Joe Russo spiega perché l’Ordine Nero ha poco spazio in Avengers: Infinity War Il co-regista, che ha diretto il film insieme ad Anthony Russo, spiega come mai l'Ordine Nero abbia così poco spazio e poca importanza nel film.

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Qualcuno se lo stava chiedendo, e la risposta giunge direttamente da Joe Russo, regista di Avengers: Infinity War insieme a suo fratello Anthony Russo. Joe Russo rivela il motivo in occasione di un Q&A presso un liceo nell’Iowa, ad alcuni studenti. L’Ordine Nero (il Black Order), il gruppo di villain al servizio di Thanos che nel film lo aiuta a conquistare le Gemme dell’Infinito, ha poco screentime per una ragione tanto precisa quanto scontata:

Penso che le persone abbiano aspettato dieci anni per vedere i supereroi Marvel riuniti insieme in un film di due ore e mezza. Quindi, se avessimo iniziato ad approfondire la storia e il background di ogni personaggio – quello sarebbe stato un altro film a sé. Credo che ognuno di loro abbia fatto il proprio lavoro nel film. E il pubblico ha avuto quei personaggi almeno nella stessa quantità in cui ne avesse bisogno, nel film. Per quanto mi piacciano quei personaggi, e per quanto mi piacciano i fumetti, sentivo che se avessi iniziato a perdermi nelle loro storie, approfondendoli, il film sarebbe diventato inguardabile. Ci sono così tanti personaggi da ricordare, da tenere a mente.Thanos è il vero cattivo del film: i “sub-villains”, i sotto-cattivi, non devono adombrare il supervillain principale. E noi vogliamo salvarlo per portarlo verso il conflitto finale con gli altri eroi. Non è stato facile disfarsi di molti di loro [dell’Ordine Nero]. Sicuramente ci è voluto qualche bel combattimento all’ultimo sangue.

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Ogni membro dell’Ordine Nero appare per meno di cinque minuti sullo schermo, ma Anthony e Joe Russo hanno dovuto sacrificare l’importanza che l’organizzazione ha nei fumetti per poter dare spazio ai già tanti supereroi che compaiono nel film, e che già hanno comunque poco spazio a disposizione.

Fonte: Comicbook

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Federica Cremonini

La sua passione per la settima arte comincia quando, da piccola, scopre una videocassetta di Nightmare nascosta su una mensola in casa. Trascorsi i primi anni di cinefilia ad approfondire l'horror (in ogni salsa), passa alla seconda fase tipica di ogni appassionato: Lynch, Kubrick, Tarantino. Dopo una terza fase fatta di nouvelle vague, cinema russo e New Hollywood, decide che è finalmente pronta a dare la risposta definitiva: il suo cuore appartiene a David Cronenberg.