Silo: la recensione della prima stagione

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Oggi qui su ProjectNerd.it vi parliamo un po’ di una delle interessantissime serie che recentemente sono state rilasciate su Apple TV +, una piattaforma che nonostante non abbia la stessa profondità di catalogo delle più note avversarie, si sta mettendo sempre più in mostra con tutta una serie di cosucce molto interessanti come questa Silo (già rinnovata per una seconda stagione).
Silo è una serie Sci-fi basata sulla trilogia di romanzi distopici di Hugh Howey, bestseller del New York Times, interpretata da un cast d’eccezione guidato da Rebecca Ferguson (“Dune”, “Mission: Impossible”), che è anche produttrice esecutiva. La serie è creata dallo sceneggiatore nominato agli Emmy Graham Yost (“Band of Brothers – Fratelli al fronte”, “Justified – L’uomo della legge”), che ne è anche showrunner La serie ha fatto il suo debutto su Apple TV+ il 5 maggio 2023 e a cadenza settimanale ha già raggiunto il suo climax finale nei 10 episodi che compongono questa prima stagione .

 

“Silo” racconta la storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa profonda un miglio li protegge dal mondo esterno, tossico e mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono, lo farà la verità

Il Silo è un mondo chiuso, un universo privo di una vera e propria memoria di ciò che è avvenuto non solo prima della costruzione del silo stesso, ma anche di ciò che è avvenuto prima della nascita del “patto”, una sorta di costituzione nata dopo una rivoluzione sedata e che ora rappresenta la commistione perfetta tra legge e religione per coloro che sopravvivono all’interno dei piani di questo microverso. Una situazione che pone questo show sulle vibes di un prodotto cult come Lost ( che ha fatto della discussione fede\ scienza un caposaldo su cui ruotare), ma allo stesso tempo non si può non pensare al treno di SnowPiercer, nelle sue due identità (cinematografica e seriale) con la società divisa in caste all’interno di uno spazio chiuso e regolato da regole tanto rigide quanto fondamentali per la sopravvivenza all’interno di uno spazio limitato .
Silo riesce a cavalcare queste onde, mantenendo allo stesso tempo una sua forte identità senza cadere succube di influenze che avrebbero potuto dilaniare la sua anime (e i suoi spettatori). Il risultato finale è una serie ricca di misteri da esplorare, che allo sci-fi accosta lo stile di un giallo e che riempie lo schermo con una fotografia ben studiata e di personaggi che si intrecciano con le loro storie, tutti affidati da attori che sembrano sempre essere il volto giusto al punto giusto, da Common ad  Avi Nash, passando per Harriet Walter, Chinaza Uche,  David Oyelowo e tutti gli altri.

Questa prima stagione ci ha convinto tantissimo e ora non vediamo l’ora che arrivi anche la seconda, mentre ancora dentro di noi cerchiamo soluzione a molte delle domande rimaste irrisolte.
Sicuramente Silo è uno degli Show che vi consigliamo di recuperare se vi piacciono le realtà distopiche

Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD