Trasferta francese per Dylan Dog nell’albo di ottobre pubblicato dalla Sergio Bonelli Editore, il numero 385 intitolato Perderai la testa. Una trasferta obbligata, dato che l’Old Boy viene letteralmente rapito e portato a Parigi per indagare sulle pietre maledette della collana della regina Maria Antonietta.
La storia, scritta da Barbara Baraldi, inizia in media res, con Dylan rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile. A rapirlo è stata la giovane Sophie De Vigny, sedicente detective dell’incubo con tanto di assistente in tutto e per tutto uguale a Groucho. Tranne per la foggia dei baffi.
Sophie è la figlia di Alfred De Vigny, un orefice che ha acquistato all’asta la collana appartenuta a Maria Antonietta e indossata dalla sovrana al momento della decapitazione. Con le pietre preziose incastonate nel monile l’orefice ha realizzato cinque collane, cinque stupendi gioielli che fanno davvero perdere la testa. Ma in senso letterale. Chi le indossa, infatti, viene immediatamente decapitato da una forza misteriosa, come accaduto a Parigi a una modella d’alta moda e a Londra a una famosa attrice. Riuscirà Dylan a fermare la maledizione?
Barbara Baraldi utilizza due elementi tipici della narrativa horror, l’oggetto maledetto e un fantasma in cerca di vendetta, per imbastire una trama avvicente. La scrittrice, inoltre, introduce nell’albo nuovi personaggi che, con ogni probabilità, ritroveremo in futuro sulla strada di Dylan Dog, come il misterioso banditore Antonio Varelli, che commercia in oggetti appartenuti a importanti personalità del passato e intrisi del loro sangue. Forse meno riuscito, invece, è il personaggio di Gauche, il Groucho francese assistente di Sophie, che riveste nella storia lo stesso ruolo di spalla comica (senza tra l’altro intervenire in modo significativo nella vicenda narrata come invece capita spesso a Groucho, se non durante il rapimento di Dylan) e sembra quasi essere stato introdotto per ovviare all’assenza dell’originale.
I dialoghi dell’albo accompagnano bene la trama della storia, con numerosi rimandi a vicende storiche (dalla Rivoluzione Francese al furto della Gioconda da parte di Vincenzo Peruggia) che, pur presentando alcune inesattezze, impreziosiscono la lettura del racconto senza appesantirla. Evitabili, invece, i siparietti in cui Dylan veste gli ormai stantii panni dell’inglese che, giunto nel “continente”, crede che tutti gli altri stiano guidando contromano.
I disegni di Emiliano Tanzillo creano un’atmosfera cupa, d’angoscia, che ben si adatta alla trama dell’albo. Davvero notevoli le tavole con i flashback che narrano la storia di Sophie, che l’artista realizza con delle bellissime scale di grigio. Forse si poteva osare di più nelle scene splatter del racconto, ma questa ormai è una vecchia storia…
Perderai la testa è sicuramente un buon albo, la cui lettura risulta di certo coinvolgente e piacevole. In particolare crea attesa per il fatidico incontro tra Dylan Dog e Antonio Varelli, la cui scia di oggetti insanguinati sarà fermata proprio dall’Indagatore dell’Incubo, come annunciato all’Old Boy da Maria Antonietta in persona. Anzi, in spirito.