Ha fatto la sua comparsa nel catalogo Netflix lo scorso 21 dicembre la pellicola horror Bird Box, diretta da Susanne Bier e con un cast composto da Sandra Bullock, Trevante Rhodes, John Malkovich, Sarah Paulson, Jacki Weaver, Tom Hollander, Vivien Lyra Blair e Julian Edwards
Un’inquietante presenza invisibile ha spinto quasi tutti al suicidio. Cinque anni dopo una sopravvissuta e i due figli cercano disperatamente di raggiungere la salvezza.
Dopo A quiet Place, anche questo film post apocalittico decide di poggiare la sua trama su un cupo scenario che vede l’umanità costretta a rinunciare ad una delle proprie facoltà, dove nell’opera di Krasinski il limite era quello del silenzio, quello di Bird Box è l’impossibilità di guardare, anche in questo caso a farci da guida all’interno di quello che rimane del mondo troviamo una donna forte e con lei i suoi figli.
Se le similitudini fra le due opere sulla carta sembrano molteplici, lo sviluppo della trama e delle sue atmosfere porta l’opera del con Sandra Bullock ad avere un approccio diverso alla caduta dell’umanità, Susanne Bier sceglie infatti di mostrarci l’evoluzione della sua protagonista poco a poco, alternando il presente al passato e facendoci capire passo dopo passo come siamo arrivati a quel punto. Una scelta che ci consente di più del come il nostro mondo è andato in frantumi, ma che così facendo scava alle spalle della sceneggiatura, erodendo molto dell’effetto tensione che avrebbe potuto mettere in mostra (e che ha rappresentato l’arma vincente di A quiet Place) .
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Se la tematica legata alla sopravvivenza dell’uomo tramite la privazione ci ha ricordato il film precedentemente citato, la misteriosa minaccia esterna che costringe al suicidio riporta alla luce un’altra opera, questa volta realizzata da M. Night Shyamalan, ovvero E venne il giorno.
Una delle piccole pecche nella sceneggiatura di Bird Box è quella di non prendersi spazio per esplorare maggiormente la natura delle creature stesse, limitandosi a chiarire come anche la visione indiretta possa essere letale, ma non approfondendo ulteriormente la loro origine o il loro scopo e nemmeno offrendo una risposta riguardo alla sensibilità degli uccelli o quella dei malati di mente, tutte occasioni che avrebbero potuto essere sfruttate in maniera maggiore per dare un ulteriore stratificazione alla trama, una chiave di lettura diversa.
La mancanza di profondità limita quindi la pellicola alla sola evoluzione della protagonista Malorie, da donna incinta che pensa di dare il figlio in adozione (anche se non viene esplicitamente detto nel film) a madre protettiva e pronta a tutto per loro. A dare forza al personaggio una prestazione decisamente maiuscola di Sandra Bullock, solida e spigolosa, ma anche dolce quando necessario, alle prese con un mondo in rovina.
Bird Box molto probabilmente non avrebbe sfigurato nelle sale cinematografiche, è un prodotto che intrattiene lo spettatore con una trama avvincente, ma che tuttavia manca di quel quid di coraggio in più che lo avrebbe definitivamente elevato a qualcosa di più di un semplice compito ben fatto.
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