Sputnik: La recensione del film al Trieste Science+Fiction Festival 2020

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L’esordiente Egor Abramenko atterra al Trieste Science+Fiction Festival 2020 con il suo Sputnik, un film Russo che è riuscito ad attirare l’attenzione del pubblico anche fuori dai suoi confini nazionali

È il 1983. Nella fase finale di rientro, la sala di controllo perde il contatto con i cosmonauti ai comandi della navetta Orbit-4, che scompare dai radar. La navetta, tuttavia, riesce ad atterrare: a bordo c’è il corpo mutilato del comandante della missione, mentre l’altro membro dell’equipaggio viene trovato ancora in vita e portato in una base scientifica segreta, tenuto sotto costante osservazione. La neuropsicologa Tatiana Klimova viene incaricata di indagare i motivi dell’amnesia del cosmonauta, ma vedrà presto coi suoi stessi occhi la strana e terribile creatura che si nasconde all’interno del suo corpo.

Sputnik è un titolo sci-fi che al suo interno ingloba e mescola i dettami di diversi sottogeneri prendendo un proprio percorso attraverso di essi. Nonostante l’approccio alla creatura lento e votato al dialogo con essa ci abbia ricordato in qualche modo quello di Villenueve con il suo Arrival (così come esso si era ispirato a sua volta ad altri titoli precedenti) parte della sua trama prende una piega diversa e più legata all’orrore e alla fantascienza più moderna. Sia chiaro che però si tratta pur sempre di fantascienza, la componente horror in questo tipo di pellicole non è legata allo spavento, ma alla violenza e alla paura dell’ignoto rappresentata in questo caso dalla creatura.

Sputnik riesce nell’impresa di costruire in maniera abbastanza convincente i suoi protagonisti, evitando di gettare in pasto allo spettatore ruoli bidimensionali suddivisi nel classico buoni\cattivi, ma prendendosi il tempo per costruirli in maniera sfaccettata e interessante.

Il film riesce a spremere il meglio di tutto il budget a sua disposizione, mettendo in campo una buona scrittura e una buonissima interpretazione, cosi come sono positivi i nostri giudizi sull’utilizzo degli effetti speciali.

Per essere all’esodio Abramenko mette in mostra un talento interessante, che speriamo possa sbocciare con la possibilità di futuri lavori con un budget maggiore.

Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD