HUNGER GAMES: LA FINE DI UNA SAGA
Per un fan quando finisce una saga è come la fine di un’amore e la conclusione di Hunger games è l’epilogo di una di quelle storie drammatiche e appassionate che ti lasciano il segno.
Suzanne Collins ha lanciato e reso celebre una nuova ambientazione narrativa: la distopia, ovvero una realtà non desiderabile.Avete presente quando desideravate andare a scuola a Hogwarts o vivere a Narnia? I bei tempi dei luoghi fantastici sono finiti e non so quanti di voi invece cambierebbero residenza per vivere a Panem.
Nonostante ciò questi scenari ci affascinano e noi ci facciamo trascinare in questa lotta tra il bene e il male dove il lato oscuro sembra già aver vinto.
L’eroina di Hunger Games è Katniss Everdeen e per una volta ogni tanto è un personaggio scontroso e duro invece che la classica paladina della giustizia tutta amore e buoni propositi. E’ spesso confusa e ci mette molto tempo a capire cosa vuole e questo la rende incredibilmente umana.
Il trailer dell’ultimo film non mentiva quando diceva:
“Niente può preparvi alla fine”
E credetemi neppure io che ho letto i libri due volte ero pronta a ciò che ci hanno mostrato. Vedremo finalmente Capitol City e la vedremo in assetto da guerra. Le trappole spaventose e gli Ibridi che nel libro erano sapientemente descritti qui diventano realtà e vi faranno saltare sulla sedia. Particolare merito va agli effetti speciali che hanno contribuito ad aumentare la suspence e lo stupore. Ho trovato stupenda la scena della piazza che viene invasa da una cascata di petrolio rendendo il tutto con un grande impatto visivo.
Altra scena particolarmente impressionante è quella degli ibridi nelle fogne di Capitol; la sequenza è ben congeniata e quando sembra che il pericolo stia per rientrare e che tutto sta per risolvervi succederà qualcosa che ricorderete molto a lungo.
Durante le battute finali vi tornerà alla mente il motto del film precedente:
“Ricorda chi è il vero nemico”
Per chi non ha letto i libri la fine delle ostilità a Capitol City vi lascerà senza parole e vi farà anche ragionare su quello che è a guerra e cosa i vincitori dovrebbero o non dovrebbero fare per portare la pace.
Una caratteristica del film che ho avuto modo di apprezzare ragionandoci con calma è la sua lentezza in alcuni punti. CI sono varie scene nelle quali sembra che il soffermarsi della cinepresa su alcuni punti sia uno spreco di tempo ma assaporando il film con più calma si capisce come il regista abbia voluto dare un peso a queste scene aumentando il pathos e lasciandocele impresse.
Per chi ancora non è andato al cinema consiglio di riveredere sopratutto il film precedente e preparare i fazzoletti di carta perchè alcune scene vi faranno piangere qualche lacrimuccia.
Ma non ci sono solo lati positivi e ora vi parlerò invece di ciò che non ho apprezzato.
Mentre come vi dicevo prima ci sono state scene lente per permettere allo spettatore di assimilare un grosso evento c’è una scena, quella della seconda esplosione, che è stata così immediata e atroce da lasciarci senza fiato e secondo me con una maggiore cura del momento avrebbe reso la scena più drammatica e meno senza senso.
Come molti altri sono rimasta un po stranita dal saluto un po troppo affettuoso e allusivo tra Haymich e Effie, cosa che nel libro non accade.
Purtroppo nel 2014 è venuto a mancare Philip Seymour Hoffman e il regista per poter avere ancora il personaggio chiave di Plutarch e rendere omaggio al grande attore ha scelto la via più difficile. Nel film vediamo solo le scene che l’attore aveva già girato senza ricorrere ne alla computer graphic ne tantomento alla sostituzione dell’attore. Ciò ha resto il personaggio meno complesso e ambiguo facendo trasparire alcuni buchi di trama che sono stati in parte colmati con una scena in cui il confronto tra Katniss e Plutarch viene affidato ad una lettera e ad una battuta di Haymich verso fine film. Personalmente ho apprezzato molto questa scelta perchè ha resto omaggio e onore ad un attore grandissimo.
Tirando un po le somme posso dire di aver trovato questo film molto aderente alla storia raccontata nel libro a parte qualche eccezione, buona gestione dei tempi e degli effetti speciali. Un vero peccato è l’aver trascurato per esempio il personaggio di Johanna Mason che molti amano. Nel complesso è un buon film anche se io ho apprezzato molto di più quello precedente.
Voto. 8
La trilogia bibliografica è stata a me piuttosto gradita. Certo è che preferisco Battle Royal di Koushum Takami rispetto alla produzione di Suzanne Collins, ma se devo essere sincero il terzo libro mi è parso noioso e molto scontato.
I quattro film sono davvero ben girati e rispecchiano esattamente i libri: magari tutti i lungometraggi tratti da libri fossero così!