Sono andato a far visita al centro commerciale più grande d’Italia e devo dire che la mia prima impressione è stata positiva. Creato sui ruderi roventi dell’Ex stabilimento Alfa Romeo, che dai primi anni novanta purtroppo non crea più quelle meravigliose, In Centro, così si chiama il nuovo impianto, promette un divertimento spensierato da caccia dell’affare dell’anno in uno dei 205 negozi disponibili all’interno e penso che solo la cifra appena menzionata, vi possa far capire quanto effettivamente sia grande questa nuova mastodontica creatura del capitalismo.
Siamo partiti dalla mia abitazione nei pressi di Lecco all’incirca alle 10 del mattino e siamo riusciti ad arrivare alle 11 senza troppi intoppi. Per una grande coincidenza siamo riusciti a trovare parcheggio subito vicino all’entrata, complice anche il fatto che mi sono portato appresso mia cugina Erika in dolce attesa di un bambino. Il trattamento riservato alle donne in gravidanza era scontato e così è stato: file saltate, code evitate e soprattutto grandi affari veloci. Pochi però i parcheggi dedicati alle famiglie con bimbi di età inferiore ai 12 anni. Tuttavia, poco dopo la mia entrata, sono venuto a sapere che in Autostrada una coda di 10 Km si diramava nell’estenuante soluzione di trovare un modo per raggiungere il centro commerciale più grande d’Italia, tanto atteso quanto effettivamente voluto dalla popolazione lombarda e locale. Era evidente: il pubblico presente era arrivato da tutta Italia, anche dalla Sicilia abbiamo sentito dire. Nonostante gli oltre 7000 posti auto, le automobili sono state parcheggiate anche nei posti più impossibili grazie all’autorizzazione della direzione che, comprendendo l’enorme afflusso di persone, ha acconsentito il parcheggio di automobili anche laddove era proibito (lasciando ovviamente i posti per disabili liberi per le persone più bisognose).
Per chi è riuscito ad entrare, quei tanti che sono riusciti ad entrare, hanno potuto osservare un’ imponenza mai vista in Italia. Ogni negozio, ogni grande marca ha acquistato e organizzato spazi immensi, con negozi giganteschi ove trovare il catalogo completo con oggetti solitamente disponibili solo online. Tutti e dico, tutti erano presenti e in questi giorni di apertura e inaugurazione gli sconti sono fioccati come neve in alta montagna. Nel primo giorno di apertura, ci hanno detto, la maggior parte dei negozi ha proposto uno sconto del 50% sulla merce esposta, iniziativa che ha letteralmente mandato in delirio la folla. Nonostante la grande mole di persone, non ho avvertito la sensazione che la situazione potesse precipitare da un momento all’altro come già accaduto alla fila d’entrata per l’Expo 2015, decisamente devastante e inumana. Tutto all’interno scorreva, nei termini della sicurezza e della volontà di fare affari con serenità. Certamente non tutti erano felici di attendere al di fuori di un negozio per poter entrare e fare compere, ma sinceramente mi è sembrata una scelta giusta e ben ponderata limitare l’afflusso di persone all’interno dei vari spazi commerciali, sia per una questione di sicurezza, ma anche e soprattutto di abitabilità e serenità.
Alcune nuove New Entry per il Bel Paese si sono fatte sentire. Il tanto atteso Primark ha dovuto transennare l’entrata per creare un serpentone attuo a disperdere in modo corretto la fila: 30 minuti per entrare. Il primo Lego Store d’Italia è stato preso d’assalto, anche grazie a sconti che si aggiravano al 50% anche nel giorno di Sabato, terzo giorno d’apertura. KFC è stato invece un delirio, con una attesa media di 2 ore e un pubblico letteralmente impazzito curioso di assaggiare il pollo di Colonel Sanders. Ho potuto mangiarlo, non è affatto male. I ciotoloni che ci hanno fornito ci hanno permesso di mangiare in piedi per qualche minuto, poiché i limitati posti a sedere ci hanno dato la possibilità di sederci solo in un secondo momento. Il “Food Court”, ovvero l’area dedicata al cibo e alla ristorazione, è secondo me sottodimensionata rispetto all’affluenza di persone che effettivamente può reggere l’infrastruttura di Arese e il malcontento per i posti a sedere insufficienti si è fatto sentire. Tuttavia, nonostante qualche battibecco, la fila non ha avuto problemi di sorta e i visitatori si sono dimostrati comprensivi nel dover attendere così tanto tempo per mangiare del “Junk Food”: la curiosità alla fine era tanta ed era chiaro sin da subito che un sacco di persone si sarebbero riversate proprio lì, ma alla fine questo è accaduto per quasi la totalità dei negozi presenti.
Ho anche passeggiato lungo il perimetro dell’Ex stabilimento Alfa Romeo, totalmente restaurato. Da lì raggiungere il museo del noto marchio milanese non è affatto difficile e ho trovato giusta la promozione dello stesso tramite l’esposizione di alcune delle auto più significative del parco macchine Alfa Romeo. Ho potuto constatare l’atmosfera felice e leggera proprio camminando per i grandi vicoli esterni al centro commerciale e ho trovato assai positiva l’idea di posizionare un piccolo Skate Park proprio li davanti: un po’ di cultura Hip-hop fa sempre bene. Inutile citare aree relax ornate di centinaia di tulipani dai colori più sgargianti e formate da comode poltrone su cui è facile addormentarsi, piacevole la presenza di gruppetti di Dj e Cantautori spontanei che hanno rallegrato ancor di più l’atmosfera delle zone esterne del centro.
IN THE CONCLUSION
Il mio articolo sembra una grande pubblicità positiva per un progetto davvero enorme. La giornata di sabato è stata per me piacevole, ma non voglio immaginare lo stato d’umore di chi prima si è fatto 10 Km di coda e successivamente ha dovuto lottare per trovare un parcheggio. In tal senso, la situazione può essere risolta solo con idee innovative e urbanisti in gamba. Ottime le offerte proposte, ottimi i marchi che hanno acquistato gli spazi, molto gradevole la presenza di catene molto popolari (cioè per il popolo), come Primark, Kiabi, H&M ed altri.
Molto accogliente l’intero ed enorme stabile, ben curato e ottima anche la scelta cromatica dei muri. I bagni sono stati curati nel design, sono andato al mattino ed erano piuttosto puliti, ma non ho più visitato tale sezione, ma non sembrava esserci del personale strettamente dedicato. Positiva la presenza di bagni dedicati alle mamme in cinta e alle mamme con neonati, come già accaduto all’Expo. Ottima la sensazione di leggere le indicazioni stradali per poter trovare i negozi preferiti, da un senso di grande vastità, negativo il feedback per il Food Court: troppo piccola e mal gestita per i miei gusti.
Per il resto mi sento di consigliare almeno una volta nella vita la visita di questo mostro di acciaio e calcestruzzo. Lo stabilimento d’Arese è ritornato ai vecchi fasti offrendo lavoro a oltre 2’000 persone e non sono poche: l’augurio è che il centro possa continuare a fare successo. Secondo me la sfida è molto più ardua di quello che si possa pensare, ma la posizione strategica (la vicina area Expo può essere d’aiuto in tal senso) e il grande richiamo di negozi giganteschi, potrebbero davvero decretare il successo dell’intero progetto promosso da Marco Brunelli, ormai ottannt’enne, tra le altre cose lo stesso imprenditore che ha fondato Esselunga sempre qui in Lombardia (catena di supermercati di cui io ne ho visto letteralmente l’espansione dal principio fino al successo).
W l’imprenditoria italiana quindi, che possa offrire lavoro, opportunità e futuro e intraprendere strade diverse rispetto al black capitalism americano.
Di seguito la lista dei negozi presenti:
Un po’ di foto del centro commerciale scattate al suo interno: