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Deck Casters: La recensione Projectnerd recensisce Deck Casters, un titolo che unisce i MOBA ai giochi di carte collezionabili.

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L’idea che fa da nido a questo videogioco sembra veramente promettente: fondere le meccaniche di un tipico MOBA con quelle di un gioco di carte.
Secondo Rock Nano Global, Deck Casters è ispirato ad un vecchio titolo per Playstation 4 chiamato ArmaGallant: Decks of Destiny. La verità, è che non vi sono differenze tra i due prodotti, se non la console di provenienza.

Alla base del gameplay c’è il concetto del deck-building. Nel deck si possono inserire diversi campioni, abilità, e le carte verranno estratte durante il gioco per poterle evocare. La sua costruzione è fondata su cinque elementi: aria, terra, fuoco, luce e oscurità.

Una delle caratteristiche principali dei giochi come Hearthstone o Magic è la possibilità di collezionare le carte, acquistando pacchetti e  guadagnandoli. In questo modo si può migliorare ed espandere i propri mazzi per abbracciare un certo stile di gioco o un certo meta. Nel tentativo di definirsi anti pay-to-win, Deck Casters commette un imperdonabile errore: fornisce al giocatore tutte le carte.
All’inizio del gioco avremmo l’intero arsenale (dal numero non esagerato, in ogni caso), impedendoci quindi di modificare il nostro gioco se non in base a piccole variabili. Questo priva il titolo di una componente fondamentale, la possibilità di ampliare il proprio gameplay, che dovrebbe invitare l’utente a continuare a giocare.

  • Grafica
  • Giocabilità
  • Longevità
  • Musiche
  • Trama
3

Martina De Vita

Nata nel 1996, il limbo generazionale a cavallo tra gli anni '90 e i 2000. Cresciuta davanti ad uno schermo, la sua infanzia si è svolta tra i classici dei videogiochi e gli anime degli anni '80. Con il passare degli anni, può affermare di avere due grandi passioni: il binge-watching indiscriminato e tentare di accarezzare i gatti che incontra per strada.