Chi di voi lettori ha la passione per il cinema d’azione, sicuramente conoscerà il franchise Kickboxer, nato con il primo capitolo nel 1989 con protagonista un giovane Jean-Claude Van Damme.
Il franchise dopo il primo successo continuò il suo percorso con pessimi risultati e come da tradizione in quel periodo senza il protagonista, diventato troppo famoso e costoso, la storia di Kickboxer si interruppe quindi al capitolo #5 nel 1995.
Kick Must Go On!
Nel 2016 però ecco che il franchise torna a nuova vita con, Kickboxer: Vengeance un reboot ‘moderno’del primo film dove Jean-Claude passa il testimone a un giovane Stunt chiamato Alain Moussi e tiene per se il ruolo di maestro. L’ambizione dietro a questo reboot era semplice, riuscire a prendere l’attenzione dei vecchi nostalgici del cinema action anni 80/90 e qualche nuovo spettatore usando un gancio di tutto rispetto chiama Dave Bautista.
Il film diretto da John Stockwell si ritrova in mezzo a svariati casini in fase di produzione, ma alla fine non solo riesce ad uscire sul mercato, riesce pure ad ottenere una firma dalla produzione per 2 sequel prima ancora di uscire. Kickboxer: Vengeance si rivela alla fine un lavoretto scolastico fatto non troppo bene però ormai è troppo tardi, quindi Kick Must Go On! si arriva al capitolo 2.
Ed ecco che dopo un gigantesco preambolo necessario inizio a parlarvi di Kickboxer: Retaliation, dove il non perfetto Stockwell lascia la regia a Dimitri Logothetis ( già produttore del primo).
Vista l’impossibilità di richiamare Bautista, troppo impegnato a recitare sul serio,la soluzione ideata da Dimitri al problema : Come portiamo al gente a vedere il sequel, è quella più semplice, riempiamo il cast di gente famosa.
Ecco quindi che in Kickboxer: Retaliation oltre a Alain Moussi e Jean-Claude Van Damme troviamo in ordine di facepalm:
- Hafþór Júlíus Björnsson ( la montagna di Game of Thrones )
- Mike Tyson
- Christopher Lambert
- Svariati combattenti di arti marziali miste usati come Easter Egg
- Ronaldinho ( evidentemente geloso di Neymar presente nel franchise action XXX )
Capirete che ci sono tutti gli ingredienti per fare un discreto film d’azione, in parte Logothenis qualche soddisfazione allo spettatore la regala, due belle scene di scontro totale, una immaginaria all’interno del treno e una reale dentro la prigione Thailandese e un purtroppo troppo corto scambio di ” convenevoli ” fra Tyson e Van Damme. Mette in scena anche un maxi 1 vs 1 finale fra la montagna e il protagonista, dalla colossale durata di 25 minuti, praticamente un corto a parte.
A differenza del primo capitolo, Retaliation, corregge il tiro sulle coreografie dei combattimenti, un vero punto focale per questo tipo di film. scene piene di stunt interessanti e ben realizzate per esprimere il talento fisico degli attori in scena.
La trama come quasi in tutte le pellicole di arti marziali rimane sullo sfondo, usata come trasporto per portarci fra un combattimento e l’altro, in questo caso è un po’ più debole del solito però ha anche il pregio di non perdersi in fronzoli inutili.
Con Kickboxer: Retaliation non siamo ancora alla sufficienza più totale, ma abbiamo fatto ottimi passi avanti rispetto al precedente, merito anche di una maggiore libertà di racconto ( Vengeance era un totale remake del capitolo iniziale del franchise).
Ora non rimane che aspettare il terzo capitolo, attualmente in produzione con il nome altisonante di Armageddon.