Ormai da tempo lontano dalle scene, Alvaro Vitali è, a suo dire, ridotto sul lastrico per non aver saputo ben gestire il denaro quando ne guadagnava molto (e, evidentemente, ne spendeva altrettanto).
Il suo amaro sfogo era stato raccolto di recente dalla sempre pronta Barbara D’Urso durante una puntata di Pomeriggio 5.
Le affermazioni di Vitali:
Noi artisti quando siamo al centro dell’attenzione e lavoriamo, guadagniamo tanti soldi, e si sa più si guadagna e più si spende. Purtroppo però non pensiamo a metterli da parte nel momento in cui si lavora e io ora che non lavoro più come prima ho finito i soldi
Non avevano, ad essere sinceri, attirato molte simpatie. Su molti social i commenti erano stati caustici, e potrebbero riassumersi con una frase tipo: “se ti sei speso tutto, dovevi pensarci prima”.
Ma se le sue “lacrime di coccodrillo” non avevano riscosso molti consensi, la situazione potrebbe cambiare ora che l’ex-Pierino accusa di furto di idea e conseguente plagio niente meno che Mamma Rai.

Stando a quanto afferma Alvaro Vitali, lui e la moglie Stefania avrebbero scritto e proposto a RAI 3 una sceneggiatura in molti punti uguale a quella poi andata in onda sotto il nome di Don Matteo. Nella supposta “versione originale” si sarebbe trattato di un prete di un piccolo paesino che deve conquistarsi la fiducia dei parrocchiani e a cui capita di risolvere piccoli gialli con l’aiuto della perpetua (che avrebbe dovuto essere interpretata da sua moglie, Stefania). Il prete in questione girava per il paesello pedalando su di una bici rossa. E sarebbe dovuto chiamarsi – indovinate un po’? – Don Pierino (cresciuto e rinsavito).
Contribuisce a rendere più “misterioso il mistero” il fatto che Alvaro & consorte abbiano – sempre a loro dire – presentato il progetto qualche sei sette mesi prima che andasse in onda la versione con Terence Hill, riveduta e corretta giusto nel colore della bici (diventato nero) e nel nome (cambiato appunto in Don Matteo).
Si attendono repliche o un’indagine della Signora in Giallo.