LaTe SHiFt recensione: il futuro delle serie Tv è già arrivato in forma di videogioco

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Stupefacente. Non avrei altre parole per descrivere la mia esperienza. Ho iniziato Late Shift con una grossa dose di pessimismo e scetticismo dato il passato di questa forma di intrattenimento così atipica. Nella realtà dei fatti, i “film interattivi” non sono cosa nuova. Si pensi per esempio a Dragon’s Lair o a tutti i Laser Game che a inizio anni ‘80 impressionarono pubblico e critica per le loro capacità tecniche, le cui vendite però non convinsero mai l’industria a investire in forme di intrattenimento simili. Così gli esperimenti cessarono anche in relazione a una idea di videogioco mutevole e sempre pù legata a un concetto di interattività massima.

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Dragon’s Lair è sicuramente il più iconico Laser Game di tutti i tempi

Nonostante negli anni ‘90 milioni di videogiocatori si divertirono con le migliori avventure grafiche, l’idea di un videogioco “passivo” per cui il giocatore fosse una sorta di spettatore-scrittore inserito all’interno di un profondo contesto narrativo non fu più prerogativa del grande pubblico videoludico. O almeno fino all’invenzione delle avventure grafiche esplorative. Dall’invenzione di giochi quali Amnesia, SOMA o Layers of Fear, il pubblico ha imparato ad apprezzare questo “nuovo” modo di intendere il videoludo ben slegato dall’idea di fare più punti possibili o di battere livelli di gioco per arrivare a un “boss finale”. L’estremizzazione di questo concetto, oltre ai passati Laser Game, è il nuovissimo Late Shift di Wales Interactive, un piccolo studios britannico che è riuscito a compiere magie riprendendo un’ idea del passato ravvivandola con un tocco moderno davvero invidiabile.

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E se lo dice il fondatore di Ready at Dawn..

FATEMI DECIDERE

Late Shift è un vero e proprio film. E’ girato con attori veri e in location vere. Ambientato nei giorni d’oggi, nella megalomane città di Londra, racconta le gesta di uno studente il cui destino beffardo ha deciso di renderlo partecipe di una rapina milionaria. O meglio: di renderlo partecipe di un salvataggio di donne inglesi dall’alto grado di apprezzamento fisico. O meglio: di renderlo partecipe di un omicidio tra gang rivali.

O forse.. No.

Il destino in Late Shift è il giocatore stesso il quale decide letteralmente per i personaggi su schermo. Data la natura del film interattivo si potrebbe pensare che le scelte da compiere così come le conseguenze delle proprie azioni siano in realtà un contentino che simula una sorta di interattività che in realtà non esiste, un po’ come accadeva in Dragon’s Lair. La realtà è però ben diversa.

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Ogni fotogramma del lungometraggio è frutto delle proprie decisioni: è davvero difficile creare due storie completamente uguali.

Innanzitutto è doveroso dire che ogni scelta arriva all’improvviso e quasi sempre mozzando il fiato del giocatore. Nei circa 50 minuti di “gioco” ho potuto contare oltre sessanta scelte complessive, sebbene il riepilogo finale mi ha avvertito del fatto di non essere riuscito a sbloccare tutte le situazioni di gioco. Già. Perché in Late Shift ogni scelta corrisponde a una conseguenza tangibile e coerente, componendo un mediometraggio creato letteralmente dalle decisioni del giocatore. E funziona benissimo, anche perché il tutto avviene in modo fluido e costante senza minimamente avvertire quel tipico stacco di “caricamento” solitamente presente in produzioni di questo tipo.

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Le scelte arrivano all’improvviso e sempre in situazioni al limite della tensione sopportabile. Decidere in pochi secondo non è affatto semplice, ma è dannatamente coinvolgente

 

MI SEMBRA VERO PERCHÉ’ È’ VERO

Ho provato emozioni fortissime giocando a Late Shift. Credo che non ci si aspetti che il film interattivo di Wales Interactive fluisca in modo così naturale e coerente con le proprie decisioni. E’ incredibile, a mio dire, come si crei subito empatia tra il giocatore e i personaggi a schermo: dover prendere le peggiori decisioni in una manciata di secondi crea un forte legame con gli attori di Late Shift. In ogni caso le sezioni interattive sono ben sparse lungo il mediometraggio e vengono proposte a un ritmo che potrei definire serrato. Il tempo per pensare è sempre pochissimo anche perché le situazioni da affrontare sono sempre al limite del sopportabile. La tensione è sempre alle stelle ed è inevitabile reagire di istinto in determinate situazioni dannandosi poi per quanto fatto nelle scelte precedenti.

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Diciamo che non è mai facile uscire da situazioni di questo genere

Rendersi conto che ogni azione ha davvero una sua forte conseguenza è quanto di più crudo da accettare in un “gioco” come Late Shift: come nella vita reale si è costantemente interpellati a esprimersi su questioni di cui non abbiamo assolutamente conoscenza e che mai potremmo affrontare nel modo giusto se non abbandonandosi all’istinto alla ricerca di una morbosa ragione per continuare quanto intrapreso. La paura di sbagliare in Late Shift è tantissima, ma d’altra parte è quello che accade nella nostra vita quotidianamente. Ogni giorno compiamo scelte anche senza rendercene conto le quali producono conseguenze spesso più grandi di noi, totalmente ingestibili. Si vive quindi nella paura perché non sappiamo mai se stiamo facendo la scelta giusta o se semplicemente ci stiamo condannando con le nostre stesse mani.

Ecco: in Late Shift si provano le medesime sensazioni, la medesima paura, la medesima fobia di andare contro un destino imprevedibile e beffardo. Ed è bellissimo.

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Ritrovarsi faccia a faccia con lui può essere una delle tante conseguenze del gioco. A mio avviso è meglio non arrivare a questo punto.

LA PAURA DI ANDARE SEMPRE AVANTI

Wales Interactive con il suo Late Shift ha introdotto un concetto che secondo me è stato imprescindibile per la grandiosa riuscita del progetto. In Late Shift si va sempre avanti. Non esistono scelte giuste o corrette: qualsiasi cosa il giocatore decida di fare la storia scorre, inesorabilmente. E forse è questo quello che più fa paura in Late Shift. Se in giochi come Dragon’s Lair potevamo fallire in quanto ogni scelta era vincolata a una conseguenza prevedibile e scriptata, Late Shift porta il giocatore a osservare coi propri occhi una realtà forse inevitabile, ma comunque oscura e imprevedibile fintanto non viene rivelata. Il tutto è inoltre sorretto da un impianto narrativo e interattivo concreto e affidabile. E’ difficile trovare giocatori che hanno vissuto la propria esatta storia, che hanno visto esattamente quello che noi abbiamo scorto sui nostri monitor. Questo accade perché Late Shift è un film narrativo dannatamente fatto bene, ove ogni sequenza va a incastrarsi in modo perfetto con la restante parte della storia raccontata e dove ogni minima scelta può cambiare e anzi stravolgere le intere vicende di gioco. E sinceramente lo trovo stupefacente quanto terrificante.

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Io, purtroppo, non ho mai vissuto questa situazione in fase di gioco: si vede che non ho fatto le scelte “giuste”

UNA PICCOLA RIFLESSIONE: IL FUTURO DELL’HOME ENTERTAINING

I Laser Game fallirono i loro scopi proprio perché erano limitati da una idea videoludica basilare ed essenzialmente noiosa. Nelle controparti anni ‘80 di Late Shift non si doveva far altro che premere 1-2 pulsanti al momento giusto per poter progredire nei livelli di gioco e arrivare a un finale univoco che premiava il giocatore con la gloria. Late Shift si differenzia dai Laser Gamer per la sua capacità di essere davvero interattivo e di permettere ai giocatori di creare davvero la propria storia anche grazie ai progressi tecnologici in ambito ludico che permettono una fruizione dinamica e fluida dei contenuti a schermo.

Quello che voglio dire è che i Laser Game forse anticiparono forse fin troppo i tempi, venendo pubblicati in un’epoca che non poteva garantire lo stesso intrattenimento fluido di Late Shift. Tuttavia con il progetto di Wales Interactive potremmo essere appena entrati in una nuova era dell’intrattenimento casalingo. I tempi sono maturi, le architetture narrative moderne permettono di creare storie incredibilmente travolgenti e non mi sorprenderei che in futuro grandi aziende come Netflix o Amazon incominciassero a investire in produzioni interattive come Late Shift. Immaginiamo serie Tv che si adeguano alle scelte degli spettatori, film che cambiano radicalmente il finale in base a quanto deciso dal pubblico “giocante”: Le possibilità sono infinite e tutte concrete e chissà se Late Shift non si rivelerà essere un’ anticipazione di un futuro nemmeno troppo lontano e dannatamente intrigante.

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Nella mia sessione di gioco ho fatto di tutto per guidare la BMW i9, rischiando anche la vita. Stupido, ma ne è valsa la pena.

 

IN THE CONCLUSION

Late Shift è un’esperienza stupefacente. Lo so: anche voi siete scettici e anche voi state pensando che rimanere a guardare un mediometraggio dovendo semplicemente pigiare dei tasti per compiere scelte non sia qualcosa di riconducibile a un videogioco. Forse avete ragione, ma io vi invito a dare una chance a Late Shift perché ne sono sicuro: vi emozionerà come pochi altri prodotti di questo genere e anzi: vi emozionerà come nessun altro film interattivo ha fatto in passato.

Il prezzo a cui è proposto su Steam, 12,99 euro, lo rendere un vero affare. Per poco più del prezzo per la visione di un film al cinema, vi portate a casa una esperienza interattiva di prim’ordine  e rigiocabile all’infinito.

Fantastico.

 

  • Gameplay
  • Trama
  • Direzione Artistica
  • Innovazione
4.8

In Breve

Late Shift è il primo film interattivo che funziona. E’ emozionante, divertente e travolgente. E’ un esperimento riuscito che getta nuove basi per un intrattenimento futuro personalizzato e avvincente. Un gioco consigliatissimo.

Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.