Negli ultimi anni il mondo dell’intrattenimento ha assistito alla nascita di un vero e proprio fenomeno globale: quello degli eSport, tornei di videogiochi competitivi e organizzati a livello professionistico. Una vera e propria rivoluzione che ha coinvolto e coinvolge ogni giorno milioni di appassionati in ogni angolo del globo. Il fenomeno ha investito anche il mondo dello sport e la realtà italiana, tanto da far ipotizzare una comparazione con le discipline sportive tradizionali aprendo nuovi scenari e prospettive di riconoscimento olimpico per le competizioni videoludiche più importanti.
Il 27 ottobre dello scorso anno il Comitato Olimpico Internazionale ha aperto un dialogo con il mondo degli eSport riconoscendoli come fenomeno competitivo meritevole di attenzione e improntato sui valori e sui requisiti di sportività degli sport tradizionali. 5 mesi dopo, il 28 marzo, è stato il CONI a organizzare un incontro allo stadio Olimpico di Roma dal titolo “eSport in Italia: stato dell’arte e prospettive future”. Un appuntamento che sottolinea l’attenzione data dai vertici dello sport italiano al mondo degli sport elettronici e volto ad aprire un dialogo con i protagonisti di queste nuove discipline.
É il primo passo concreto fatto in Italia per il riconoscimento di un fenomeno che è esploso negli ultimi anni a livello mondiale. Basti pensare che soltanto la finale svoltasi a Tokyo del gioco League Of Legends, titolo nella top five degli eSport più ricchi insieme a Dota 2, Counter-Strike: Global Offensive, StarCraft II e Heroes of the Storm, è stata seguita da 80mila persone presenti allo stadio e da 60 milioni di utenti in diretta streaming.
Un fenomeno indicato come uno dei cinque principali trend del mondo sportivo nel 2018 e che è diventato in breve tempo una priorità per aziende e pubblicità dando origine alla creazione di veri e propri Team professionistici legati alle squadre sportive tradizionali.
Il giro d’affari legato agli eSport è in crescita da anni e sono sempre più elevati i montepremi assegnati ai vincitori dei tornei più importanti. Un settore estremamente giovane anche a livello di età anagrafica dei professionisti protagonisti: 26 anni rispetto alle media di altri sport 28 anni.
Tra i 300 milioni di videogiocatori attualmente attivi nel mondo con un target medio di 35 anni ci sono ben 24,5 milioni di italiani. Se nel nostro Paese, nonostante il gran numero di appassionati, si riscontrano ancora criticità in merito alla continuità nell’organizzazione degli eventi e alla presenza di un comitato organizzativo centrale (anche in quest’ottica va visto l’incontro organizzato dal CONI), negli altri Paesi Europei il trend sembra già consolidato.
Il settore ha registrato in pochi anni una crescita del 34% nel mercato britannico e in quello francese. Percentuale che scende al 29-30% per le realtà americana e tedesca. Numeri così importanti che fanno ipotizzare un inserimento degli eSport nel programma dei Giochi Olimpici di Los Angeles 2018.
Un fenomeno che ha cambiato anche le abitudini quotidiane degli individui. Se la tv resta ancora il canale di intrattenimento preferito con 4,3 ore di visione media settimanale, è cresciuto grazie agli eSport il tempo trascorso davanti agli schermi dei pc per seguire le dirette streaming. Oggi l’utente medio passa 3,5 ore ogni sette giorni cercando in rete contenuti digitali, 4,5 guardando video online e ben 2,4 ore a seguire eventi dedicati agli eSport. Numeri che si sommano alle 8,2 ore che gli appassionati passano davanti ai videogame e che danno solo una prima idea della portata che i tornei di videogiochi potrebbero avere nei prossimi anni, sia a livello sportivo che economico.