Cursed: La recensione della prima Stagione

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Nel vasto catalogo di show televisivi disponibili su Netflix troviamo da qualche settimana Cursed, una nuova serie TV fantasy. Si tratta per certi versi di una nuova -l’ennesima – rivisitazione di quello che è il ciclo arturiano rileggendone la storia dal punto di vista di Nimue e come spesso accade di recente nelle serie della grande N orientandosi verso un target teen.
All’interno di questo mondo – tratto da una storia scritta da Tom Wheeler e illustrata da Frank Miller – troviamo moltissimo nomi ben conosciuti di questo mondo come Merlino, Artù, Morgana e via discorrendo, personaggi che conosciamo bene e che qui tornano con caratteristiche e posizioni un po’ differenti rispetto a quelle in cui siamo abituati a vederli agire di solito, creando situazioni interessanti dal punto di vista narrativo.


Cursed nel suo insieme mostra una dose abbastanza alta di crudezza, per essere una serie per adolescenti, con tratti di violenza esplicita e tematiche di fondo importanti come il fanatismo religioso e la distruzione della natura; una scelta che discosta questo show dal calderone degli altri prodotti disponibili nella stessa categoria rendendolo più interessante anche per degli spettatori più “adulti”.

Nimue (Katherine Langford ) è la figlia di una guaritrice di un villaggio di fatati ( Fey) dotata di poteri oscuri che la portano a essere isolata e ostracizzata dalla sua stessa comunità. Quando il suo villaggio viene attaccato dai Paladini Rossi ( un gruppo religioso intenzionato a sterminare i fatati) sua madre gli consegna una misteriosa e potentissima spada con il compito di consegnarla al mitico consigliere dei Re: Merlino. Avrà così inizio il suo viaggio alla ricerca del mago e alla scoperta di se stessa. 

Il mondo fatato di Cursed non è immune ai difetti, secondo noi la trama avrebbe potuto trovare maggiore tempo per approfondire maggiormente alcuni aspetti del suo background legato ai Fey. Questo mondo di creature fatate ci viene “buttato addosso” fin dalle prime scene, senza che però ci venga mai spiegato nella sua mitologia, scopriamo piano piano che ci sono diverse razze e che queste hanno aspetti differenti tra loro, ma non avremo mai la piena consapevolezza di quante o quali esse siano e neppure di quali siano i loro reali poteri o se addirittura tutto si riduca a una mera differenza estetica ( pelle con le squame, con le piume, corna in testa).

Lo stesso discorso sembra essere replicabile con le due tribù provenienti dal Nord che faranno capolino all’interno degli episodi, anche in questo caso manca qualche approfondimento sul loro passato e sul legame che li porta a intervenire nel corso degli eventi, con un ruolo che sembra destinato anche ad essere importante nel proseguo della storia in una ipotetica stagione successiva.
Questa assenza di dettagli rovina in parte il buon lavoro fatto in fase di riscrittura del mito arturiano, lasciando una sensazione di grossolano e in alcuni punti di forzato, che avrebbe potuto essere smorzata snellendo il numero degli eventi e delle storyline e prendendo più spazio per accrescere le rimanenti.

Nota a margine per le bellissime transizioni illustrate, assolutamente fantastiche e in grado di dare un tocco extra all’intera serie.
Nell’insieme si tratta di una prima stagione godibile, ma assolutamente migliorabile sotto molti aspetti, con un finale aperto che lascia intendere l’intenzione di proseguire con una nuova serie di episodi.

Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD