Perché Netflix Daredevil mi piace

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IO SONO IL BRIGANTE

Accade talvolta che ti svegli un giovedì mattina e ti venga voglia di guardare una serie tv. Questo è quello che di solito non accade a me. Sinceramente, le serie tv non mi attraggono tanto quanto dovrebbero attrarmi e se penso che Game of Thrones sia troppo lento e dedicato ai tradimenti piuttosto che agli eventi politici e che al contempo Breaking Bad sia forse superficiale nel suo discorrere di cause e conseguenze, non sono mai riuscito a trovare una serie tv che si dedicasse a riempire quel vuoto di conoscenza che alloggia dentro di me ormai da tempo. In generale, questo si ripercuote anche su Anime e qualsiasi produzione seriale animata. Non so come mai, ma qualcosa mi dice che ciò che vedo non è qualcosa che mi interessa. Un pensiero che ho giò condiviso in altri articoli, ma che è sempre ben ribadire per i nuovi lettori.

Tuttavia, esistono rare eccezioni per cui, per una ragione o per l’altra, inizio a dedicarmi a una serie tv senza nemmeno pensarci due volte (o a parte di essa). Un esempio tra questi è sicuramente Doctor Who, serie che guardo sporadicamente, ma che è riuscita a rapirmi grazie al quarto episodio dell’ottava stagione. L’episodio in questione, nominato dalgi autori “Listen“, è ciò di quanto più poetico abbia mai visto in una serie televisiva e non mento affermando che l’insegnamento che dona allo spettatore sia diventato effettivamente parte di me.

 

“La paura è il tuo superpotere”

 

young-doctorDoctor Who: Stagione 8, Ep.4..Guardatelo: è allo stato dell’arte

 

E’ straordinario. Ma se c’è una cosa che ho compreso, è che le serie tv in generale sono davvero tutte ben fatte, o almeno quelle moderne. Mi accorgo che quasi la totalità delle produzioni contemporanee ispirate a libri o fumetti, riescano difatti a rievocare perfettamente ciò che l’opera originale riesce a fare. Pertanto, se Game of Throne o Breaking Bad non mi piacciono, non è perché sono fatte male, bensì perché non c’entrano nulla con i miei gusti (ammetterlo mi è costato tanto, sappiatelo). Grazie al quinto intervento di rubrica di The Leunam dedicato ai villain più carismatici del mondo Nerd, ho potuto conoscere la figura di Kingpin, tremendo “Capo dei Capi” capace di far tremare ogni abitante malavitoso di New York solo conl suo nome. New York ancora una volta al centro dell’attenzione Marvel (che a quanto pare non sembra gradire gli altri 8 milioni di kilometri quadrati di suolo americano), ma che sembra essere protagonista di una vicenda assai singolare, la quale mi ha subito intrigato. Grazie all’input di Leunam, ho provveduto a contattare numerosi miei amici nella vaga possibilità di conoscere di più riguardo a un fumetto e a una serie Tv che da tempo snobbavo: Daredevil.

FUMETTOSOLITA’

In generale, i fumetti americani non mi sono mai piaciuti molto. Li ho sempre trovati troppo propagandistici verso la madre patria “America” e in ciò ho sempre visto e letto di storie di super-eroithe punisher che sconfiggono criminali su criminali che a quanto pare non finiscono mai, dato che è da oltre 70 anni che tali fumetti inondano le edicole. Nel caso di Marvel, l’idea dei multiversi e di tutto ciò che concerne, ha creato l’ingegnosa possibilità di parlare in modi diversi di uno stesso super erore, allontanando la possibilità che un tizio come me si potesse avvicinare al mondo dei fumetti moderni in modo semplice e intuitivo. Tuttavia lo devo dire: i fumetti non fanno parte di me, perciò in tal senso parlo davvero da ignorante (un modo gentile per chiedervi di non incazzarvi di possibili gaffe). Ma nel mio piccolo voglio lo stesso dare il mio massimo nel sforzarmi sul motivo per cui tantissime persone leggono le gesta di Thor o Iron Man, o del perché non si annoiano mai di vedere i soliti cattivoni riuscire sempre a farla franca sul Gran Finale per far proseguire serie praticamente infinite.

Il medium del fumetto non ha molto fascino per me. Sto seguendo “I Guardiani della Galassia“; ma sto facendo davvero una fatica atroce. Secondo gli autori, si dovrebbero acquistare tutti i fumetti disponibili sul mercato per poter capire questo e quell’altro evento e questo in parte mi scoccia. Ma mi affascina. Mi affascina perché comprendo che esistono tantissime persone che riescono, ogni mese, con ogni uscita, a mettere assieme i tasselli di un grande universo fumettistico e questo è grandioso. Un po’ come accade con me per i videogames, tali persone lo fanno con delle pubblicazioni mensili che sfiorano e superano i 300 numeri per serie, i quali rimangono tutti nella testa utili nel caso fosse necessario rispolverare un evento piuttosto cronologicamente lontano. Ammetto però di aver giocato numerosi videogiochi dedicati ai super-eroi dei più disparati publisher. Che sia Superman, Batman, Spiderman o Il Punitore, mi sono sempre divertito a esplorare tali universi con personaggi ben trasposti nel mondo dei videogiochi. A tal proposito, maturai l’idea che i super eroi americani mi piacevano, ma dovevano essere a me proposti nel modo giusto.

E la serie Daredevil di Netflix, a quanto pare, mi è stata presentata nel modo giusto.

GORDON RAMSEY NON C’ENTRA NULLA

daredevil citazione 1E’ vero. Inizialmente pensavo che Hell’s Kitchen fosse qualcosa che riconducesse alla nota trasmissione di Gordon Ramsey in cui strani cuochi decidono di farsi insultare per poi essere giudicati da schiere di attori inscenanti un gruppo di clienti affamati e per qualche strana ragione iniziai a pensare che lo avrei trovato in qualche episodio della serie con il suo sorriso suadente. Successivamente, andando a rimuginare sulle nozioni di inglese impartitami nei secoli passati, mi ricordai che Hell’s Kitchen è un nomignolo utilizzato dagli anglofoni per indicare i quartieracci di città in cui criminalità e malavita fanno spesso da capolino. E non mi sbagliavo.

La serie Tv di Daredevil, narra le vicende di due avvocati, Matthew Mardock e Foggy Nelson. Entrambi si incontrano al College, dove studiano per diventare avvocati. Dopo aver raccimolato denaro in un grande studio legale, uno di quelli che difende le corporazioni e non i bisognosi (ma alla fine, per fare l’avvocato, un po’ infame lo devi essere), decidono di metter su propria baracca creando loro stessi un proprio studio legale il quale non riscuote successo. Tuttavia, riflettendo sulle cause intraprese nel grande studio legale e sul forte legame che Matthew aveva con il padre, egli incomincia a maturare l’idea che i più deboli, o i resi tali, debbano in qualche modo avere l’opportunità di difendersi e tale opportunità si chiama “calci in culo“.

Vi è però un dettaglio che va a impreziosire l’intera faccenda: Matthew, nonostante mena in modo del tutto simile a sua santità Chuck Norris, è cieco. Il motivo della sua cecità deve essere ricercato nel primo episodio della serie, in cui la bontà del piccolo Matt si scontra con la volontà di salvare un vecchio cieco da morte certa spingendolo fuori dalla traiettoria di un camion trasportante liquidi tossici, liquidi che immancabilmente si svuotano negli occhi di Mardock Jr, facendogli perdere la vista. Questo però non sembra essere un suo limite, ma anzi il suo super-potere. Proprio grazie alla sua cecità, inizia a sviluppare sensi raffinati con cui poter controbilanciare la sua mancanza. Gli acuti sensi gli consentono di menare tanto quanto una madre arrabbiata con il proprio figlio dopo che lo stesso ha preso una nota a scuola per aver detto una parolaccia in classe e proprio per questo suo tratto, il suo carisma sale alle stelle.

L’obiettivo di Murdock è quello di sconfiggere la criminalità newyorkese, la quale sembra essere sempre più insistente nel seminare terrore e caos nella città portuale. Egli si scontra però con un tizio dal nome impronunciabile, così impronunciabile da convincere persone a suicidarsi dopo la pronuncia di queste due parole: Wilson Fisk. Kingpin, così viene chiamato nella produzione cartacea, è sinonimo di guai e potere, ma nella serie televisiva di Netflix è un Capo dei Capi che deve ancora affermarsi, ed è proprio questo il motivo per cui Daredevil mi ha intrigato, convincendomi nella rara eccezione di guardare l’intera prima stagione.

LASCIAMI COSTRUIRE IL MIO IMPERO

Wilson Fisk, per l’occasione interpretato da un eccellente Vincent D’Onofrio, è un gran figlio di buona donna che pensa che ogni problema possa essere risolto in una sola maniera: eliminando fisicamente il problema. Tuttavia, non sembra essere informato che il suo stile è già stato utilizzato più e più volte nella storia dell’umanità e non ha mai portato a reali benefits a chi perpetuava tali strategie. In ogni caso, nella serie di Netflix, sia Daredevil che Kingpin sono in fase di formazione. I due in qualche modo combaciano, sono due facce della stessa medaglia, due inseparabili metà che operano in modi simili, con epiloghi diversi. Se Fisk uccide le sue vittime, Daredevil le lascia vivere, in stato di semi agonia cronica prossima alla morte. L’ambiguo comportamento del super eroe newyorkese mi ha portato a pensare che Daredevil non fosse poi così buono, dato che di buono non fa davvero nulla: prende a pugni criminali, prende a pugni i capi dei criminali, prende a pugni poliziotti corrotti..Un ottimo modo per porgere l’altra guancia.

Tuttavia le sue azioni si ripercuotono sulle persone comuni, le stesse che in qualche modo hanno deciso che combattere il crimine non sia una buona idea e che rintanarsi in casa fosse la soluzione di tutti i mali. Nonostante gli abitanti di New York troppo spesso si dimostrino dei fannulloni in molti fumetti Marvel, è anche vero che per la prima volta osservo vere ripercussioni sulla popolazione civile per via di azioni sconsiderate di un super eroe. Solitamente infatti, ad essere colpita è l’amante del super eroe stesso o un qualcuno che sia legato in modo emotivo con il personaggio. In Daredevil questo non accade. Le sfumature sono dark, i toni molto seri e angoscianti e la serie di eventi lamentosamente ripetitive vanno a comporre uno scenario mai così verosimile per una serie tv tratta da un fumetto americano.

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Wilson Fisk controlla tutto. Controlla i criminali, i media, i poliziotti. Ogni cosa è sotto il suo controllo. Non è stato raro che di fronte all’ennesima azione maligna promossa da un agente corrotto mia vesse fatto girar così tanto le scatole da farmi spegnere il mio televisore. In alcuni tratti infatti, si ha l’idea che il tutto proceda circolarmente all’infinito:; Daredevil si avvicina a Fisk, Fisk, Fisk paga agenti, gli agenti picchiano Daredevil il quale successivamente picchia gli agenti, Daredevil si avvicina a Fisk, Fisk paga gli agenti..

MI SENTO UNO STRACCIO

La serie prodotta da Netflix è per me capace di trasmettere la disperazione che solo una situazione del genere potrebbe restituire. La sensazione di impotenza, di vergogna e di umiliazione verso una città corrotta che non vuole cambiare pagina è tale da non voler accettare altro che la morte degli imputati. Si grida e si grida forte quando si comprendere che Daredevil non uccide mai chi compie del male,lasciando liberi i ciminali lasciandoli impuniti per il loro male (nonostante rimangano agonizzanti). Tuttavia, più Daredevil picchia e più gli innocenti ci vanno di mezzo. Più Matthew si avvicina a Fisk e più eventi negativi accadono per la città americana. E’ stato proprio questo, proprio questa disperazione a convincermi che la serie Daredevil potesse davver contare qualcosa nello scenario serial tv per me. A me piacciono le cose intense, mi piace provare emozioni forti da ciò che vedo e osservo e Daredevil me ne ha donate un sacco. Da tempo dinnanzi a una “boss fight” non mi alzavo per fare il tifo al mio nuovo eroe e da tempo non lanciavo yogurt appena aperti contro il televisore per atti immorali compiuti dai soliti criminali o agenti corrotti.

In tal senso, Daredevil è una serie matura, violenta, che non ha paura di mostrare come un super-eroe comparirebbe nella nostra realtà se fosse vero. Un essere umano, un semplice essere umano con doti pressapoco normali sempre allo sbando delle cause e delle loro dirette conseguenze, un essere umano che non può far nulla per salvare l’intera città di New York, un essere umano che non può sconfiggere flotte di alieni a suon di calci, pugni e una energia infinita.

E’ questo che mi è piaciuto di Daredevil. Non è realistico, ma è verosimile, si mostra per quello che è. La serie non ha avuto paura di utilizzare espedienti cinematografici alternativi per raccontare la storia di un super eroe di cui nemmeno ne conoscevo l’esistenza.

Pertanto si: Daredevil rappresenta per me l’esperienza più intensa che una serie tv mi abbia mai restituito, e mi piace tantissimo.

INFO VARIE

Netflix Daredevil può essere vista su Netflix in HD ed è presente la prima stagione completamente in Italiano.
La seconda stagione, in arrivo, vedrà l’entrata in scena del Punitore, uno dei pochi “super eroi” Marvel che mi sono piaciuti. Ottima notizia.

netflixddMatthew, alias Charlie Cox, è un vero Badass in Netflix Daredevil

Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.