Fallout 4 è stato aspettato, atteso, odorato e adorato sin dalla speranza di un suo possibile annuncio. E così, durante l’E3 2015, in prima mattinata ora italiana, venne annunciato Fallout 4 facendo così implodere istantaniamente Internet. Non solo: in contemporanea alla rivelazione del quarto capitolo, App Store su Ios venne assaltato da milioni di giocatori pronti a scaricare Fallout Shelter, piccolo gestionale sviluppato da Bethesda che pone l’utente alla direzione di un vero e proprio Vault con le dinamiche del caso (invasione di gatti, capelli che prendono fuoco, razzia di predoni).
Mi ricordo che nel mese di novembre 2008, quando uscì Fallout 3, molti dei videogiocatori che in quell’anno acquistarono Xbox 360 e Playstation 3 (e furono davvero molti, complice la crisi economica appena sorta sul mondo), non conoscevano affatto l’universo di Fallout e per circa 6-7 mesi il titolo fu totalmente snobbato dal pubblico (ma non dalla “critica”). Mi ricordo che io lo acquistai circa tre settimane dopo la sua avvenuta. Sapevo già cosa aspettarmi: un Oblivion con armi da fuoco con un background fantascientifico. Ciò che non potevo aspettarmi tuttavia, era effettivamente scoprire che nonostante F3 e TES IV condividevano un buon 90% del codice di programmazione, il terzo capitolo di Fallout sembrava possedere una sua dignità e una sua indipendenza dai titoli più recenti dell’epoca sviluppati da Bethesda.
Mi ricordo anche che a quei tempi iniziai a conoscere un ragazzo che poi sarebbe diventato uno dei miei più cari amici. Tal ragazzo, di nome Lorenzo, non faceva altro che parlare di Call of Duty e mazzi, aggiungendo talvolta nelle sue conversazioni quanto fosse bello il trailer “Physics” di Killzone 2, video in cui si enunciavano le proprietà fisiche del motore grafico di Guerrilla Games (comunque inferiore ad Half Life 2). Mi ricordo che lo feci giocare a Fallout 3 per la prima volta in casa di un mio amico. Egli aveva da poco recuperato una Xbox 360, pertanto avevo la volontà di ben inserirlo nel mondo “Next Gen” di Microsoft nel migliore dei modi, pensando che Bioshock e Fallout 3 potessero essere graditi. Se Bioshock effettivamente rapì i due miei amici per l’atmosfera e la potenza grafica, posso pur affermare che un’ora dopo aver avviato Fallout 3 sul piccolo schermo a tubo catodico 14” che il mio amico Gabriele possedeva, dopo essere usciti dal Vault 101, osservai in loro una espressione di sgomento, gioia, incredulità e paura.
Credo che non mi scorderò mai le loro facce.
Ebbene: questo ricordo è il principale motivo per cui considero Fallout 4 un gioco davvero mediocre e non meritevole di essere inserito nell’olimpo dei migliori titoli del mercato videoludico (e forse nemmeno nei migliori giochi usciti nel 2015).
HO GIA’ VISTO E STRA VISTO QUELLO CHE STO GIA’ VEDENDO
Partiamo dal presupposto che la trama di Fallout 4 sembra essere un perfetto ibrido di quella presentata in F3 e New Vegas. E’ anche vero che il tema del Viaggio è ricorrente in tutti e 7 capitoli della serie (se pensavate davvero che fossimo solo alla quarta incarnazione vi sbagliavate). Pertanto, il protagonista delle vicende di F4 è alle prese con la ricerca del proprio figlio che, misteriosamente, viene rapito. Ciò che rende davvero interessante tale venatura di trama, è il fatto che il proprio alter-ego non è altro che un cittadino di una serena e non bellicosa America che si ritrova a essere criogenizzato a data da destinarsi una volta scoperto che la tanto cara America, così tanto non bellicosa non lo era. La sequenza iniziale, di indubbio fascino, ci permette di scorgere il mondo prima della catastrofe nucleare che successivamente avrebbe spazzato via qualsiasi forma di vita organica presente sul pianeta, o così tecnicamente doveva essere.
Il nostro protagonista, segregato in un Vault sperimentale sotto la custodia di Vault-Tec Inc, rimane congelato per circa 200 anni durante i quali, tuttavia, viene svegliato più volte. In una di queste occasioni, casualmente, riusciamo a scorgere gli aguzzini del nostro partner e rapitori del nostro bambino intenti a commettere il crimine che successivamente andrà a compilare le prime fasi di vita post-bellica successive all’esaustivo e intenso prologo di gioco. Una volta usciti dal Vault incontriamo il nostro Mister Handy di famiglia, il quale ci illustrerà la situazione globale aggiornata al 2087, con successivo sgomento del nostro Pg (Io sinceramente gioirei: niente più coddari, finalmente!).
Tuttavia, una volta completata la prima ed entusiasmante sequenza, ci ritroviamo subito in un mondo dove sappiamo effettivamente già muoverci. Sappiamo già utilizzare il Pip-Boy, sappiamo già come orientarci nella mappa di gioco, sappiamo già come utilizzare il nostro equipaggiamento, sappiamo già come interagire con gli npc sparsi per l’area geografica limitrofa a Boston e soprattutto sappiamo già quali tipologie di missioni incontreremo.
Ciò che voglio comunicarvi, in soldoni, è l’estenuante e diabolica sensazione di aver già fatto e vissuto una particolare esperienza in quanto, a conti fatti, Fallout 4 è esattamente ed irremidiabilmente un clone di Fallout 3 semplificato e banalizzato per adattarlo a un pubblico meno esigente.
Ma procediamo con calma.
HO PASSATO MESI INTERI A CAPIRE CIO’ CHE NON CAPIVO
Se la mia recensione di Fallout 4 è uscita oltre un mese dopo l’uscita dello stesso, è soltanto perché dopo averlo giocato abbastanza per farmene una idea chiara, ho avuto il bisogno di confrontarmi a più non posso con amici e conoscenti per comprendere se fossi solo io a pensare quanto sto per scrivere. Tale processo di verifica è durato sino al minuto precedente la stesura di questo testo e sono sicuro che dopo la pubblicazione della recensione probabilmente continuerò a rimuginare su quanto scritto.
Fallout 4 è stato davvero problematico da analizzare per me. Nonostante il terzo capitolo sia riuscito nell’intento di rapire la mia anima nella sua quasi banale, ma efficace trama, in Fallout 4 ho eseguito missioni per inerzia, con la sola volontà di portare a termine la storia principale e la serie di missioni secondarie proposte per osservare i titoli di coda. Ciò è accaduto in quanto le missioni stesse non sono altro che una re-interpretazione di quanto già visto nel terzo capitolo, insaporito con piccoli colpi di mano di esperienza quali il salto nella mente di un criminale (e non vi dico chi), il viaggio nel cratere dell’esplosione dell’atomica visibile nel prologo e poco altro che non vi racconto per non galvanizzare la vostra futura esperienza di gioco. Sta di fatto che la buona parte delle missioni di gioco sono sembrate ai miei occhi l’incredibile semplificazione di quanto già visto in passato, con traiettorie ben delineate e soprattutto “corridoi” di gameplay che con praticità e frustrante velocità portano il giocatore verso il completamento della missione.
Tutto scorre in modo veloce e minimale, con un percorso itinerante ben visibile e di facile localizzazione, il tutto con uno sforzo pressapoco nullo da parte del giocatore che in poco tempo, o almeno per me è capitato così, si annoia. Sapere che in ogni caso raggiungere una postazione sarà comunque davvero fin troppo facile o che si incontreranno le stesse tipologie di nemici i quali utilizzeranno sempre le stesse tattiche, rende il tutto sarcasticamente monotono e noioso, rovinando di per sè una esperienza di gioco che poteva essere altrimenti eccezionale.
Io mi sono annoiato, tantissimo. Più che altro, mi annoiava l’idea che non aver comunque trovato nulla di interessante da fare e osservare in quanto, Fallout 4, pone al centro dell’attenzione la semplificazione del concetto di osservazione e di esplorazione, permettendo quindi anche al giocatore più casual di fiondarsi in una esperienza appagante e ben congegnata, o almeno è così per coloro che non conoscevano nemmeno l’esistenza del genere RPG.
Più che altro trovo frustrante la decisione di fare di Fallout 4 un gioco per tutti senza minimamente pensare che i giocatori più esigenti, gli stessi che avevano adorato New Vegas per la sua capacità di trasportare il giocatore in una esperienza densa e credibile. Non solo: la decisione di semplificazione del gioco è stata coordinata con l’implementazione di un sistema di crafting che permette a chiunque di cimentarsi nella creazione di vere e proprie città le quali possono successivamente esser gestite come vere e proprie basi operative, con tanto di coloni a seguito da dirigere e proteggere.
IL MERCATO IMMOBILIARE STA CRESCENDO
Non voglio distruggere tale scelta di sviluppo, ma credo che Fallout non sia sinonimo di “Minecraft”. Perché aggiungere una feauture completamente inutile e mal inserita all’interno del contesto narrativo per far felici coloro che si sono divertiti con i cubetti di quel grassone di Notch? Perché mai strizzare l’occhiolino all’utenza più piccola e immatura e non dare invece una chance di rivincita per i giocatori più hardcore e fedeli al brand? Perché mai Bethesda ha deciso di far diventare Fallout 4 una IP incredibilmente commerciale senza minimamente badare alla nobile nicchia di videogiocatori creatasi attorno all’incredibile Fallout 3?
SEMPLICE!
Capitalismo.
Il solo fatto di poter creare dei veri e propri grattacieli con tanto di difese capaci di far fuori, sole, il più forte dei predoni, porta irremidiabilmente il giocatore più esigente e intelligente a porsi domande sul motivo per cui gli altri coloni della zona contaminata di Boston non abbiano fatto lo stesso, ma soprattutto perché a distanza di così pochi anni da Fallout 3, il popolo della cittadina americana sia riuscito nello studio di competenze così ampie e consolidate tanto da creare un vero e proprio ecosistema autoreggente, fatto di grandi e rigogliose città, fabbriche autonome con operai annessi e una economia così in salute da poter generare migliaia di tappi nelle mani di super-multinazionali.
Insomma: nonostante a Boston sia esplosa una potentissima bomba atomica, sembra che il tutto sia rimasto pressapoco come prima dei tempi della guerra, tanto che a un certo punto incontreremo addiruttura una giornalista di nome Piper, una raccontafrottole di professione capace però di farci riflettere su una questione che coinvolgerà il protagonista per l’intera durata della trama principale: l’esistenza dei sintetici.
Ebbene: il background narrativo composto da super-aziende capaci di sfornare robot androidi ad alta tecnologia nonostante il mondo sia stato COMPLETAMENTE devastato da così tante esplosioni nucleari da non permettere alcun tipo di sviluppo tecnologico e biologico, fa riflettere su quanto effettivamente gli sviluppatori abbiano scritto la trama di Fallout 4 senza minimamente fare ricorso al grande bagaglio narrativo dell’intera epopea post-atomica e soprattutto senza minimamente considerare che il gioco fosse effettivamente ambientato soltanto dieci anni dopo le vicende dell’eroe della Zona Contamianta della Capitale.
Tali incongruenze logiche mi hanno fatto davvero arrabbiare. Come ci si può tuffare in una esperienza che dovrebbe rapire il giocatore dal primo all’ultimo minuto speso nel gioco, se vi sono incongruenze di trama così forti ed evidenti che portano l’utente finale a porsi migliaia di domande sul come sia possibile tutto quello? Sta di fatto che la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stato nel constatare che Bethesda si fosse maggiormente concentrata sulla creazione di un sistema di crafting complesso e “Minecraft friendly”, piuttosto che sullo sviluppo di una trama migliore o su missioni davvero varie e diverse da quelle proposte nei titoli precedenti e sviluppati dallo stesso team.
Credetemi: constatare quanto la creazione della propria base fosse un aspetto più profondo e compless rispetto a qualsiasi altra funzione del titolo mi ha fatto incazzare così tanto da chiedere il rimborso spese su Steamil quale, successivamente e ovviamente negato, mi ha convinto a disinstallare il tutto.
E sapete perché?
Perché la creazione delle proprie basi, nella sua complessità e profondità..
..NON HA ALCUNA UTILITA’ NEL GIOCO SE NON QUELLA DI ESSERE FINE A SE STESSA
Perciò, bethesda, te lo dico col cuore:
[embedyt] http://www.youtube.com/watch?v=oya7h1R8a88[/embedyt]NON E’ TUTTO STERCO CIO’ CHE PUZZA
Sorvolate le mie incazzature, non posso dire che Fallout 4 sia effettivamente un brutto gioco. E’ stato ben sviluppato se confrontato con altri prodotti commerciali e la mappa di gioco, seppur nettamente più piccola rispetto a F3 e New Vegas, è densa di edifici e forse fin troppo. Notare che Diamond City è attorniata da fabbriche e palazzi perfettamente conservati nonostante le abitazioni in cui il nostro protagonista soggiorna, ben più lontane dal luogo dell’esplosione dell’atomica rispetto alla cittadina, siato tutte completamente distrutte, mi fa capire quanto poco logico sia questo progetto.
Perché mai degli edifici geograficamente più vicini al sito dell’esplosione sono meglio conservati (alcuni in ottimo stato), rispetto agli edifici geograficamente più lontano dal fatidico luogo? Sicuramente Bethesda lo avrà pensato e dopo aver compreso che sarebbe stato effettivamente difficile spostare le abitazioni in cui le avventure del nostro protagonista iniziano, avrà sicuramente pensato che nessun videogiocatore si sarebbe mai accorto di questa incongruenza.
Ebbene: Agos non lo prendete per il culo.
Sta di fatto che agli occhi di un giocatore di Call of Duty, Fallout 4 sembrerà un capolavoro dei capolavori. Il tutto è fluido e scorrevole, mentre il gameplay sembra davvero tendere fin troppo verso scontri a fuoco serrati e dinamici con tanto di “Hit Marker” e munizioni ovunque, tipico degli fps più moderni. Le zone da esplorare sono molte, ma davvero piccole e stilizzate, mentre entrare nei palazzi vuol dire semplicemente osservare le stesse quattro textures su configurazioni di mura diverse a seconda del palazzo visitato. E’ certamente bello venire a conoscenza del fatto che alcuni uomini hanno brindato con del vino avvelenato poco prima delle esplosioni atomiche, ma il tutto risulta essere fine a se stesso, che piaccia o meno.
La storia principale è completabile in una ventina di ore, il che è estremamente al di sotto della media del genere mentre, se si dedica del tempo alle missioni secondarie, il tempo di gioco può allungarsi fino alle 30 ore di gioco complessive. Se mettiamo in conto di esplorare l’intera mappa, riusciremo a sfiorare le 70 ore a fatica. Le cose da fare infatti, oltre a non essere varie, non sono molte e tendono ad annoiare presto il giocatore. Insomma: se in Fallout 3 ogni missione permetteva di scoprire nuovi anfratti del complesso background narrativo della serie, con la conseguente conoscenza di nuovi personaggi non giocanti, in Fallout 4 diventa tutto fine a se stesso, ma soprattutto noioso in quanto, con il completamento delle missioni, non verremo a conoscenza di nulla se non di qualcosa che doveva divertirci, ma che in realtà non lo ha fatto.
Graficamente non siamo affatto su buoni livelli: il titolo risulta essere pesante e mal gestito, in quanto il motore grafico del gioco è stato spinto oltre le sue capacità tecniche (motivo per cui diventa pesante). La prova su Xbox One ha restituito un ottimo feeling per quanto ci riguarda, con sporadici cali di frame che in ogni caso non andavano a intaccare l’effettiva esperienza di gioco. Nulla da segnalare invece su Pc, a patto di avere un hardware efficace. Tuttavia, anche qui una critica è doverosa. Nonostante il tutto non sia al passo coi tempi, aspetto che posso sicuramente sorvolare, è anche vero che l’intera mappa di gioco è piena di dettagli inutili. Ho notato, con dispiacere, quanto i rifiuti lasciati per strada fossero ben più dettagliati armi, armature ed NPC nemici, portandomi a pensare che lo studio della mappa di gioco sia effettivamente più antico rispetto a quello dedicato alla trama e di quanto accade nelle strade di Boston. E’ evidente che l’intera area contamianta sia stata ben pensata e congegnata e alcune suggestive zone sono state assolutamente snobbate dalle missioni principali e secondarie del gioco, rimanendo bellissimi squarci “inutili” in un titolo che doveva in realtà sopraffarre la diretta concorrenza. Inoltre, è da segnalare che l’intera area contaminata non sembra esser stata distrutta da esplosioni nucleari. Il tutto sembra esser stato abbandonato e non distrutto. Sembra che gli abitanti siano andati altrove e non vaporizzati dal calore dell’atomica.
In sostanza, in Fallout 4, non si ha assolutamente la sensazione che la Zona Contamianta di Boston sia stata vittima di una devastante deflagrazione nucleare.
ALTRE NOVITA’?
Alcuni di voi penseranno che sia stato troppo duro con Fallout 4 e forse è così. Ma credetemi: questo quarto capitolo mi ha davvero annoiato, è come se avessero speso 6 anni a creare la mappa di gioco e soli sei mesi per creare trama e missioni secondarie. Il tutto è impreciso e profonde feautures come la creazione di basi per i propri coloni, vanno a scontrarsi con un titolo banalizzato e semplicistico, quasi stilizzato. Anche la progressione del proprio alter ego è stata semplificata, con ora uno schema infonografico che permette al giocatore di sviluppare i propri talenti in modo pratico e veloce.
Alcuni miei amici hanno sottolineato alcune “Importanti” novità tra cui il tempo rallentato nello SPAV piuttosto che un congelamento totale dell’azione di gioco come accadeva nei capitoli precedenti, ma sinceramente non mi sembra affatto una innovazione, bensì di un piccolo accorgimento che di poco influisce con lo scorrere degli eventi.
IN THE CONCLUSION
Fallout 4 non è affatto il gioco che mi aspettavo. Giocandolo si ha l’eterna sensazione di aver già visto e vissuto tutto, ma soprattutto si ha la sensazione che il gioco sia stato creato alla rinfusa per abbracciare una fetta di pubblico sicuramente redditizia a livello economico, ma non di reputazione. Fallout 4 sembra essere un titolo da consumare in fretta in quanto si lascia sbranare velocemente e facilmente, senza grandi pretese. E’ uno di quei titoli che prendi in mano, ci giochi per quelle due settimane dopo il suo lancio e successivamente lo rimetti in scrivania senza più pensarci, diversamente da qualsiasi altro gioco di ruolo ben fatto in cui il giocatore lascia il disco di gioco all’interno della propria console (o Pc) per mesi, se non anni (900 ore su Oblivion e non ancora finito al 100%).
Fallout 4 è un ottimo prodotto economico, adatto a tutti. Mentirei nell’affermare che non sia un gioco ben fatto. E’ mediocre, certo, ma siamo lontani dai veri obrobri dell’industria videoludica. Tuttavia, non posso premiare le scelte di Bethesda, motivo per cui ricorderò Fallout 4 come un prodotto economico e non come una esperienza ludica da inserire nel mio bagaglio culturale.
Pertanto, ne sono convinto: Fallout 4 non passerà alla storia, così come non è passato alla storia Skyrim: appena uscirà un nuovo gingillo nessuno ne parlerà più.
Mentre di Fallout 3..oh si: di Fallout 3 se ne parlerà anche nel 2077.