L’aumento esponenziale delle attività criminali a Venezia sembra coincidere con quelle di tutto il Veneto in cui compaiono numerose e misteriose scritte che inneggiano a un fantomatico “Kaos”. Capitan Venezia sospetta che tali crimini abbiano quindi un’unica origine e chiama a raccolta altri supereroi in laguna, oltre alla sua fidata spalla, Mestre Boy: Capitan Padova, Lady Verona e Lady Vicenza, Capitan Treviso, Capitan Jesolo e Capitan Rovigo. Kaos crea il suo schieramento grazie alla complicità di noti criminali come Lady Marghera, El Sorxe, Il Mercenario e l’Uomo Moeca. Anche il sindaco di Venezia tende la sua mano corrotta alla causa di Kaos portando tutta la popolazione cittadina a odiare i supereroi. Ma il Capitano con lo spirito del Leone Alato di San Marco saprà fronteggiare l’attacco nemico anche grazie a nuove alleanze.
Capitan Venezia è un vero e proprio gioiello supereroiristico per il fumetto italiano. Ogni singolo personaggio è ben caratterizzato e nel corso delle due stagioni sviluppano personalità, poteri ma soprattutto diventano sempre più famigliari. Ed è proprio questo il punto di forza della storia perchè quando i personaggi diventato sempre più famigliari al lettore vuol dire che ci sentiamo parte della storia.
Inizialmente mi aspettavo la “classica storia italiana” di supereroi dove parodia e americanate ne fanno da padroni, ma in realtà è una storia ben costruita dai toni forti e spesso polemici contro la nostra società.
I disegni sono curati nei minimi dettagli merito del lavoro di Diego Bonesso, Federico Vicentini, Andrea Meneghin e Federico Sabatini che nel corso delle due stagioni si sono alternati ai disegni mantenendo comunque una forte continuità ma lasciando allo stesso tempo spazio per alcune loro sfumature personali.
Quello che più mi ha impressionato dei disegni sono state le scene cruente come l’interrogatorio o la lotta di Capita Venezia con i ratti mutanti nel corso della prima stagione. Mi hanno impressionato perchè nonostante i disegnatori stessero utilizzando uno stile prettamente americano non l’ho trovato forzato anzi è lo stile perfetto per questa storia.
Il punto di forza restano i testi di Fabrizio Capigatti. Sceneggiatura perfetta, mai una sbavatura e nonostante l’inizio del racconta possa inizialmente destabilizzare il lettore perchè viene catapultato all’interno della storia senza dare spiegazioni che saranno pian piano date al lettore nel corso delle due stagioni.
In sostanza non posso fare altro che consigliarvi queste prime due stagioni e vi consiglio di seguirci perchè a breve arriveranno le recensioni di tutte le altre storie targate Capitani Italiani!
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