ANNUCIATO IL FILM ITALIANO CANDIDATO AGLI OSCAR
Quest’anno il documentario dedicato ai migranti di Gianfranco Rosi farà parte dei film candidati come miglior film straniero agli Academy Award. Il documentario “Fuocoammare” è già stato premiato con l’Orso d’Oro a Berlino e ora è pronto a conquistare anche gli Oscar . “Sono molto felice di questa candidatura ed emozionato. Questo risultato va oltre al film, che in questi otto mesi ha girato per tutto il mondo e ora appartiene a tutti – dice Rosi al telefono a Parigi, dove il film sta per uscire al cinema – leggevo ieri le parole di Obama: chi erge delle barriere costruisce una prigione per se stesso. Ecco penso che il film possa trovare un’ispirazione in quelle parole.
Il film è stato scelto tra altri sei da una commissione di nove membri della quale fa parte anche il premio Oscar Paolo Sorrentino che però dissente riguardo alla candidatura del film.
Sorrentino sostiene infatti che il film andava candidato nella categoria documentari e al suo posto, nella categoria del miglior film straniero era preferibile candidare una storia di finzione come “Indivisibili” di Edoardo De Angelis. Mentre “Fuocoammare” avrebbe potuto concorrere per la sezione documentare e puntare alla vittoria.
Gli altri membri della commissione di selezione erano Nicola Borrelli, Direttore Generale, Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Tilde Corsi, produttrice; Osvaldo De Santis, distributore; Piera Detassis, giornalista; Enrico Magrelli, giornalista; Francesco Melzi D’Eril, distributore; Roberto Sessa, produttore; Sandro Veronesi, scrittore
Dovremo comunque aspettare il 24 Gennaio per sapere se “Fuocoammare” sarà candidato con certezza agli Oscar e il 26 febbraio per la cerimonia degli Oscar.
Il regista ha vissuto per più di un anno sull’isoletta siciliana facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti. Il viaggio di Fuocoammare verso la notte degli Oscar era iniziato il venti febbraio scorso quando dopo la consegna del premio la produttrice del film aveva raccontato “Meryl Streep mi ha detto, tenendomi per mano: ‘questo film può vincere l’Oscar. Farò di tutto perché sia portato negli Usa’”. Dopo essere stato ospitato in ben tre festival americani (Telluride, Toronto e New York) ed essere stato venduto in più di 70 paesi sparsi in tutto il mondo, il film sbarcherà nelle sale americane accompagnato da una retrospettiva sul lavoro del regista al Lincoln Center di New York. Il film verrà inoltre trasmesso il 3 ottobre su Raitre, giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.
Questo film ci racconta la vita degli immigrati e degli abitati di Lampedusa in questo momento di grande crisi e difficoltà per chi approda sfuggendo alla guerra e per chi vive da sempre sull’isola
Samuele è un ragazzino che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia, Lampedusa è la sua casa. Poi c’è il deejay della radio locale che tra una richiesta di canzone e l’altra dà le notizie, racconta degli sbarchi, della elettricità che manca, dà le notizie metereologiche che non sono mai solo informazioni. Infine c’è il vero eroe del film: il dottor Pietro Bartolo, direttore sanitario dell’Asl locale che da trent’anni cura i lampedusani e da quasi altrettanti assiste a ogni singolo sbarco, stabilendo chi va in ospedale, chi va nel Centro di Accoglienza e chi è deceduto.
“Da Lampedusa è impossibile andar via, come anche stabilire il momento in cui è terminato il tempo delle riprese – ha scritto Rosi nelle sue note di regia – Se questo è vero per tutti i miei film lo è ancor di più per questo. C’è stato un evento che mi ha fatto comprendere che il cerchio in qualche modo si stava chiudendo. Avevo deciso di fare un film a Lampedusa dopo aver incontrato il dott. Bartolo, la sua umanità, la sua esperienza. Sentivo che era necessario per chiudere il film tornare a quell’incontro. Così è stato. Sono andato da Bartolo, ma con la camera, l’ho accesa e ho filmato la sua testimonianza, il suo racconto. Come accadde la prima volta, guardando il monitor del suo computer, dove è raccolto l’intero archivio di vent’anni di soccorsi, Bartolo è riuscito a trasmette con le sue parole, la sua umanità, la sua immensa serenità, il senso della tragedia e il dovere del soccorso e dell’accoglienza. Ecco, questo mi serviva per chiudere il film”.
Che ne pensate di questa candidatura?
Qui potete vedere il trailer del film in attesa del 3 ottobre quando potremo vederlo in TV.

