Torna su Netflix con una seconda stagione lo show Emily in Paris, la storia di una americana alle prese con Parigi e lo stile di vita dei parigini che tanto ha fatto infuriare i francesi con la sua prima stagione, ma che ha avuto un grande successo al punto da piazzare una nomination inaspettata ai Golden Globe
Nonostante tutti gli stereotipi infatti la serie con protagonista Lily Collins è riuscita a ritagliarsi il suo spazio nel cuore del pubblico come un piccolo guilty pleasure, un prodotto leggero e di puro svago da guardare con il cervello impostato su off.

In molti hanno inizialmente pensato che le critiche mosse verso questo show potessero toccare la produzione e portare a qualche cambiamento nella formula di Emily in Paris, ma dopo aver visto la seconda stagione per intero la sensazione è che i creatori dello show abbiano preferito tirare dritto con le loro idee facendosi forti del detto: squadra che vince non si cambia.
Il lato negativo della medaglia è il rischio che non cambiare porti la trama a ristagnare troppo nel suo mood. Per larga parte di questa stagione è realmente così, uno schema rodato di amore non corrisposto e disastri di cuore e di lavoro a cui rimediare a cui rimediare sempre con positività che si ripete fino all’ultimo episodio, dove finalmente assistiamo ad un possibile cambio di prospettiva – almeno teoricamente – ovviamente chiuso con un cliffhanger in attesa della terza stagione .

Un secondo giro di episodi che scorre fluido e spensierato come il romantico sogno francese di Emily, con quel tocco di glamour dato dagli outfit mostrati nella serie – belli e inarrivabili – che attirano e appagano l’occhio. Non sappiamo se Emily in Paris cambierà qualcosa nella sua terza stagione, ma la realtà è che in fondo non siamo neanche sicuri di volere che cambi.

