestie sessuali e cattiva condotta, come Woody Allen, recentemente difeso da Vittorio Storaro in un articolo su Vanity Fair.

Ci sono molti mostri là fuori. Ci sono altre persone che si comportano ancora come Harvey. Lui è stato fatto saltare fuori facilmente perché è uno stronzo, si era fatto tanti nemici. Il #MeToo invece è diventato un movimento stupido e terroristico. Le persone vengono descritte in modi atroci e ridicoli, come se non ci fosse più alcuna umanità o solidarietà. La gente si spaventa di tutto ciò. Parecchie attrici, tra quelle che hanno dichiarato di aver subito molestie ed entrate nelle fila del #MeToo, hanno giocato al ruolo della vittima. Penso che alcune persone abbiano fatto un’ottima carriera anche senza incontrare Harvey, altre invece no. Quelli che sapevano cosa stavano facendo, beh questi sono adulti, perché è di questo che stiamo parlando, di adulti con molte ambizioni. Se andiamo a vedere, Harvey ha aperto la porta per alcune persone, una notte con lui era semplicemente un prezzo da pagare.

Mentre il regista manca di simpatia per Weinstein, crede che altri uomini del settore siano stati linciati ingiustamente dal #MeToo. “Mi dispiace per qualcuno come Matt Damon, che è un essere umano per bene. È stato coraggioso con la sua dichiarazione, dicendo che non tutti gli uomini sono stupratori, ed è stato quasi lapidato a morte.”

È pazzesco come il #MeToo abbia semplificato le cose, non c’è più intelligenza e la gente sembra avere paura di dire quello che realmente pensa. Perfino mia moglie mi ha detto che dovrei abbassare la testa per un po’ di tempo. È come se delle dinamiche mafiose abbiano preso il sopravvento, ma non solo, è l’inquisizione: la folla è là fuori, con le torce accese, come se volessero bruciare il castello di Frankenstein.

Terry Gilliam in un primo piano con un'espressione pazzoide, a denti stretti e occhi strabici. Ha accusato il #MeToo di comportamenti mafiosi.
Gilliam sembra dire “All this #MeToo is driving me mad!”

Gilliam ha anche riconosciuto che c’è sempre stato un abuso di potere a Hollywood, ma “non penso che il sistema cambierà. Il potere sfrutta sempre le dinamiche in cui si deve instaurare. È come esso viene gestito che deve portare le persone a responsabilizzarsi”.

Il regista ha anche attaccato l’ipocrisia dell’amministrazione Trump durante questo periodo politicamente instabile a Hollywood. “Trovo divertente il fatto che mentre il #MeToo faccia la voce grossa, un vero e proprio incantatore di fighe sia il presidente degli Stati Uniti e la stia passando liscia”. Un modo come un altro per sottolineare quanto, in realtà, nulla stia cambiando e che il #MeToo stia facendo più danni che passi avanti.

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Francesco Paolo Lepore

Redattore presso PJN e CinemaTown, laureato in Nuove Tecnologie dell'Arte, studente di Social Media Marketing. Il cinema è una costante della sua vita. Ha scritto e diretto diversi progetti per le università e il territorio. Amante dei mass media, ne studia minuziosamente i meccanismi utili alla comunicazione emozionale. Scrive da sempre, osserva da sempre, ricorda tutto da sempre.