Devil

Devil: Giallo – Recensione Perché dovreste acquistare la ristampa di prossima uscita

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• La sceneggiatura: un atto d’amore

Devil: Giallo è una miniserie facente parte del progetto che legò Jeph Loeb e Tim Sale alla Marvel nei primi anni 2000 nell’intento di creare storie sugli eroi della Casa delle Idee tematicamente connesse ai colori. Tempo addietro, Panini Comics pubblicò una raccolta, Marvel Colors, che riuniva i quattro racconti creati dal duo americano; tra questi, si distingue per spiccata sensibilità e bellezza quello dedicato al Diavolo di Hell’s Kitchen, che ora Panini insignirà di una ristampa monografica a sé stante.

Jeph Loeb sa sempre trovare le parole giuste. Anche laddove non si possano spendere che ragionamenti spietati, come aveva fatto Frank Miller nel suo L’uomo senza paura, ripercorrendo con estrema crudezza i dolorosi attimi in cui l’infanzia di Matt Murdock s’infranse a seguito dell’omicidio di suo padre, ebbene, persino in queste circostanze, Loeb parla e l’emergenza rientra, il dolore si compone con la necessità di andare avanti, quasi prendesse il giovane protagonista sotto la sua ala. La ricostruzione dei fatti assume contorni più morbidi, quasi che il verbo dello sceneggiatore ammansisca gli spiriti vendicativi che esalano dal corpo esanime di Jack Murdock. Insieme al colorista Matt Hollingsworth, quel costume giallo degli esordi rinasce sotto un altro significato e diviene un entusiastico canto di luce del giovane orfano. La narrazione delle prime avventure di Devil si sviluppa in forma di lettera, da Matt dedicata a Karen Page, sua storica amante, tragicamente assassinata sulle pagine di Diavolo Custode (1998-1999). Ho sempre pensato alle storie di Loeb come a quelle raccontate da un papà o un vecchio zio: cariche del fascino di un tempo perduto, che solleticano le orecchie ad ascoltare con attenzione; mi riferisco a quella capacità di saper raccontare, di animare di vita parole nel vento. Merito non trascurabile di questa storia è anche il tentativo – pienamente riuscito – di riabilitare a monte un personaggio quale Karen Page, facendoci riconsiderare il suo percorso in prospettiva ed inserendola a pieno titolo tra i characters di Daredevil, in lotta contro un ineluttabile e soverchiante destino già scritto.

In definitiva, Devil: Giallo è il tenero atto d’amore di Jeph Loeb verso il proprio mestiere.

• I disegni: la “celeste corrispondenza” di disegni e colori

E se l’amore dovesse mai avere una forma corporea, sarebbe quella dei disegni con cui Tim Sale ha concretizzato le aspirazioni di Loeb. Tavole poetiche si rincorrono le une con le altre, senza sosta, e non risparmiano nemmeno gli scontri con Electro, il Gufo, l’Uomo Porpora. In Devil: Giallo non c’è casa per la ferocia. Un ulteriore appunto va riservato a Hollingsworth per la scelta dei colori: tra le generali tonalità spente della prima metà della storia, il giallo canarino del costume di Devil affiora dalle tenebre come una luce fioca, per un risultato grandemente suggestivo. Viceversa, nelle ultime pagine le atmosfere assumono note più lievi, eteree, in corrispondenza dell’incontro che fa definitivamente scoccare la scintilla tra Matt e Karen. In una storia tematicamente fondata sui colori, non ci si poteva aspettare un utilizzo migliore della tavolozza.

• Commenti finali

Il 22 febbraio, data prevista per l’uscita della nuova edizione di Panini, andate in fumetteria a comprare Devil: Giallo. Forse non vi rivelerà aneddoti sconcertanti sul Diavolo di Hell’s Kitchen, ma è la più bella retrospettiva sui suoi esordi che si potesse avere la pretesa di scrivere.

PRO

1) Dà una prospettiva più morbida sulle origini di Daredevil. Innovativo.

2) Poetico sia nella forma sia nella sostanza

3) Hollingsworth si rivela uno dei coloristi più calzanti per i disegni di Sale

CONTRO

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Two-Face

Un nickname per nulla casuale: due amici, due studenti di giurisprudenza, due appassionati di fumetti; nel tempo libero, gestori della pagina Facebook And comics for all.