Quando Lucio Dalla la vide bere a una fontana, che non era lui…
Nel 1977 Lucio Dalla era IL cantautore italiano. La critica e il pubblico dell’epoca gli avevano dato questo grado dal merito indiscutibile, visto il successo ottenuto dal bolognese con canzoni che restavano in cima alle preferenze dei critici, per il virtuosismo raggiunto dai testi e il loro impegno serio, e sopratutto per le capacità musicali di Dalla, che da compositore, nel suo genere non ha avuto rivali.
Per l’omino, o meglio, per il folletto peloso, perché tale era, la sua scelta migliore poteva essere proseguire con il suo impegno sociale, di altissimo livello, per restare quello che era stato consacrato. Ma Lucio Dalla e la fine degli Anni ’70 avevano altri programmi e altri potenziali. Quegli anni furono appesantiti dal piombo ma alleggeriti da una dilagante libertà di espressione che avrebbe presto reso anche i salotti perbene delle tribune per emancipare i temi più indelicati.
Nell’epoca delle radio libere, che hanno lanciato il compaesano Vasco Rossi, la musica di Lucio Dalla era ascoltata e discussa sopratutto nell’alta società, durante gli incontri delle signore “alte” in cui si discuteva dell’impegno sociale, perché faceva giustizia popolare e anche un po’ radical chic. Per carità, santo Lucio portatore di umanizzazione anche tra chi ne patisce la carenza, ma da lì a poco, Com’è Profondo il Mare lo avrebbe tinto di una vena provocatoria sconvolgente.
Sebbene i tempi fossero maturi e il piano più largo della piramide sociale, quello basso, brulicasse di emancipazioni, tra cui anche il femminismo, Disperato Erotico Stomp rischiò grosso. Il racconto della canzone, che quando uscì con un titolo del genere si fece ascoltare da tutti, ha una sinossi di due righe: un uomo rimasto senza donna gira per Bologna, incontra una puttana e un berlinese che ha bisogno di ritrovare la strada. La sera, tornato a casa, termina la giornata masturbandosi.
I radical chic, chiamiamoli così solo per inquadrare uno stereotipo, misero su il disco, lo ascoltarono e si ritrovarono a chiedersi cosa fosse quella roba. E pensare che Dalla, per evitare di essere radiato senza diritto di replica dalle preferenze musicali dei ricchi, aveva perfino scelto di non mettere tutto quello che voleva dire all’interno del testo. Sarebbe stato troppo. Come se concetti come “il silenzio m’ingrossava la cappella, […] mi son steso sul divano, ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza è partita la mia mano”, o far capire di conoscere così bene lo stereotipo della prostituta, non fossero abbastanza sconvolgenti.
«La scrissi come risposta a una sorta di moralismo della sinistra. Era l’epoca delle femministe […]. Io ho un rispetto sacro per l’essere umano, non per l’aspetto istituzionale di esso. Per cui “Disperato Erotico Stomp” era una canzone-provocazione sia nel linguaggio sia nella ragione stessa della canzone»
– Lucio Dalla
In un recente documentario di Sky Arte, Ron ha discusso le origini del pezzo e ripensando al suo impatto sociale si è messo a ridere, perché a posteriori l’idea di una signora aristocratica che sentendo in compagnia il nuovo disco del migliore cantautore del momento, non sa come restare decentemente impostata, perché pensare a Lucio Dalla che si masturba è – ancora adesso – disturbante e scandaloso. All’epoca però, chi scrisse la canzone con Dalla rise per il suo potenziale sconvolgente.
Gli eventi raccontati nel testo sono autobiografici. All’epoca il cantante ebbe un incontro con una filosofa, un’emancipata coi controquadrati, che lo lasciò a bocca asciutta, andandosene davvero via con un’amica alta bionda e fica. L’uomo ci rimase così male, che dovette sforzarsi, appunto, di non stare chiuso in casa in mutande a pensare. Quindi si fece un giro a Bologna, incontrò una prostituta con cui discusse piacevolmente, perché nonostante il mestiere, era di un ottimismo anticonvenzionale. Passò oltre e aiutò un berlinese a ritrovare la strada. A Berlino tra l’altro lui c’era stato davvero col Bonetti della canzone, un amico che Dalla raccontò essere scemo, ma che guidava sempre lui, sbagliando ogni volta la strada.
Annoiato della città, calata la sera se n’era tornato a casa, ma un fatto strano lo bloccò sul portone. Fermatosi a guardare una stella, quasi onnipresente nelle sue canzoni, il silenzio lo coinvolse così profondamente da fargli avere un’erezione. Forse perché arrivato a quel momento del giorno, in cui si è soli, ci si rende conto di non avere nessuno con cui condividere i sentimenti… e l’atto fisico. Allora via, di corsa in casa facendo i gradini tre alla volta, si stende sul divano e nella pace beata della casa, si dedica solennemente all’autoerotismo.
Nulla di straordinario, avvenimenti che possono succedere a chiunque, anche ad uno stravagante come Lucio Dalla. D’altronde, l’impresa veramente eccezionale è di essere normale. E Dalla lo è esattamente come tutti gli altri, si apre mostrandosi al naturale raccontando semplicemente ciò che fa ordinariamente, cosa che però nessuno racconta mai. Stranamente, ancora oggi sono in pochi ad avere la faccia di cantare la voglia di masturbarsi, solo perché se ne sente il bisogno, specialmente dopo una delusione amorosa. Alla fine, se ci si pensa, la canzone coinvolge tutti sul personale perché parla della solitudine.
Anche in Piazza Grande Lucio Dalla decanta il bisogno di amore, di contatto, di comprensione. Le due canzoni, sebbene abbiano testi e significati diversi, condividono lo stesso scopo, chiamare l’attenzione del mondo per fargli capire che siamo soli, che necessitiamo di un’anima compatibile al nostro spirito vittima dell’isolamento. Dalla è riuscito, attraverso il sesso e i sentimenti, a dare voce a quella fascia di sentimenti a cui è difficile donare un linguaggio. C’è il bisogno di essere accettati per quel che si è: in Disperato Erotico Stomp infatti il protagonista viene invitato a dare al gabinetto il proprio sesso. Che fosse un’allusione a delle proporzioni fisiche inadeguate al desiderio di questa donna?
Dal punto di vista stilistico, Disperato Erotico Stomp è un capolavoro. Nata con una base Reggae ed elaborata con delle sessioni di fiati tutte arrangiate ed eseguite da Dalla stesso, venne sminuita in tutti i modi, i moralisti lo chiamarono un scherzo di cattivo gusto, una frivolezza musicale o comunque speravano che Lucio Dalla dichiarasse di non intendere alla lettera quel che cantava nel testo. Ma non c’era nulla di frivolo, anzi, la canzone è impregnata di un retrogusto amaro, sebbene mascherato di un umorismo che fa sorridere perché ci tocca inavvertitamente da vicino.
È una canzone di solitudine, uno di quei giri per la città senza meta, fatti solo per non tornare a casa, dove non c’è niente e nessuno. Lucio Dalla si racconta in modo disperato e grottesco al tempo stesso. Bisogna ridere cogliendo la disperazione espressa nel titolo. Stomp è un termine inglese che indica l’incedere, il camminare pesantemente e lentamente, fa capire come alla base degli intenti narrativi del cantante vi fosse una sorta di angoscia mista a indolenza, che finisce per farci fare i capricci. Non a caso l’autoerotismo degli uomini solo nasce da questo miscuglio di sensazioni.
Gli adolescenti dell’epoca se ne appropriarono immediatamente, perché nessuno come loro si intende di masturbazioni nate da stati d’animo più inclini alla sottile disperazione che per pulsioni chimiche. La conoscevano a memoria, e ad ogni viaggio per andare e venire da scuola la cantavano alle vecchiette per scandalizzarle. Poi la canzone venne rimossa dalle emittenti. Dopotutto all’epoca Lucio Dalla era un cantautore di livello serio, non poteva essere scambiato per qualcosa del genere e vuoi i discografici, vuoi i perbenisti, della canzone se ne ebbe accesso solo sui vinili.
Durante questo anniversario, in cui ricordiamo il compleanno di Lucio Dalla, riascoltare Disperato Erotico Stomp è un momento per scoprire o riscoprire un momento della vita di tutti che fa ridere come nessuna canzone, ma che non è un messaggio comico. Chi la conosce infatti non lo ammetterà facilmente, ma se gli viene in mente mentre guarda le stelle notturne, è perché è solo e magari sta valutando se fare le scale tre alla volta per stendersi sul divano, o andare a cercare una mestierante del sesso ottimista e di sinistra. Proprio quella lì, ce l’hai presente?