Matrix Resurrections: La recensione

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Era il 1999 quando Lana e Lily Wachowski ci hanno portato per la prima volta all’interno di Matrix, aprendo un arco narrativo chiuso nel 2003 da Revolutions. Da quel momento sono passati 19 lunghi anni, un periodo che sembra decisamente ancora più lungo se si pensa a quanti passi avanti ha fatto la tecnologia, a quanto è entrata nella nostra quotidianità rivoluzionando il nostro modo di vivere e di viverla rispetto a quando Neo ci mostrava quella volta quanto è profonda la tana del bianconiglio.

20 anni in cui tentativi di fare un reboot a questo franchise ne sono stati fatti, lunghe trattative e ripensamenti di ogni tipo prima di arrivare al quarto capitolo – Matrix Resurrections – che ora Warner Bros ha reso disponibile anche in versione home video.

Matrix Resurrections ci riporta a Thomas Anderson, ma questa volta lo vediamo nei panni di un famoso Game Designer, noto per aver ideato una trilogia videoludica intitolata : Matrix
è un uomo perseguitato da allucinazioni, ossessionato da una donna di nome Tiffany e costretto dal suo capo Smith a vedere un terapista, il quale lo riempie di pillole blu per stare tranquillo.
Il tutto scorre tranquillo fino a che qualcosa non incrina la già tormentata vita del signor Anderson, facendolo dubitare nuovamente di tutto.

Come detto qui sopra il mondo è totalmente cambiato e quindi di riflesso anche Matrix è dovuto cambiare, abbracciare l’evoluzione e farla propria cercando di non togliere nulla al passato che lo ha reso un cult cinematografico. Un cambiamento che parte dalle regole base della prima trilogia e rimbalza sulla presenza di volti nuovi in ruoli vecchi, scelte che costringono Lana a giustificare – in maniere più o meno forzate – la presenza di Morpheus e dell’Agente Smith nella pellicola interpretati da Yahya Abdul-Mateen II e Jonathan Groff.

Resurrections gioca con i loop e reboot, nella sua prima parte arriva a dare l’impressione di volersi trasformare in una meta-critica al settore cinematografico, senza riuscire mai a convincerci che quella sia la sua reale intenzione e anzi, finendo per creare del “rumore” attorno allo sviluppo della trama, senza trovare appigli sicuri che garantiscano stabilità.
Una condizione che però riesce a ritrovare nella sua seconda parte, quando il nuovo status quo finisce per essere cementificato e il tutto torna alla giusta dimensione.
Rimesso il film sui giusti binari narrativi la Wachowski trova il modo di arricchire la lore di questo universo, ci porta in una giostra di nostalgia e citazionismo, ricostruisce il passato per poi smontarlo per costruire un futuro fatto di seconde occasioni, dove riportarci al punto focale di Matrix, la storia di Neo e Trinity .

Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss sono decisamente a loro agio nel ritornare nei panni dei 2 protagonisti così come lo è Jada Pinkett Smith. Tra i nuovi Neil Patrick Harris e Jessica Henwick convincono decisamente, molto meno Yahya Abdul-Mateen II e Jonathan Groff  nel mostrarsi come le nuove versioni di Morpheus e Smith, ma nel loro caso dobbiamo ammettere che i ruoli non aiutano.

Dal punto di vista action, siamo nel regno dell’accettabile e dell’ordinario, niente a che vedere rispetto alle coreografie così funzionanti e ben eseguite viste in passato in questo stesso franchise.

Matrix Resurrections non è un brutto film, è un mondo che sulla carta potrebbe avere ancora molto da dire, ma che non riesce a trovare la forza per esprimersi al 100% del suo potenziale e che quindi finisce per perdersi nella mediocrità, regala ai fan quel finale che gli è “stato rubato” nei primi anni dei 2000, ma non riesce a soddisfarci del tutto. Matrix ha ancora possibilità di continuare ?  secondo noi si, ma non in questa direzione.

 

Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD