Daredevil Collection: Sognatore americano

Daredevil Collection 15: Sognatore americano – Recensione Il primo atto del celebratissimo ciclo di Ann Nocenti

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Daredevil Collection: Sognatore americano

La sceneggiatura: fuori Murdock, dentro Daredevil e la pazza, pazza New York

Il quindicesimo volume della Collection Panini dedicata al Diavolo Rosso inaugura la gestione della scrittrice statunitense Ann Nocenti. Nel 1986, l’eroe si era appena gettato alle spalle i terribili eventi di Rinascita.  Nelle ultime sequenze del ciclo firmato Miller-Mazzucchelli, esordisce il supersoldato Nuke, uno squilibrato reduce del Vietnam che provoca danni incalcolabili alle strade di Hell’s Kitchen e al morale delle persone che la abitano. Nocenti parte recuperando il concetto del patriota folle e plasma un personaggio, Jack Hazzard, a rappresentazione di una città destabilizzata, che insorge per dar voce al malessere che serpeggia in quel piccolo appezzamento di terra newyorkese. Hazzard è infatti solo il capofila di uno stuolo di strambi individui che emergono dai più sordidi bassifondi come demoni vendicativi: è su questi figli del rancore e dell’abbandono che Nocenti punta i riflettori, imprimendo una svolta più intimista alle avventure di Daredevil. Nemici di tale fatta hanno un diverso modo di rendersi temibili, non hanno il carisma di un Kingpin, né la lucida spietatezza di un Bullseye. Non hanno niente. È la straziante insensatezza delle loro grottesche turbe personali ad inquietarci in un modo inedito e spiazzante. Ad affrontarli ci aspetteremmo un paladino della razionalità che con la sua luce li guidi lontano dal buio dell’insanità, ma il Devil della Nocenti – duramente risentito dalla radiazione dall’albo degli avvocati – è un uomo inaspettatamente ottuso, dedito ad una violenza che lo rende più pericoloso tanto agli occhi dei criminali, quanto all’attenzione dell’opinione pubblica. È come se il sentimento di rivalsa che gli ha dato la forza di atterrare Wilson Fisk sulle pagine di Rinascita sia divampato in una furia insopprimibile che ora erode lentamente quell’uomo dai sani principi che era Matt Murdock, gettando un’ombra ancora più cupa sul Signore del crimine di New York, che non esce mai del tutto sconfitto.

I disegni: pot-pourri

Sul versante grafico la situazione è variegata: alle matite, infatti, si alternano artisti più blasonati come Sal Buscema e Todd McFarlane a nomi meno avvezzi alle luci della ribalta, come Keith Pollard e Louis Williams. In ogni caso, tutti – chi più, chi meno – svolgono un lavoro più che soddisfacente, alternando tratti grezzi e a malapena accennati a certi exploit che permettono di godere della silhouette dell’Uomo senza paura in tutta la sua magnificenza. Una piccola postilla va riservata a Williams, che – seppur utilizzando stilemi a tratti un po’ vintage – è riuscito a ridestare una fioca grazia in Karen Page, i cui lineamenti soavi ci distraggono per qualche momento dal ricordo dell’altalenante biografia di un personaggio non sempre di casa nella simpatia dei lettori.

Commenti finali

Le premesse gettate da questo primo capitolo che la Collection dedicherà alla run di Ann Nocenti lasciano ben sperare. Il volume è un buon antipasto per il piatto forte, quella collaborazione in pianta stabile tra la sceneggiatrice e John Romita Jr. che tanto ha influito sulla carriera dell’eroe cieco e di cui da parecchio tempo attendevamo una riedizione seria e completa. Se volete un consiglio, racimolate un buon quantitativo di spiccioli e sintonizzatevi sulla collana per qualche mese; gli amanti del Diavolo non se ne pentiranno!

PRO

1) Qualità della sceneggiatura più o meno in linea col ciclo precedente, alti livelli

2) Scelta degli antagonisti concettualmente intrigante

3) Storie brevi, ma grande varietà e molto intrattenimento

CONTRO:

1) Un Devil così pesantemente riflessivo potrebbe stancare i più votati all’azione

2) Non tutte le storie sviluppano il proprio potenziale comunicativo (quella su Sabretooth avrebbe potuto lasciare qualcosa di più)

3) Alcuni disegnatori fanno storcere un po’ il naso per la resa grafica di Daredevil (anche se recuperano su altri personaggi)

8/10

Il giudizio di Two-Face

Matt Murdock va in panchina ed entra in campo Daredevil, ma cambiato, imbizzarrito e riflessivo: combo intrigante e meritevole di attenzione. Aggiungeteci antagonisti dal background variegato e la sceneggiatura è promossa. I disegni sono una bella vetrina del meglio che gli anni ’80 avevano da offrire. Investite sul ciclo della Nocenti.

Two-Face

Un nickname per nulla casuale: due amici, due studenti di giurisprudenza, due appassionati di fumetti; nel tempo libero, gestori della pagina Facebook And comics for all.