The Gentlemen: la recensione del film di Guy Ritchie

1089 0

Guy Ritchie sbarca su Amazon Prime Video con The Gentlemen, pellicola che se non fosse stato per il covid avremmo ovviamente visto nelle sale.

Ritchie con questo film sembra voler tornare finalmente a casa, all’universo di The Snatch e Rock’n’rolla che aveva fatto innamorare moltissimi spettatori del suo stile e che negli ultimi titoli sembrava essersi annacquato, uscendo fuori solamente in alcuni lampi per ricordarci che era ancora presente.

Il film segue le vicende dell’emigrato americano Mickey Pearson (Matthew McConaughey) che si è costruito un impero della marijuana a Londra. Quando si diffonde l’indiscrezione che possa volere abbandonare il mercato per sempre, si attivano una serie di piani, complotti e ricatti nel tentativo di riuscire a sottrargli il dominio.

Rispetto al passato Guy sposta l’attenzione verso una criminalità di livello più alto, ma quando si tratta di Londra non importa se siamo tra nobili oppure in periferia lui si sente a casa e i risultati si vedono. Il regista è perfettamente a suo agio nel mostrarci la storia del boss Mickey, uno che si è sporcato le mani in strada e ora vorrebbe godersi i frutti del suo impero in pace, ma che nessuno sembra intenzionato a lasciare uscire di scena in tranquillità, tra clan rivali, giovani rampolli esaltati ed equivoci da risolvere, sempre narrati con il particolare occhio del cineasta, tra colpi di scena e situazioni volutamente esagerate per colpire lo spettatore.

Uno stile – quello di The Gentlemen – che sicuramente rappresenta uno scoglio per alcuni spettatori, il giudizio riguardo a questi film passa molto proprio da quanto il suo modo di narrarci la sua storia ed è una di quelle scelte che può piacere o non piacere. Quella di tornare indietro a questo modo di raccontare il suo cinema è forse una decisione che serviva più a Ritchie che a noi spettatori, gli permette di vedere come quella sia la sua zona di confort e capire che quando in passato ha provato a slegarsi dalla sua anima più British e personale il risultato non lo abbia ripagato.

Sicuramente ad aiutare la riuscita di questo film troviamo un cast ben assortito, al quale sono stati affidati personaggi incastrati alla perfezione nella storia. A fare compagnia a McConaughey troviamo attori come Charlie Hunnam e Colin Farrell, ma soprattutto un Hugh Grant assolutamente in palla nei panni di un’investigatore\ narratore sopra le righe, che gioca a raccontarci la storia come se fosse un copione di un film.

Un film con il giusto piglio, diverte e intrattiene esattamente come avremmo voluto, ma è anche una pellicola scritta in modo intelligente per giocare con un tema sempre attuale come quello della legalizzazione della marijuana . Speriamo che ora che Guy Ritchie ha ritrovato le strade della sua amata Londra non se ne separi più.colin f

 

Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD