Probabilmente ogni fan del fumetto, americano e non, conosce il nome di Jim Lee. Non si tratta infatti solo di uno degli artisti più popolari del mondo supereroistico, ma al momento è anche Publisher & Chief Creative Officer della DC Entertainment. Anche disegnatori del suo calibro, però, un tempo non erano nessuno e Lee, come tutti, si è visto chiudere in faccia molte porte ai suoi esordi, prima di esplodere.
Approfittando della crescente diffusione dell’hashtag #ShareYourRejection (che invita le star a condividere le proprie esperienze di rifiuto prima del successo), Jim ha pubblicato sui suoi profili social 4 lettere di commento e rifiuto ai suoi lavori, 2 dalla Marvel e 2 dalla DC.
To give me focus during the time I tried to break in, I would work out and run around a local high school track—Rocky style—chanting sotto voce, out of breath— “Miller, Byrne, Miller, Byrne…” #ShareYourRejection pic.twitter.com/J5RJw7jJjx
— Jim Lee (@JimLee) August 18, 2018
Ai tempi in cui stavo cercando di sfondare, per motivarmi mi allenavo e correvo lungo la pista del liceo locale e facendo come Rocky ripetevo sotto voce, con il fiatone: “Miller, Byrne, Miller, Byrne…” #ShareYourRejection
La prima lettera di rifiuto da parte della DC è datata 18 Settembre 1986 e firmata da Dick Giordano, ai tempi Vice-Presidente ed Editore Esecutivo della società. Le poche righe di cui è composta recitano così:
Grazie per la sua recente richiesta. Nonostante la DC mantenga una politica di porte aperte e valuti tutte le proposte serie e/o lavori, qualsiasi sia la loro provenienza, sono dispiaciuto di dirle che la sua recente presentazione non è in linea con gli standard attuali della DC. Mi dispiace.
La seconda lettera della DC Comics, datata 15 Ottobre 1986, contiene le stesse identiche parole, ma ha un dettaglio in più che fa un grossa differenza. Infondo alla lettera infatti c’è un Post Scriptum scritto a mano dallo stesso Dick Giordano, di incoraggiamento al giovane Lee: “C’è della roba interessante. Continua così.”
Le 2 lettere della Casa delle Idee, firmate rispettivamente da Eliot R. Brown e Howard Mackie, sono più lunghe e contengono qualche consiglio ed incoraggiamento in più.
Nella prima Brown scrive così:
Caro Mr. Lee, il suo lavoro sembra come fatto da quattro persone diverse. Le sue matite migliori sono a pagina 7, nella vignetta con gli agenti (nell’angolo in basso a sinistra), e nel primo piano di un volto. Il resto dei disegni sono di qualità molto più scarsa. Lo stesso si può dire per l’inchiostrazione. Ci contatti di nuovo quando il suo lavoro sarà più maturo e quando avrà imparato a disegnare le mani.
La seconda lettera invece pare più standardizzata e non fornisce grandi spunti di crescita al giovane disegnatore.
Abbiamo valutato il suo lavoro molto attentamente, come abbiamo promesso di fare, e siamo molto dispiaciuti di dirle che non soddisfa i nostri particolari standard. Nessuno sa meglio di noi quanto sforzo ci sia per realizzare una presentazione come la sua, e apprezziamo molto il tempo che ci ha dedicato e soprattutto il suo interesse nel campo del fumetto. Ci spiace di non avere il tempo per discutere individualmente dei lavori che ci arrivano. Sappiamo che per compiere progressi deve lavorare molto e tenere duro.
Fortunatamente Jim Lee non si è dato per vinto ed ha continuato a lavorare per migliorarsi, fino a diventare uno dei disegnatori americani di punta dagli anni ’90 in poi. Ha lavorato sia per Marvel che per DC, per cui ha realizzato alcune delle sue tavole più celebri per gli X-Men (il cui primo numero della serie scritta da Claremont è tutt’ora l’albo americano più venduto della storia), Batman e tanti altri, oltre ad essere stato uno dei fondatori della Image all’inizio degli anni ’90.
Ciò che ci insegna la storia di Jim Lee, condivisa con molti altri artisti del suo calibro, è che, se si è veramente appassionati di qualcosa, bisogna continuare a lavorare e fare tesoro delle critiche, solo così un giorno si potrà raggiungere la vetta.
Fonte: CBR