Recensione – Capitan America: Civil War

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Il cinecomic più atteso dell’anno è finalmente nelle sale. Capitan America – Civil War è un successo di critica e pubblico e gli studios Marvel non possono che brindare per i record d’incassi che la pellicola si prepara ad infrangere. Eppure prima dell’esordio non sono state tutto rose e fiori basti pensare alle critiche perentorie mosse alla trama del film, reo di aver attinto solo il nome dal fumetto per poi stravolgerlo e renderlo più fruibile al cinema. Diciamo subito che queste critiche pretestuose sono infondate, lo stile cinematografico d’altronde è completamente diverso rispetto a quello del fumetto e costruire integralmente la storia (e il coacervo di personaggi coinvolti) all’interno di un film sarebbe stato proibitivo oltre che ingestibile. Per una volta ci si può accontentare di una dozzina di supereroi che se le danno senza esclusione di colpi e, soprattutto, di una narrazione scorrevole che miscela sapientemente momenti introspettivi e momenti d’azione contaminati dal classico e riuscitissimo “comedy” Marvel.

Certo, il film si sarebbe tranquillamente potuto chiamare “Avengers 3” (se non fosse per la mancanza di alcuni membri fondamentali) oppure “Iron Man: Civil War” che sicuramente sarebbe stato molto più appropriato visto che il vero protagonista della pellicola appare Tony Stark immerso emotivamente e diplomaticamente nella vicenda.

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Le new entry fanno la loro ottima figura, sto parlando di Black Panther e Spider-Man, quest’ultimo già visto nella trilogia di Sam Raimi e nei due film con Andrew Garfield protagonista; ma questo è il primo Spider-Man cinematografico nelle mani esclusive della Marvel Studios e quello che ne può derivare non può essere che un personaggio quanto mai fedele alla sua controparte patinata. Questo renderà felici tanto il pubblico generalista quanto i fondamentalisti del fumetto. Inoltre il Peter Parker presentatoci è sì acerbo, inesperto a tratti infantile, ma assolutamente divertente e attraente, difatti il lato comedy della pellicola è caricata interamente sulle sue spalle e quelle di Ant-Man (nelle precedenti erano Iron-Man e Thor a sdrammatizzare continuamente le vicende).

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Black Panther invece è un personaggio con grandissimo potenziale espressivo e visto in azione è ancora più scenografico e affascinante di quanto previsto. Qualcuno l’ha definito il “Batman” della Marvel, ma rispetto al pipistrello della DC, il wakandiano – fino ad oggi – non ha mai goduto di grande stima da parte del pubblico generalista ma siamo sicuri che dopo la visione di questo film – anche grazie alla prova convincente dell’attore Chadwick Boseman – le cose cambieranno. Da notare, sempre per Black Panther, l’adrenalinico e spettacolare inseguimento ai danni del Soldato d’Inverno che scommettiamo diventerà una scena cult per il genere.

Tornando al main plot della trama, lo scontro tra Iron Man e Capitan America è assolutamente ben costruito: il timore era proprio quello di vedere una sceneggiatura forzata che portasse per inerzia al conflitto tra i due ma fortunatamente le motivazioni sono costruite in maniera credibile e sistematica. L’evoluzione del confronto, inoltre, è scandita da momenti sempre più intensi: abbiamo una prima fase ideologico/verbale, poi una lotta corpo a corpo (ma ancora controllata) e poi un duello violentissimo nel momento culminante del film.

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Ma non solo botte da orbi: ci sono anche temi importanti portati a galla dalla pellicola, come il conflitto di lealtà provato da Capitan America. Egli si trova in una situazione di mezzo, ovvero da una parte la voglia di aiutare il suo amico d’infanzia, Bucky (il Soldato d’Inverno), indifeso e al contempo ricercato dalle forze speciali delle Nazioni Unite e da alcuni super-eroi, dall’altra la voglia di non deludere gli Avengers, suoi compagni di avventura da tanti anni a questa parte. Quello che può provare non può che essere una sofferenza interiore funzionale alla sua figura dedita al sacrificio e all’altruismo.
Altro tema importante è il limite della legge: Vedova Nera parlando ad un riluttante Capitan America dirà: “Se ci opponiamo alla legge e non accettiamo di firmare (l’atto di registrazione ndr) siamo come loro” e per “loro” intenderà i criminali, i cattivi, e in questo senso, non può esserci affermazione più sbagliata. La legge è un prodotto umano, culturale e dunque assolutamente cangiante. Un fuorilegge d’America può essere un salvatore in un’altra nazione, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato non è un qualcosa sancito naturalmente ma un interpretazione collettiva e, ripetiamo, relativa! Ergo paragonare uno Steve Rodgers guidato da nobilissimi intenti ad un criminale sanguinoso e violento è quanto di più sbagliato ci possa essere!

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Piccola postilla su Visione: la Marvel gli ha tratteggiato addosso un personaggio istrionico, ironico, inadeguato e a tratti imbranato! Ciò lo rende estremamente affascinante soprattutto nei confronti del pubblico femminile! Altro centro da parte di mamma Marvel per un personaggio difficile da caratterizzare al cinema. Anche lui, come gli altri personaggi “secondari”, avranno le loro buone motivazioni nello schierarsi da una parte o dall’altra e lo scontrò che ne deriverà sarà emozionante e spettacolare.

Insomma “Capitan America: Civil War” è un ottimo film, da vedere non solo se si è un fan dei fumetti ma anche se si vogliono passare più di due ore aggrappati al mantello dei supereroi più fighi di questo decennio.

Enrico Ciccarelli

Sociologo, recensore e nerd! Caporedattore dalle sezione Spettacolo per ProjectNerd.it