Ciao nerdacci! Come andiamo?
Oggi sono particolarmente felice. In primis perchè, dopo tanto impegno, siamo riusciti a lanciare il portale di Project Nerd! Finalmente abbiamo un luogo in cui pubblicare tutti i nostri lavori. Non soltanto i nostri speciali ai vari eventi, ma soprattutto le nostre opinioni o articoli riguardo i nostri hobby preferiti!
Ma anche perchè sono riuscito a portare a termine un gioco particolarmente impegnativo che non toccavo da anni.
Oggi vi racconto la storia di un guerriero. Il suo nome riecheggiava tra i popoli della terra di Argool con la speranza che Rygar potesse tornare in vita per sconfiggere Ligar, una divinità che ha invaso Argool con i suoi eserciti di mostri assetati di sangue.
Così comincia l’avventura del nostro eroe, avventura particolarmente diffusa nelle sale giochi a fine anni 80 e che ha goduto di una versione casalinga in stile RPG/Action sul Nes (Nintendo 8 bit) durante i gloriosi anni del Retrogaming.
Oggi mi soffermerò su quest’ultima versione. Non perchè quella arcade non fosse meritevole, anzi. Ma Rygar per Nes rappresentò una pietra miliare nel gaming, portando feature tipiche dei giochi di ruolo e degli adventure in un titolo inizialmente concepito per essere un puro arcade.
Momento amarcord: l’originale Rygar arcade
Prima di cominciare con la recensione, una piccola nota dedicata a quello che fu uno dei titoli più giocati nelle sale giochi. Rygar era il classico cabinato sempre occupato, con la tipica fila da fare per poter giocare e un’infinità di livelli. Non credo di aver mai superato il dodicesimo o giù di li.
Rygar era un classico platform/action in puro stile anni ’80, con bonus da raccogliere e decine di nemici tutti diversi e con un proprio pattern d’attacco. La varietà dei livelli e la musica da sottofondo fornivano la carica necessaria a buttare giù tutti quei nemici senza mai annoiarsi.
Insomma, un gran titolo, talmente grande che TECMO decise di portarlo sul Nintendone 8 bit con una chicca.
Un gigantesco mondo in soli 80kb di cartuccia
Rygar comincia con un livello introduttivo lineare come fosse un piccolo tributo al titolo arcade, con un bellissimo tramonto come sfondo che ci accompagnerà fino all’entrata di Argool.
Superato questo livello, ci si troverà ai piedi di un’altissima montagna che funge da portale alla mappa principale, sulla quale si trovano gli accessi ai vari dungeon.
La prima sensazione che si prova quando si mette piede per la prima volta nella mappa principale di Argool è pari al feeling che prova la particella di sodio dell’acqua Lete. Saremo soli contro tutte le creature mostruose che popolano Argool e che si faranno in quattro (ma in certe situazioni anche più) per impedirci di compiere la nostra missione.
Con la visuale che si sposta in alto per garantirci una maggior visibilità di gioco, dovremo decidere (e trovare) le porte dei vari dungeon, sempre accompagnati da musiche che ricordano quelle di alcune serie TV come Hercules o Xena principessa guerriera.
Ciascun dungeon è, a sua volta, suddiviso in varie aree che richiederanno abilità e ingegno, oltre a uno spiccato senso dell’orientamento e una discreta abilità nel sopravvivere e nella risoluzione degli enigmi.
Labirinti, punti esperienza, abilità… Che altro?
Il colpo di genio degli sviluppatori è stato proprio questo: il voler fondere tre generi ben distinti tra loro, dando vita a un ibrido ben riuscito e ricco di elementi ben concepiti tra loro e che regalano un’esperienza lodevole e coinvolgente.
Oltre ai Level Up, Rygar dovrà raccogliere una serie di oggetti, armi e armature necessarie per proseguire nella sua avventura, oltre a sbloccare vari potenziamenti utili (direi fondamentali…) per sconfiggere i Boss di fine Dungeon.
I labirinti sono tutti diversi e in ordine di difficoltà crescente. Ciò non vieta di affrontarli in ordine diverso da quello prestabilito, ma in alcuni casi sarà necessario un oggetto chiave per proseguire.
Si và da intricate foreste a grotte sotterranee, da città nel cielo fino a castelli fluttuanti nell’atmosfera, ciascuno con una propria mappa, un brano musicale in tema con l’ambientazione e dei mostri unici per ciascun labirinto.
Tutto molto bello ma… Difetti?
Nonostante la realizzazione tecnica fosse eccelsa per quei tempi (classe 1987, un anno dopo la versione Arcade), le vicende del redivivo armato di scudo rotante non sono esenti dai glitch tipici per i giochi dell’epoca. La questione è che finchè parliamo di glitch non ci sono problemi. Quando questi glitch, si trasformano in veri e propri bug che impediscono di continuare senza morire, perdendo tutti i potenziamenti ottenuti (per fortuna non gli oggetti e i livelli!), allora sarà difficile non storcere il naso.
Per fortuna sono occasionali e in alcune situazioni è addirittura possibile sfruttare questi glitch a proprio vantaggio.
Conclusioni: non c’è pace neanche nella morte?
Aldilà del classico problema di collisioni che affliggeva gran parte dei giochi 8 bit, Rygar per Nes rappresenta una splendida avventura, ricca di validi elementi, mostri ben caratterizzati e una colonna sonora che sottolinea le battaglie più importanti.
Forse un po’ eccessivamente difficile verso la fine, ma è quella difficoltà che, salvo rarissime eccezioni, sta pian piano svanendo, trasformando i videogiochi moderni in semplici film interattivi.
Ma questa è un’altra storia…