X-Men: Apocalisse è ormai alle porte e già dal titolo si propone come uno dei più epici della fortunata saga ormai giunta al sesto capitolo.
In un 2016 che ha visto in meno di cinque mesi l’uscita di tre grandi superhero movies dal grosso appeal come Batman v Superman, Deadpool e l’ultimo – solo in ordine cronlogico – Capitan America: Civil War mantenere alta l’attenzione e la passione verso i cinecomic (soprattutto del pubblico generalista) non deve essere semplice e questo compito ingrato toccherà proprio a Bryan Singer e i suoi amati mutanti. La notizia positiva è che Singer viene dall’ultimo film “X-Men: Giorni di un futuro passato” che da un’ampia fetta di critica e pubblico è stato considerato come il migliore della esalogia e ciò potrebbe dare una spinta autopropulsiva che potrebbe fare la differenza in sede di incassi.
Altro punto favore è il villain, tale Apocalisse, personaggio su cui poggia tutto l’incipit della trama che, a differenza di tutti gli altri cinecomic di questo periodo dove i villain facevano da contorno a faccende ben più importanti(in Batman v Superman vediamo un Doomsday apparire solo verso la fine e un Luthor che si muove gran parte del film dietro le quinte, mentre in Civil War un Baron Zemo fin troppo ai margini), qui avrà un ruolo centralissimo.
Anche lo stesso script non è male, Apocalisse è un mutante che deluso dall’umanità vede una possibile catarsi solo attraverso l’estinzione del genere umano (questa filosofia biblico-fatalista vi ricorda Ultron?).
Il film inoltre sarà il primo dove assisteremo alla maturazione dei nuovi X-Men, fino allo scorso capitolo trattati allo stremo di imberbi studentelli incapaci nel gestire i propri immensi poteri. Nello scorso capitolo abbiamo visto addirittura un Charles Xavier sbandato e vittima delle crisi puberali, situazione che inevitabilmente contrastava con la sua lungimirante saggezza a cui gli sceneggiatori ci avevano ben abituato negli scorsi capitoli (soprattutto la prima trilogia).
Fassbender, invece, da quando interpreta Magneto ha convinto sempre più, e pensare che era difficile solo pensare di emulare il livello del suo predecessore (Ian McKellen). Contro ogni il pronostico, invece, il personaggio ha avuto una scrittura ottima e un’evoluzione confacente alla natura ambivalente del mutante, ma soprattutto, sarà da vedere se la sua investitura come uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse sarà una scelta spontanea o frutto di un mind-game da parte di Apocalisse (come poi avviene nel fumetto).
Chiosa su Wolverine: il mutante canadese è stato tenuto segreto per molto tempo: escluso dai poster promozionali, mai presente ad una conferenza, solo nell’ultimo trailer vediamo per qualche secondo i suoi artigli che annunciano il suo coinvolgimento nelle vicende. Ecco qui non abbiamo nulla da aspettarci, qui si deve pretendere che la sua presenza non si riduca ad un semplice cammeo dalla durata di qualche battuta ma una figura consistente nella narrazione perchè sarebbe assolutamente inverosimile vedere un Logan infischiarsene delle sorti del mondo quando l’estinzione del genere umano e mutante – mai come questa volta – è una possibilità concreta.
Insomma, l’Apocalisse si avvicina, voi cosa vi aspettate da questo nuovo capitolo degli X-MEN?
Qui il trailer finale: