Tredici Vite

Tredici Vite, recensione del film di Ron Howard La nuova pellicola del regista premio Oscar racconta una storia vera che ha sconvolto e commosso l'intero mondo

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Tredici Vite è il nuovo film di Ron Howard. Una pellicola drammatica scritta William Nicholson e Don Macpherson. L’opera è prodotta da Metro Goldwyn Mayer Pictures, BRON Creative, Imagine Entertainment, Storyteller e Magnolia Mae. Il lungometraggio, uscito il 5 agosto 2022 su Prime Video, racconta una storia vera accaduta nel 2018. Il 23 giugno, 12 ragazzi tra i 12 e i 17 anni, più l’allenatore sono rimasti intrappolati, per 18 giorni, nella grotta di Tham Luang, in Thailandia La storia ha fatto il giro del mondo, sconvolgendolo del tutto.

La squadra, dopo aver finito una partita, decide di andare nella grotta. Lì, è rimasta bloccata dai monsoni, arrivati, inspiegabilmente, in anticipo. Il pericolo costante è il livello dell’acqua che aumenta in continuazione. Alle operazioni di salvataggio hanno partecipato persone comuni provenienti da ogni nazione. Presenti il ministro del turismo e Navy SEAL. Poi ci sono i sommozzatori (Tom Bateman, Colin Farrell e Viggo Mortensen) e l’anestesista (Joel Edgerton). Ron Howard è stato bravissimo a scegliere queste grandi star, spogliandole del loro fascino. Trasformandole in uomini comuni, con le loro debolezze e i loro pensieri.

Tredici Vite

Uno dei pregi di Tredici Vite è la scrittura dei personaggi

Uno dei primi aspetti positivi di Tredici Vite, infatti, è proprio la caratterizzazione dei sommozzatori e dell’anestetista. Perché decidono di essere lì come volontari, vogliono mettere a disposizione le loro grandi capacità per solidarietà, senza un rendiconto. Si dedicano alla missione, decidendo anche di superare delle piccole paure personali, che ogni tanto, infatti, si fanno sentire nei momenti più delicati. Un altro buon elemento è l’ottima chimica tra gli attori, tutti straordinari, soprattutto, Colin Farrell, particolarmente espressivo.

Tredici Vite

Alla base di Tredici Vite c’è totalmente l’impegno umano per la missione del salvataggio

Il buon legame tra i personaggi è dato anche alla perfetta sceneggiatura di Nicholson e Macpherson. Il copione, infatti, si concentra sulla capacità umana di mettere da parte attriti e diversità per collaborare e salvare delle vite. Infatti, in due ore e venti, ognuno dà anima e corpo alla missione, mettendo a disposizione le proprie conoscenze, di qualsiasi ambito, ogni mente e ogni idea può servire. Il pregio è che non c’è tratta né di buonismo né di retorica. Ron Howard si concentra essenzialmente sulla dedizione dell’essere umano nel fare del bene. E poi, non c’è spazio per altro, perché alla base dell’intero Tredici Vite è presente esclusivamente la missione di salvataggio. E come un film ben fatto, la tensione si fa sentire dalla primasequenza all’ultima, con sincerità e onestà.

Infatti, il vero protagonista è l’impegno costante dei soccorritori impegnati nel salvataggio. Ognuno di loro, aiutati dalla scienza, dalla religione e dalla burocrazia, lavorano senza sosta per il bene altrui. Un ulteriore elemento di scrittura degno di nota è la presenza equilibrata dei ragazzi intrappolati, perché si vedono all’inizio e alla fine. Proprio perché Ron Howard si vuole concentrare esclusivamente su tutti coloro che si impegnano a salvarli. Non bisogna dimenticare gli aspetti del sonoro e della fotografia, sempre perfetti, in ogni sequenza. Aiutano Tredici Vite a essere un grandissimo film di cuore e speranza.

 

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Renata Candioto

Diplomata in sceneggiatura alla Roma Film Academy (ex Nuct) di Cinecittà a Roma, amo il cinema e il teatro. Mi piace definirmi scrittrice, forse perché adoro la letteratura e scrivo da quando sono ragazzina. Sono curiosa del mondo che mi circonda e mi lascio guidare dalle mie emozioni. La mia filosofia è "La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita".