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Il caso di Fortnite. Cosa è, e cosa non è

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Scopriamo insieme Fortnite, il nuovo gioco di Epic Games!

Nonostante sia un genere che esista da tempo, solo di recente la moda dei Battle Royal Games è esplosa. PlayerUnkown’s Battlegrounds ne è un esempio: nato come mod di ArmA, titolo bellico di Bohemian Interactive che ha fatto da scuola per moltissimi modder, è ora un gioco stand-alone dalle vendite milionarie.

Ma perché PUBG ha fatto tanto successo? Esattamente come i roguelike, i Battle Royal sono giochi che ti spingono a provare e a riprovare nuove soluzioni, coinvolgono e mettono alla prova le proprie abilità di sopravvivenza. Una sola vita: persa quella, si è fuori dalla partita. Eccitante, no? Lo è e lo hanno capito anche i ragazzi di Epic Games che, con BlueHole (gli sviluppatori di PUBG), condividono la stessa medesima idea di gameplay, tant’è che i developer di PlayerUknow’s si sono sentiti addirittura offesi. Ma si può davvero definire Fortnite come un plagio dell’opera di BlueHole? Scopriamolo assieme.

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Sparatutto in terza persona con un po’ di tatticità.

Fortnite da quel che ho avuto modo di provare, sarebbe in verità un gioco ad orde dove combattere mostri mentre alla Minecraft si distrugge l’ambiente attorno per raccogliere risorse e creare un Forte. Il gunplay permette di vedere dove esattamente il proiettile va dato che ha una sua fisica, ottima l’animazione dei vari fucili, che restituiscono un feedback alla visuale da TPS quando si spara. Decisamente figo.

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Tramite un’interfaccia veloce che compare in tempo reale tra le mani del personaggio, è possibile selezionare e quindi costruire diversi pezzi di un Forte, fino a poter formare un vero e proprio castello con dei percorsi. Postazione da cecchino? Check. Ripari? Check. Dicevo che “sarebbe” un gioco ad orde di mostri, perché questa modalità è inaccessibile per il momento, mentre la modalità da cui è possibile invece immaginarsi come potrebbe essere il vero Fortnite è la “Battleroyale” introdotta per cavalcare l’onda di successi di PlayerUnknown’s Battlegrounds.

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La battleroyale di chi?

Il genere battleroyale, prevede una enorme mappa liberamente esplorabile, dove 100 giocatori si uccidono tra di loro e l’ultimo che sopravvive vince la partita. Chiaramente è un po’ difficile riuscire a trovarsi dopo che ne sono morti 80, per cui viene introdotto un “Occhio della tempesta” che pian piano si restringe col passare del tempo. Si è fuori dall’occhio della tempesta? Si è fuori. Anche dalla partita. Questo incoraggia i giocatori rimasti ad avvicinarsi tra di loro, perché la mappa sarà anche grande, ma l’occhio della tempesta vuole che invece si stia al suo interno, per cui l’area comincerà a diventare minuscola.

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E’ facile quindi immaginarsi la tensione tra un paio di giocatori sopravvissuti ai 100 in una piccola area con scontri a fuoco e le ultime risorse rimaste. Esatto, perché si hanno i proiettili contati e se non ci si mette a cercare bene nella mappa che pian paino si restringe, rimangono quelli e non si ricaricano dal nulla. Per non parlare della barra d’energia, anch’essa va ricaricata manualmente mediante kit medici, anch’essi da trovare nella mappa. E’ possibile anche trovare uno scudo, in modo da essere il più protetti possibile. Se si è abbastanza bravi (e fortunati) da riuscire ad uccidere e arrivare, possibilmente, al primo posto, la vittima rilascerà il proprio equipaggiamento libero di essere raccolto da chiunque.

Scusa mio caro…

Puo’ solo migliorare

Per quanto bello possa essere Fortnite, almeno dall’unica modalità per ora disponibile, sa ancora di un gioco acerbo ed in beta. Giustamente, è in Accesso Anticipato. Sebbene non abbia trovato bug particolari, l’interfaccia sa ancora di un gioco da rifinire, l’inventario va ridisegnato per un accesso più istantaneo data la natura della battleroyale; infatti l’azione di gioco nel battleroyal permette uno sguardo a l’inventario di pochissimi secondi, prima che qualcuno ci uccida alla prima distrazione. Si sente una certa mancanza di veicoli poiché la mappa è così enorme che costringe a quasi 3 minuti contati di camminata per raggiungere alcuni luoghi – e qui diventa un po’ problematico se non si riescono a trovare le risorse necessarie a sopravvivere, perché magari gli altri se le sono già appropriate. E nel frattempo, l’occhio del ciclone, si restringe.

Incredibile! Sono riuscito a farmi fregare da una granatina…

Tecnicismi

Fortnite insomma, ha un futuro roseo davanti a sé, complice l’ottimo comparto grafico stilizzato a mo’ di cartone animato e dell’ottimo gunplay. Aspettiamo ulteriori aggiornamenti in attesa che la build finale arrivi e che soprattutto, la modalità “Salva il mondo” arrivi.
Fortnite è stato giocato su un i5 4460, GTX960 2GB e 8GB di RAM, possiamo dire che è giocabile, anche se per della grafica così “minimal” mi sarei aspettato un po’ di più. Per ottenere le massime prestazioni e allo stesso tempo impostare la distanza di rendering al massimo disponibile (dato che in Fortnite è di vitale importanza avere gli occhi ovunque) ho dovuto impostare le ombre, l’antialias, texture, effetti e post processing su qualità media. V-sync, motion blur e l’erba erano però attivi. Il gioco è ad ogni modo disponibile anche su PS4, Xbox One e MacOs.

La modalità Battleroyale di Fortnite uscirà dalla closed beta il 26 Settembre. Per “Salva il mondo” invece, la mod pve ad orde di mostri, dovremo attendere tutti quanti il 2018.

Manuele Musso

Scrittore improvvisato tra romanzi, sceneggiature e testi brevi. Ama i videogiochi, sarebbe capace di scrivere qualsiasi cosa su questi. Tende a guardare di più all'interfaccia di un videogioco piuttosto che al gameplay in sé, senza contare che pensa solo a quanto è smussato un poligono.