Barbara Alfieri – Le 5 domande della Quenny

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Bella, esuberante,piena di vita e di talento, vi presento oggi la cosplayer Barbara Alfieri.

Come hai iniziato?
Ho iniziato nel 2009 con un cosplay delle Rozen Maiden, che saró sincera era stato scelto puramente per il vestito da lolita adorabile che dovevo indossare ahahaha, era la mia prima fiera del fumetto nonostante fossi appassionata al mondo maga già da anni, e mi era sembrato divertente provare con il cosplay.

Cosa ti affascina nel mondo del cosplay?
La cosa che più mi affascina del cosplay penso sia “l’inutilità”. È un hobby spesso dispendioso, e che in un modo o in un altro costa sacrifico. Nonostante gli evidenti svantaggi, probabilmente per egocentrismo e vanità realizziamo  qualcosa di inutile come la riproduzione umana (sia fisica che mentale) di personaggi inventati con i quali creiamo un vero e proprio rapporto. Diciamo ho sempre avuto un debole per i “difetti” e le irrazionalità umane e nel cosplay ne vedo uno sfogo affascinante.

Personaggio preferito
Penso che in definitiva il mio cosplay preferito sia Mononome Hime, anche se quello che più mi sono divertita ad interpretare è Rize da Tokyo Ghoul

Novita’ e progetti futuri
Questo Lucca per me è stato abbastanza pieno di novità diciamo, cosí per il momento passo il tempo a riprendermi dalle corse del mese scorso ahaha

Gossip su di te
Il cosplay, nel mio caso, è stato anche un modo per prendere coscienza della mia strada. Venivo da studi scientifici e nessuno pensava, al momento della scelta universitaria, che avrei cambiato cosí tanto rotta. Ho deciso di intraprendere degli studi per moda e costume, e oggi a 22 anni posso dire di aver preso la strada giusta; non tanto per gli obiettivi raggiunti (attualmente lavoro da Valentino, e da quando ho 19 anni seguo anche diversi set di cinema, teatro, tv) ma perchè quando torno a casa, tardi, con la schiena a pezzi, trovo lo stesso la forza di mettermi a cucire per un cosplay o qual si voglia altro sfizio, perchè appunto quando il tuo lavoro è la tua passione, allora non è più lavoro.

Foto di
– Marco Pollacci
– Alessandro Gaziano
-Alessandro Anelli
– Matteo Ialungo
-Ilaria Vecchi