Il 20 dicembre ha fatto il suo ingresso trionfale nel catalogo di Netflix l’attesissima serie The Witcher, composta da 8 episodi e tratta dalla serie di romanzi di Andrzej Sapkowski resi celebri anche dall’adattamento videoludico, un successo così grande che lo show sarebbe già stato rinnovato fino alla 3 stagione
Lauren Schmidt Hissrich è stata scelta per il compito di showrunner di questa nuova serie fantasy, con il ruolo da protagonista affidato a un vero fan del personaggio di Geralt di Rivia – Henry Cavill– affiancato da Freya Allan, Anya Chalotr, Jodhi May, Adam Levy e MyAnna Buring.
La serie preferisce stare più vicina al mondo letterario che alla saga videoludica, pur non aderendo al 100 % al materiale originale. The Witcher in questa prima stagione sceglie un approccio ragionato alla narrazione, cercando di bilanciare il più possibile i contenuti e giocando con i propri personaggi e il tempo in modo da poterli introdurre, approfondire e seguire nella maniera più efficace. Più volte la trama ritorna sul tema principale, quello del destino, della sua ineluttabilità o meno, questo è il punto chiave di tutti gli episodi, una forza che dietro le quinte muove ogni pedina e porta tutti dove devono essere.

In alcuni momenti, nonostante costumi e make-up siano ben realizzati, ci siamo sentiti catapultati negli anni’90, quando Hercules e Xena la facevano da padroni con il loro stile fantasy mitologico, questa sensazione però non siamo in grado di dire quanto sia stata voluta o quanto in fin dei conti giovi alla serie stessa, ma in qualche modo riesce a funzionare, ritirando su la testa quando c’è da mettere in scena i combattimenti.
Tuttavia riamane da segnalare una certa mancanza di informazioni, non sempre coloro che sono totalmente a bocca asciutta riceveranno le dovute spiegazioni, che in alcuni casi sono lasciate alla conoscenza pregressa dello spettatore del mondo di Geralt, poteva essere studiata in maniera diversa la gestione dei salti temporali, mai del tutto chiari e lasciati alla capacità dello spettatore di riordinare il flusso degli eventi basandosi su eventi e dialoghi nominati prima o dopo le scene.
Parlando dei personaggi, il protagonista – grazie al suo interprete- è il vero punto di forza della serie, Henry ama il ruolo e ama lo show, per questo non perde l’occasione per dimostrarlo rendendo al 100% del suo valore.

Yennefer invece è una figura più complessa, ma la sua trama ha uno sviluppo decisamente più lungo e sfaccettato rispetto a quello del Witcher e per questo necessita di più tempo prima di mettersi in bolla totalmente.
A risultare più indietro rispetto alle altre storyline è quella della principessa Ciri, snodo dell’intera storia, ma proprio per questo forse la sua linea è quella più debole e meno interessante, sicuramente nelle prossime serie al personaggio verrà riservato lo spazio e l’approfondimento che non poteva essere inserito nei primi 8 episodi
Questa prima stagione ha la struttura di una gigantesca introduzione, quasi come se la vera storia, quella importante e reale, sia stata destinata alla stagione nr 2, quando lo spettatore avrà già chiari in mente i personaggi e le basi di questo nuovo mondo fantasy. Sicuramente una buona mossa per evitare troppa carne al fuoco.
The Witcher, con i suoi alti e bassi funziona e si lascia guardare – la canzone di Ranuncolo è inevitabile che vi entri in testa .

