Disponibile da qualche tempo su Netflix l’esordio di Patrice Laliberté intitolato Lotta per la sopravvivenza (The Decline), un thriller psicologico legato al genere survival
Il protagonista è un uomo da sempre ossessionato dalla sopravvivenza, uno di quelli convinti che ci sia una calamità in arrivo e per questo deve imparare a sopravvivere. Una visione che lo ha portato a partecipare a uno speciale programma di addestramento con un esperto del settore chiamato Alain.
L’addestramento di gruppo sarà nelle foreste del Quebec, dove i protagonisti saranno completamente isolati dal mondo e potranno imparare al meglio. La tragica morte di uno di loro sarà però il viatico per la vera sopravvivenza

Lotta per la sopravvivenza è un titolo che parte solamente nella seconda parte, quella in cui assisteremo alla reale situazione del titolo, come in una sorta di discesa rapida verso la violenza, in risposta a una situazione che di fatto li ha colti impreparati, cambiando la dinamica che si era creata fra loro fino a quel momento.
Con il passare dei minuti non si riesce a costruire un’empatia con i protagonisti, che rimangono sempre distaccati tra loro e con il pubblico, il film ci mostra di fatto persone normali, in una situazione difficile che li mette alle strette, il concetto iniziale del fare gruppo davanti a una situazione estremamente critica viene meno e la loro compattezza si sfalda lasciando spazio al solo istinto, alla perdita di bussole morali.
La costruzione della tensione è buona, così come le scene d’azione, la sceneggiatura si toglie lo sfizio di mettere un colpo di scena a sorpresa ben riuscito, un plus non indifferente in un titolo tutto sommato abbastanza prevedibile e che si muove su binari rodati e lineari.
Il film nel suo insieme è decisamente ben riuscito, le ambientazioni scelte sono perfette per lo scopo e usate al meglio dalla regista, un debutto interessante.
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