ARK: Survival Evolved, sopravvivenza preistorica…..e non solo

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Cosa fareste se vi risvegliaste quasi completamente nudi e disorientati, su un isola sconosciuta, circondati da feroci animali preistorici?

A questa domanda cerca di dare una riposta il survival game ARK: Survival Evolved.

maxresdefault1Il gioco, rilasciato nel giugno del 2015, è il frutto di una collaborazione fra la Wildcard StudioIstinct GameEfecto Studio e la Virtual Basement LLC; fin dai suoi primi giorni risultò essere un’innovazione, una ventata d’aria fresca, nel mondo dei survival game. Ark si presentò subito come una più piacevole, dal punto di vista visivo e delle meccaniche di gioco, alternativa allo strapotente Minecraft, sebbene il primo avesse preso diversi spunti da quest’ultimo: in primis il processo di crafting.

Il vero lampo di genio di Wildcard Studio è stato l’inserire una miriade, quasi infinita, di varianti e modi di agire all’interno del gameplay: in poche parole il giocatore può interagire con il mondo intorno a lui in ogni modo.

Quasi nulla è lasciato al caso o all’immaginazione del giocatore, persino i più piccoli accorgimenti, anche alle volte fin troppo pignoli, si possono attuare. Facciamo degli esempi pratici: il nostro alter ego deve costantemente nutrirsi pena la morte, deve idratarsi ( piccola pecca in questo aspetto dato che si può bere l’acqua del mare e non subire alcuna conseguenza), deve, sopratutto, nutrirsi con cibi commestibili come la carne cotta (che per essere tale deve essere messa su un fuoco), oppure deve stare attento a non esporsi troppo al calore o al freddo ( edificando umili capanne di paglia o immense fortezze di pietra e metallo), o ai morsi della fatica.

1435538295_11406964_10152893144341905_1924724089403758312_nTutti dettagli che possono invogliare e deliziare i giocatori, come il sottoscritto, amanti della verosimiglianza estrema.

Altra chicca, assolutamente geniale, consiste nel poter addomesticare e usare, al fine di sopravvivere e raccogliere risorse più velocemente, i vari animali preistorici che popolano quest’isola.

Chi non ha mai sognato di volare sul dorso di uno Pteranodonte o terrorizzare la terra a cavallo di temibile T-rex.

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Le vie per la sopravvivenza non si esauriscono: per progredire e, in particolare modo, riuscire ad addestrare certi animali e produrre certi materiali ci si dovrà servire della terra e coltivare con cura e perizia frutti e ortaggi.

1280x720-ztgAltra nota di merito, che merita di non passare inosservata, è la grande perizia che la Wildcard Studio ha messo nel definire e caratterizzare la fauna preistorica che popola questa misteriosa isola. I programmatori del gioco, infatti, hanno condotto diverse ricerche in campo biologico e paleontologico che rendono Ark più credibile e coerente con il suo strano scenario geografico.

In ogni caso, raccogliendo risorse, cacciando e uccidendo animali nonché difendendosi dai temibili predatori permette di salire di livello e quindi di sbloccare abilità utili a migliorare le proprie chance di sopravvivenza.

ARK:Survival Evolved  infatti possiede una architettura di gioco simili ai massive multiplayer game, sebbene i server di gioco possono accogliere fino a 70 persone contemporaneamente. La natura stessa del gioco incoraggia a cooperare e a instaurare legami utili a formare vere e propri tribù, tra le altre cose obbligatorie per sbloccare contenuti avanzati di gioco (come gli engrammi).

Ad un primo sguardo l’idea della Wildcard Studio parrebbe vincente su tutta la linea, nuova, fresca e stimolante ed è proprio in questo modo che mi è parsa la prima volta che l’ho provata.

Tuttavia con il tempo sono venuti fuori diversi aspetti spiacevoli e anche seccanti tali da spingere addirittura ad abbandonare il gioco e riporlo nel dimenticatoio:

  1. La miriade di problemi tecnici, bug e sopratutto i frequenti lag all’interno dei server più frequentati
  2. Il costo eccessivo d’acquisto totalmente ingiustificato: nonostante sia uscito dalla lunghissima fase di beta, gli sviluppatori non hanno risolto i gravi problemi nel codice sorgente
  3. La presenza di una generale “cattiveria” e scorrettezza da parte degli altri giocatori, un problema non imputabile direttamente alla casa madre, ma che potrebbe essere arginato, secondo il mio parere, istituendo dei server monitorati, moderati e controllati
  4. Un atteggiamento supponente ed quasi irrisorio degli sviluppatori nei confronti dei giocatori più fedeli, più volte insultati sui forum, per aver chiesto la risoluzione dei problemi principali anziché l’uscita di un DLC inutile.

Un’idea geniale e ricca di potenzialità quella di ARK che avrebbe potuto diventare una pietra miliare del genere e far divertire milioni di giocatori, sfruttata, però male, inquinata dal mero guadagno materiale e dall’avidità di sviluppatori e investitori.

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